Spesso nei supermercati o sulle bancarelle assistiamo all’antico rito del “controllo qualità” sulla frutta esposta. Ognuno ha le sue tecniche, dal tastare particolari punti del frutto ad annusarli passando per un’attenta analisi visiva. Metodi tradizionali che a volte lasciano deluso l’acquirente al momento del consumo.



Da oggi però questo problema potrebbe essere risolto. Grazie a una tecnologia studiata nel laboratorio fNIRS Lab (Functional Near InfraRed Spectroscopy Lab) del Dipartimento di Fisica del Politecnico di Milano, nell’ambito del progetto europeo InsideFood, si potrà valutare il grado di maturazione e la qualità della frutta.



In realtà il problema sul grado di maturazione dei frutti non è esclusivo solo di chi compra ma coinvolge tutta la filiera agroalimentare. La tecnica, chiamata “spettroscopia di riflettanza nel dominio del tempo”, porterà un vantaggio notevole al produttore, al grossista e infine all’utilizzatore finale. Il produttore potrà competere coi nascenti mercati asiatici, il grossista potrà offrire una migliore logistica nelle consegne scegliendo il momento migliore per la distribuzione e il consumatore finale ne guadagnerà in gusto e salute.

La caratteristica fondamentale da sottolineare è che questa tecnica non è distruttiva poiché utilizza solamente un raggio di luce. La valutazione viene fatta illuminando il frutto con degli impulsi di luce laser. Attraversando il frutto il raggio di luce subisce diverse modificazioni da cui poter ricavare molte informazioni. Innanzitutto informazioni sul grado di maturazione alla raccolta e durante la conservazione e successivamente sulla qualità in generale del prodotto. La tecnica utilizzata è una particolare applicazione di una branca della fisica chiamata “fotonica”. Questa disciplina studia come si propagano i raggi luminosi in mezzi come i tessuti biologici.



I frutti hanno la caratteristica di essere costituiti dalla polpa, un insieme di acqua, zuccheri e clorofilla. A seconda delle caratteristiche del frutto è possibile valutare il diverso grado di diffusione e assorbimento della luce all’interno della polpa. La luce, sottoforma di un brevissimo impulso dell’ordine dei picosecondi (millesimi di miliardesimi di secondo), dopo la propagazione all’interno del frutto viene modificata sia in intensità che in durata temporale.

Il diverso grado di assorbimento è dovuto ai costituenti della polpa mentre la diffusione dipende da caratteristiche tipiche del tessuto biologico come la consistenza o la presenza di difetti interni. Attraverso un’analisi che si avvale di modelli fisici consolidati, è possibile quantificare una delle sostanze più importanti, la clorofilla contenuta nella polpa, che consente di valutare l’età biologica dei frutti alla raccolta e quindi prevederne anche i tempi di maturazione.

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Questo tipo di analisi, effettuata per ogni frutto, consentirà così alla grande distribuzione di pianificarne l’immissione nel mercato dei prodotti. Dobbiamo ricordare che questa tecnica farà probabilmente il suo debutto in ambito agroalimentare, grazie al contributo del fNIRS Lab, dopo essere stata sviluppata e applicata da diversi anni in ambito biomedico e clinico. Una tecnica utilizzata principalmente per la caratterizzazione dei tessuti biologici come la mammografia ottica e per lo studio dell’attivazione delle diverse aree cerebrali.

 

L’ultimo passo affinchè questa tecnologia diventi una realtà in ambito agroalimentare è lo studio, in corso d’opera al Politecnico di Milano, dell’applicabilità della tecnica ai macchinari che smistano la frutta per la grande distribuzione.

 

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