Lunedi 15 febbraio è stato inaugurato a Pavia il Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica (CNAO). Si tratta di un centro d’avanguardia nella lotta ai tumori, il quarto al mondo ad utilizzare terapie antitumorali sia con protoni sia con ioni carbonio. Queste due fonti alla base della cura sono ottenute grazie a un acceleratore di particelle realizzato dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), che ha lavorato al progetto con le sezioni di Genova, Milano, Pavia e Torino e i Laboratori Nazionali di Frascati, Legnaro e del Sud.



L’adroterapia è una tecnica, di recente sviluppo, che è in grado di curare tumori come quelli resistenti alle classiche tecniche di radioterapia o quelli non operabili chirurgicamente. Bisogna però ricordare che essa rappresenta una terapia aggiuntiva e non sostitutiva di quelle convenzionali. Ciò che la contraddistingue è il tipo di particelle impiegate, che sono più pesanti di quelle usate nella radioterapia. L’uso di adroni (cioè particelle pesanti) offre principalmente due vantaggi: l’efficacia e la precisione. L’efficacia è dovuta al fatto che queste particelle sono in grado di arrivare più in profondità prima di rilasciare la loro energia. In molti casi, gli adroni colpiscono le cellule tumorali e in particolar modo il loro DNA. Producendo danni multipli non riparabili, la cellula tumorale non può replicarsi correttamente e va incontro a morte. Adroni diversi hanno un diverso grado di efficacia nell’azione sulla cellula malata. Non a caso la scelta fra protoni e ioni carbonio dipende dal tipo di tumore e dalla situazione clinica del paziente. La precisione dell’adroterapia è dovuta invece al fatto che gli adroni possono essere pilotati a colpire quasi solo le cellule malate, minimizzando i danni nei tessuti sani. Con l’adroterapia è possibile scegliere lo ione da impiegare e l’energia del fascio di particelle in modo da regolarne la penetrazione in base alla localizzazione e alla struttura del tumore.



 

L’adroterapia è dunque una tecnica adatta al trattamento dei tumori prossimi a organi critici, che non possono essere irradiati senza pregiudicarne il corretto funzionamento. Adroni e ioni carbonio vengono prodotti utilizzando un acceleratore che produce dei fasci di queste due particelle. Dopo essere stati accelerati e aver raggiunto l’energia richiesta dalla terapia, i fasci vengono poi suddivisi sulle tre sale di trattamento. In quella centrale si trova, “sospeso” sul paziente, un magnete di 100 tonnellate che serve a curvare di 90 gradi il fascio di particelle e dirigerlo dall’alto sulla persona da curare. Il fascio di particelle che colpisce le cellule malate è un “pennello” che si muove in modo simile a quello degli elettroni in un televisore e agisce con una precisione di 200 micron (due centesimi di millimetro).



L’adroterapia in Italia però non è una novità assoluta. Giacomo Cuttone, dell’INFN-Laboratori Nazionali del Sud di Catania, dal 2002 sperimenta una terapia con fasci di protoni nella cura dei tumori. «La macchina che utilizziamo per la terapia – spiega Cuttone – si trova presso i laboratori dell’INFN e non in una clinica. L’acceleratore è “prestato” alla clinica per la cura delle patologie oculari». In particolare la collaborazione tra i laboratori dell’INFN e l’ospedale Policlinico di Catania cura patologie come melanomi oculari e melanomi dell’iride. «Dal 2002 – continua Cuttone – abbiamo curato 200 pazienti con il 95 per cento di successo».

 

 

Attualmente la collaborazione tra INFN e il Policlinico catanese sta continuando nella cura di queste patologie ma ottime prospettive future si delineano all’orizzonte. «In Regione Sicilia – spiega Cuttone – si sta approvando un piano per la realizzazione di un nuovo centro, all’interno di un ospedale, che utilizzi l’adroterapia estendendone l’utilizzo a tutte quelle patologie nelle quali questa tecnica si può utilizzare».

La situazione attuale nell’utilizzo dell’adroterapia è una realtà in rapida espansione. Non a caso la provincia autonoma di Trento ha autorizzato la realizzazione di un centro di adroterapia a protoni e i lavori partiranno a settimane. A sottolineare un ruolo centrale del nostro paese nella lotta ai tumori.

 

a cura di Daniele Banfi