L’auto tutta elettrica sta scaldando i motori. Oops! Ma non c’è nessun motore da scaldare. Quelle che faranno il loro debutto nei prossimi mesi e vedranno l’avvio della diffusione massiccia nel 2011 saranno vetture esternamente uguali alle attuali ma internamente molto diverse. Lo ha descritto in modo sintetico il presidente di A2A Giuliano Zuccoli intervenendo ieri al convegno “Una scossa alla città” promosso dalla rivista Espansione in occasione della presentazione dei risultati della ricerca “Gli italiani e l’auto elettrica” realizzata in collaborazione con Interactrive Market Research.



Come è fatta allora un’auto elettrica? C’è uno chassis, con le 4 ruote (più quella di scorta), c’è la carrozzeria sotto la quale però – dice Zuccoli – non c’è quasi niente: un motore elettrico, che non è così grande, un inverter che trasforma corrente continua in alternata, un riduttore meccanico che adatta la velocità e poi c’è l’apparecchiatura per la ricarica delle batterie. Infine c’è il pacco delle batterie, che è sempre stato il punto dolens nello sviluppo di questo mezzo di trasporto ma che ora, con le tecnologie al litio, al sodio e altre soluzioni innovative, sta perdendo il suo carattere critico.



Anche se è ancora presto per cantare vittoria, perché c’è un fattore che ogni buon tecnologo non può trascurare: il costo. Il presidente di Anfia, Eugenio Razelli, ha ricordato che una batteria al litio per una tipica city car costa oggi tra i 6 e i 7 mila euro e ciò condiziona non poco le scelte degli utenti: “è una sfida ancora tutta da combattere. Il costo delle batterie è ancora un problema che allunga l’asse dei tempi deòl’affermazione piena dei nuovi modelli”. Ciò è confermato da uno dei dati più interessanti della ricerca condotta da Espansione: il 70% degli intervistati si dichiara disposto ad acquistare un auto elettrica ma a condizione che non costi più delle altre: condizione per ora del tutto disattesa.



In ogni caso, resta il fatto che non ci sono motori da scaldare; c’è da fare solo il pieno di elettroni. Dove? “Alle colonnine distribuite nella città”, potrebbero rispondervi i sindaci di Milano, Brescia, Pisa e Roma, che hanno già varato programmi e accordi precisi in tale direzione. Ma anche al supermercato, dove la vostra auto si potrà caricare mentre fate la spesa. Poi, naturalmente, a casa vostra, ogni sera, come si fa col cellulare e con ogni altro aggeggio utilizzato in versione mobile. E ci sono anche soluzioni alternative, come quella di sostituire, in pochi minuti, la batteria scarica con una già caricata da appositi service. Si aggiunga che, come ha notato sempre Zuccoli, la corrente c’è dovunque , in città e fuori, e non è così difficile utilizzarla.

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Insomma, si vedono solo pregi per l’auto elettrica: è pulita, silenziosa, ha un motore ad alto rendimento, ha uno spunto altissimo. Una prova su strada nel centro di Milano, come è stato possibile fare ieri, non fa che confermare questi aspetti positivi; soprattutto la semplicità e comodità di guida e la silenziosità (che peraltro ha le sue controindicazioni, subito evidenziate dai pedoni che non ci sentivano sopraggiungere).

 

Ma anche una buona maggioranza dei cittadini, pur senza una prova diretta, mostra un atteggiamento estremamente favorevole. La ricerca presentata da Espansione lo documenta chiaramente: l’auto elettrica piace a un italiano su tre. Questo almeno il responso del campione di 1000 intervistati, dei quali solo un 8% si dichiara decisamente contrario. Colpisce tra l’altro la motivazione addotta per l’acquisto tra chi che vorrebbe comprare l’auto elettrica, il 62,8% mette al primo posto la riduzione dell’inquinamento, mentre il risparmio è indicato solo dal 17,6% del campione.

 

Tra i motivi di incertezza al primo posto viene indicata l’autonomia delle batterie e la mancanza di infrastrutture per la ricarica, problema segnalato dall’82,8% del campione; il secondo timore è che velocità e accelerazione siano lontane da quelle dell’auto a scoppio (73,5%). Se è vero che le infrastrutture per la ricarica ancora non sono diffuse, va detto che una citycar elettrica ha attorno ai 150 km di autonomia, perfettamente adeguata alle esigenze di mobilità quotidiana degli italiani: in media la distanza casa-ufficio è di 17 km, e solo per un italiano su 5 supera i 20 km, anche in questo caso abbondantemente alla portata dell’auto a batteria.

 

Quanto alla tipologia di autoveicolo, il 70% del campione indica nelle citycar il modello più coerente per l’auto elettrica: tutti concordano che le vetture elettriche siano adatte agli spostamenti in città, mentre solo poco più di un italiano su quattro le ritiene adeguate anche per i lunghi spostamenti.