Se vi capita di leggere che un materiale è un polimero dell’ottone, aspettate un attimo a fidarvi dell’autenticità dell’informazione: è probabile che l’autore non avesse le idee chiare o che non abbia controllato l’intervento del correttore automatico del suo programma di scrittura che, non trovando nel suo dizionario il nome dell’idrocarburo chiamato “ottene”, ha pensato bene di trasformarlo in “ottone”. Vi può anche capitare di sentir dire che l’olio d’oliva è più denso dell’acqua: è un errore; tanto è vero che il primo galleggia sulla seconda. Qui è il concetto di densità che non è molto chiaro.



Denso significa infatti che c’è molta massa in poco volume: un litro d’acqua contiene un chilo di materia mentre un litro di olio d’oliva ne contiene 920 grammi. Era senz’altro scientificamente più corretto Dante, che nel Paradiso usa l’aggettivo denso come il contrario di raro o rarefatto. E ancora, pensando ai contrari, la durezza – scientificamente parlando – non è l’opposto della fragilità: il vetro è più fragile del marmo ma è più duro; questo termine infatti indica la resistenza alla scalfittura: basti pensare al diamante, che può scalfire qualsiasi minerale e non si lascia scalfire da nessuno.



Sono tre dei tanti esempi di equivoci, inesattezze o clamorose gaffes che capita spesso di trovare in testi di ogni tipo, da quelli giornalistici a quelli scolastici, e che non sono sfuggiti all’occhio attento e al vaglio inesorabile di Gianni Fochi, chimico della Normale di Pisa e brillante comunicatore scientifico, che da anni li colleziona ed ora ha pensato di raccoglierne una simpatica selezione in un libro dal titolo eloquente: Fischi per fiaschi nell’italiano scientifico (Longanesi).

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Nel prepararlo l’autore non ha pensato solo al pubblico degli specialisti ma ha inteso rivolgersi «a tutti coloro che parlano, scrivono e ascoltano la lingua italiana d’ogni giorno», proponendo una raccolta di 45 termini tra quelli più facilmente fonte di malintesi. «Sa – ha detto a IlSussidiario.net – sono cresciuto sentendo continuamente mio padre Franco, che, da drammaturgo e narratore, prestava una gran cura al "ferro del mestiere", cioè alla lingua italiana. Cura che lo portò anche a scrivere grammatiche, sia scolastiche, sia popolari: L’italiano facile (Feltrinelli, 1965) divenne un best seller.

Ebbene: di continuo lui criticava l’italiano dei giornali radio, della pubblicità e perfino – pur da cattolico fedelissimo – della messa. Parlare e scrivere con proprietà è indispensabile per capirsi, diceva. Io, a quasi un quarantennio dalla mia laurea scientifica e dopo oltre vent’anni d’impegno nel comunicare la scienza alla gente comune, ho pensato che la proprietà di linguaggio sia importante anche per i molti termini scientifici o tecnici che costellano il parlare comune».

L’insistenza sulla precisione del linguaggio e sulla correttezza dei contenuti scientifici ha caratterizzato molta dell’attività comunicativa di Fochi al punto da creargli qualche problema; a volte è stata considerata esagerata pedanteria o sfoggio di cultura superfluo. Lei però sembra considerarla importante se non necessaria; e si giustifica così: «Potrei farla lunga sul rispetto della scienza, sul dovere di non remare contro gli sforzi che gl’insegnanti di scienze profondono per dirozzare i giovani in quel campo della cultura.

 

Preferisco però fare un esempio con conseguenze pratiche, che sgombrerà senz’altro il terreno da accuse di pedanteria: la candeggina. Lo sa che molte persone finiscono al pronto soccorso perché la trattano in modo inadeguato? E sa perché lo fanno? Spesso perché hanno sentito dire che la candeggina è un acido. Invece è una base, esattamente il contrario». E la prima voce del libro è proprio "acido": «voglio far capire che questo termine ha un significato ben preciso, non equivale a corrosivo, aggressivo. La candeggina è aggressiva, eccome! Ma acida no. Se lo sai, eviti certi comportamenti sbagliati e pericolosi».

 

 

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Ma qualcuno potrà dire: ormai, nell’era di Internet, questi problemi sono superati; basta consultare un potente motore di ricerca o cercare su Wikipedia e ogni dubbio può essere fugato. «Oh! L’Internet è uno strumento potentissimo e benemerito anche in questo campo. Come tutto ciò che è molto potente, può però fare anche danni gravi. Il fuoco, dicevano gli antichi, è buon servitore ma cattivo padrone. Perciò non se ne servivano? Sì, invece, se ne servivano; ma raccomandavano cautela. Oggi, se hai bisogno d’informarti rapidamente su un argomento scientifico, l’Internet ti fornisce un sacco di materiale in un attimo. Ottima cosa!

Però quel materiale va valutato, e qui i nodi possono venire al pettine. Senza una buona formazione scientifica il rischio d’accettare supinamente informazioni scorrette è enorme. Aver trovato qualcosa in rete non esime dalle sue responsabilità chi lo rilancia attraverso i media. Anche l’uomo della strada, inoltre, può essere portato, per esempio, a dire "crescita esponenziale" pensando che l’aggettivo sia semplicemente sinonimo di grande: in rete trova addirittura enti pubblici che l’intendono così, pur presentando grafici che con la funzione matematica esponenziale non hanno nulla che fare»

Chi fosse spaventato dalla matematica, anche solo per questo piccolo accenno, si tranquillizzi: nel libro concetti come questo sono espressi in modo che chiunque li possa afferrare. Basterà che segua il consiglio indicato da Fochi nel sottotitolo: “Leggere attentamente prima di parlare (a sproposito)”.

(a cura di Mario Gargantini)