Meteoropatia, una malattia dai dieci volti. Uno per ciascuno degli eventi climatici che possono provocarla. Non c’è soltanto la pioggia battente che sta colpendo l’Italia, e che secondo le previsioni continuerà a intristirci fino a domenica. Secondo gli esperti, per capire meglio questa patologia in buona parte ancora sconosciuta occorre distinguerla in dieci sfaccettature diverse: la sindrome dei periodi temporaleschi, quella stagionale invernale, quella dello Scirocco, del vento dell’est, del Fhon, del vento del sud, del vento del deserto, del fronte ciclonico, dei colpi di calore e dei climi secchi. A rivelarlo è il professor Vincenzo Condemi, direttore del laboratorio Biometeolab del Centro di ricerca in bioclimatologia medica della Statale di Milano, l’unica struttura italiana specializzata in meteoropatia.
Professor Condemi, quali sono le cause della meteoropatia?
Dipende dalle diverse forme che assume questa malattia, che può essere suddivisa in due grandi gruppi. La meteoropatia secondaria colpisce soggetti particolarmente fragili come gli anziani e le persone in età evolutiva, tra cui i bambini. Oppure gli individui che hanno subito dei traumi al sistema muscolo-scheletrico, problemi cardiaci, malattie cronico-degenerative, ulcere o shock psicologici. Patologie molto differenti, che possono riacutizzarsi quando si verificano dei cambiamenti di clima particolarmente bruschi.
E la meteoropatia primaria?
E’ una malattia che può colpire chiunque, anche chi non è predisposto e sembra essere in perfetta salute. Per esempio ogni volta che tira il Fohn, un vento caldo e secco, nuovi soggetti iniziano improvvisamente a soffrire di meteoropatia.
A che cosa è legato questo disturbo?
Dipende dal fatto che alcune persone percepiscono le variazioni meteorologiche come fattore di stress. Spesso si tratta di individui che sono già cronicamente stressati per altri motivi, di tipo familiare, lavorativo o sociale, e che quindi non riescono a reagire in modo sano a determinate condizioni ambientali come il caldo, la pioggia, il vento, ecc…
Che cosa si può fare per curare la meteoropatia?
Il nostro centro è l’unico in Italia che se ne occupa in modo sistematico. Sia attraverso terapie tradizionali, sia con quelle complementari come la medicina termale, la fitoterapia, l’omeopatia e le tecniche di rilassamento. In passato ci siamo anche dedicati a prevenire questa patologia, pubblicando sul nostro sito Internet le previsioni sugli eventi ambientali che possono determinarla e i consigli da seguire per la popolazione a rischio. Un servizio che riprenderemo a partire da quest’estate su una pagina già predisposta (e che è visibile cliccando qui , Ndr).
Quali sono i consigli pratici per chi si trova nel mezzo di una crisi meteoropatica e che cosa possono fare i suoi familiari per assisterlo?
Dipende dai sintomi. Se per esempio si avvertono palpitazioni e cardiopalma, la cosa da fare è ricorrere a una terapia anti-stress ed evitare di affaticarsi, per esempio coricandosi e non andando al lavoro. Un’altra tipologia di sintomi è quella di chi avverte malesseri come apatia, depressione, irritabilità, nervosismo, difficoltà a concentrarsi, stanchezza nervosa e sindromi ansiose. In queste circostanze occorre rivolgersi a uno psicologo o a un neurologo, a seconda dei casi. Ed è molto importante che i familiari stiano vicino al malato, rivolgendogli tutte le attenzioni necessarie. Che invece sono inutili per chi ha altri tipi di problemi, sempre causati dalle variazioni del tempo, come il riacutizzarsi di ulcere o di malattie cronico-degenerative. In questi casi l’unico rimedio è rivolgersi agli specialisti di questi disturbi, per chiedere loro di prescrivere i farmaci più indicati.
In quale modo l’architettura e l’arredamento possono influire sulla meteoropatia?
Talora anche in modo notevole, in particolare per quanto riguarda la Sindrome affettiva stagionale detta anche Sad. Una malattia che colpisce soprattutto i Paesi del Nord Europa, dove la luce solare nei mesi invernali è scarsa. E alla quale in Italia è più predisposto chi risiede nel Settentrione, soprattutto dove c’è molta nebbia come in Pianura padana. In questi casi orientare le stanze verso sud o utilizzare colori luminosi per l’arredamento, sono accorgimenti utili che possono attenuare le sofferenze del malato.
Per alleviare la meteoropatia sono meglio il mare o la montagna?
Nel nostro centro studiamo anche la climatoterapia, cioè una forma di cura che si giova delle caratteristiche positive insite in nove differenti tipi di climi. Per decidere quali siano i migliori bisogna considerare sia le possibili controindicazioni sia le preferenze del paziente. Occorre da una parte fare attenzione al fatto che, per esempio, per chi ha problemi respiratori è meglio non scegliere la montagna, dove la quantità di ossigeno è inferiore rispetto alla pianura. Ma per il resto ci basiamo sempre sulle preferenze dei pazienti, in quanto l’aspetto psicologico nella meteoropatia gioca un ruolo molto importante.
Sul sito del Centro di ricerca in bioclimatologia sono classificati i diversi tipi di climi e, per ciascuno, specificate le patologie per le quali sono più indicati. La pianura per esempio è consigliata per chi soffre di crisi di ansia o agorafobia. I boschi e le colline per chi ha nevrosi con disturbi somatizzati. La bassa montagna per i soggetti stressati per lavoro, cause familiari o sociali. La media montagna per le crisi depressive. L’alta montagna per la difficoltà di attenzione e concentrazione. Il clima alpino e appenninico di solito va bene soltanto per i soggetti fisicamente sani, ma possono reagirvi bene anche alcuni anziani. I grandi laghi per la sindrome del climaterio, che si manifesta nella donna durante il periodo che precede la menopausa. Il clima continentale per i disturbi di personalità. Il clima marino infine per le forme depressive, purché di tipo non grave perché il mare ha un forte effetto stimolante sul sistema nervoso.
(Pietro Vernizzi)