Il Cern di Ginevra ha reso noto un importante passo avanti nello studio dell’antimateria, grazie all’esperimento Asacusa, in cui è forte la presenza italiana.
Oggi, sulla prestigiosissima rivista scientifica, Physical Review Letters, è stato pubblicato un esperimento in cui l’Italia ha avuto un grande ruolo. Si tratta di Asacusa (Atomic Spectroscopy And Collisions Using Slow Antiprotons), al quale ha collaborato l’Infm (Istituto nazionale per la Fisica della materia) di Brescia. Una ricerca che, accanto all’esperimento ALPHA, si sta addentrando, al Cern, nei misteri dell’antimateria. Mentre ALPHA studia gli antiatomi imprigionati in un campo magnetico a bassissima temperatura, l’esperimento Asacusa invece “sparerà” microonde contro antiatomi che (dopo essere stati prodotti nella cosiddetta Cusp Trap”) voleranno in uno spazio di qualche metro prima di disintegrarsi. «In 15 anni siamo riusciti a produrre numerosi atomi di anti-idrogeno», spiega Evandro Lodi Rizzini dell’Infm di Brescia, responsabile della parte italiana della collaborazione Asacusa. E’ necessario ora capire se «i fotoni emessi dagli atomi di idrogeno abbiano la stessa frequenza di quelli di anti-idrogeno». Se così non fosse, come vorrebbero le leggi fondamentali della fisica, sarà evidente che «dovremo integrare le nostre conoscenze».
CLICCA >> QUI SOTTO PER CONTINUARE A LEGGERE L’ARTICOLO
Ma in cosa consiste, nel dettaglio, l’esperimento? Sono stati prodotti degli atomi di anti-idrogeno e questi sono stati fatti viaggiare nello spazio attraverso un campo magnetico. «Nella prossima fase – continua Lodi Rizzini – investiremo questi antiatomi di idrogeno con fasci a microonde, nei decimillesimi di secondo in cui questi si spostano nell’apparato». In tal modo sarà possibile vedere «come cambierà la loro polarizzazione. Lo scopo è capire se gli antiatomi reagiscono in maniera diversa rispetto agli atomi o se continua la simmetria apparentemente perfetta tra materia e antimateria».