Gli scienziati italiani sono finalmente in grado di “vedere” per la prima volta le antiparticelle provenienti dal nucleo terrestre, una delle maggiori fonti di energia della Terra.
Con questa osservazione, il personale dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) è adesso in grado di dimostrare che il decadimento di elementi radioattivi come l’uranio è una delle maggiori fonti di energia della Terra.



Il professor Gianpaolo Bellini coordinatore dell’equipe internazionale impegnata nell’esperimento Borexino ha commentato che “questa scoperta apre una nuova era nello studio dei meccanismi che governano l’interno del nostro pianeta”. “Uno studio esteso dei geoneutrini in vari punti della Terra” ha aggiunto “darà la possibilità di avere informazioni più precise sul calore prodotto nel mantello terrestre, e quindi sui moti convettivi che sono alla base dei fenomeni vulcanici e dei movimenti tettonici”.



Si tratta di un flusso di energia stimato fra i 30 e i 40 miliardi di kilowatt che sale dalle profondità della terra. Una forza geologica capace di spostare i continenti, mantenere attivi i vulcani e anche causare i terremoti. Una energia che purtroppo è difficile utlizzare e sfruttare perché dispersa per tutto il pianeta: una estensione pari a un campo di calcio infatti basterebbe soltanto ad accendere una lampadina.

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