Pare che nel nuovo budget della Darpa (l’agenzia del Dipartimento della Difesa Usa per lo sviluppo di nuove tecnologie militari) sia previsto un investimento di 6 milioni di dollari per un progetto denominato BioDesign, volto alla costruzione di organismi sintetici basati sulle più avanzate conoscenze biotecnologiche, in grado di vivere per sempre o di essere eliminati azionando un apposito interruttore molecolare. Questi prodotti della biologia di sintesi, avrebbero finalità esclusivamente militare e avrebbero incorporati alcuni meccanismi di garanzia per impedire che possano sfuggire al controllo, secondo un collaudato copione dei più classici film di fantascienza. Ma non è difficile scorgere in progetti del genere i primi tentativi di dare concretezza a una corrente culturale che sta emergendo e che va sotto la denominazione di transumanesimo, una versione hi-tech di neoscientismo che si propone di modificare profondamente la natura umana mediante la tecnologia in modo da liberarla dai suoi limiti biologici. Ne abbiamo parlato col professor Luigi Cuccurullo, professore ordinario di Anatomia Patologica della Seconda Università degli Studi di. Napoli, che recentemente su questo tema ha tenuto un interessante seminario promosso dal DISF (Documentazione Interdisciplinare di Scienza e Fede).



Quali sono i presupposti ideologici di tale movimento?

Il bio-naturalismo rappresenta la base del transumanesimo. Questa corrente culturale si propone come una “filosofia pragmatica” finalizzata a ristrutturare l’uomo dalle sue fondamenta biologiche. Le biotecnologie, la cibernetica, la crionica, l’intelligenza artificiale sono percorsi tecnologici atti a ricostruire ex novo l’uomo del futuro. Attraverso le possibilità e futuribili offerte dalla biologia si vuol fondare una nuova corrente di pensiero, l’estropismo: cioè l’esaltazione del progresso, della ragione strumentale, dell’individualismo, del proprio benessere vissuto in modo libero da ogni autorità esterna.



I recenti avanzamenti nelle biotecnologie e neuroscienze sembrano in grado di dare un supporto scientifico alla visione utopica dei transumanisti? Le loro aspettative hanno qualche fondamento?

 

Le attuali conoscenze delle biotecnologie e delle neuroscienze non lasciano presagire realizzazioni prospettate dal pensiero dei transumanisti. Abitualmente riesce difficile immaginare un computo fornito dalla coscienza di un essere umano; oppure avere la possibilità di riversare un contenuto della mente umana in un’altra mente. Né è credibile conservare la propria coscienza in un robot per poi poterla riesaminare dopo millenni. L’uomo del futuro, secondo i dettami del transumanesimo, non solo sarà più forte, più libero, più longevo, ma avrà anche nuovi sensi, nuove percezioni, nuove possibilità di utilizzare le facoltà psichiche; e dovrà essere un essere senziente come gli altri esseri viventi in natura.



Quali sono invece gli elementi irriducibili della natura umana?

 

L’uomo è spirito incarnato; è sostanza individuale di natura razionale. Egli è soggetto sostanziale che dà origine alle varie attività di tipo psicologico, dialogico-relazionale, di tipo creativo ed è portatore di valori spirituali e materiali. L’uomo è persona nella totalità del suo essere e di tutte le sue dimensioni vitali, di mente e di cuore; pertanto ha una natura propria, con le sue proprie leggi, natura qualitativamente diversa da quella degli altri esseri viventi.

 

L’opposizione al transumanesimo implica un rifiuto o una svalutazione della tecnologia e dei suoi servizi per il bene dell’uomo?

 

Il rifiuto del transumanesimo come ideologia e come insieme di prospettive utopiche non esprime un’opposizione o una critica negativa alle tecnologie. Queste, se sono utilizzate in modo responsabile, rappresentano una notevole risorsa per l’umanità. È necessario ribadire che le tecnologie non possono essere considerate neutre, né svincolate da eventuali impatti negativi sulle persone e sulle società. Esse devono essere programmate e adoperate secondo i principi di prudenza e di responsabilità; il loro progresso non può avvalersi di una libertà senza confini, ma deve essere valutato secondo i limiti della natura umana. Le tecnologie devono essere al servizio dell’uomo non asservirlo.

 

 

Vai al sito Documentazione Interdisciplinare di Scienza e Fede www.disf.org