La gravità non esiste. E’ la teoria di Erik Verlinde, fisico matematico che sta suscitando un ampio dibattito in seno alla comunità accademica. La teoria di Erik Verlinde, secondo la quale la gravità non esiste, è presa molto sul serio da numerosi colleghi dello scienziato.
La gravità non esiste. E’ tutta un’illusione. Una delle certezze più solide dell’umanità, un‘evidenza empirica alla quale Newton diede un nome, ma che da sempre fa parte dell’archetipo bagaglio di nozioni che l’uomo possiede, è una menzogna. Non sarebbe nient’altro che l’effetto visibile di una causa invisibile che agisce ad un livello della realtà ben più profondo del manifesto. E’ la teoria di Erik Verlinde, un fisico matematico olandese-americano di 48 anni, già noto per la “teoria delle stringhe” e dell’universo olografico, e sta facendo discutere il mondo accademico che, nonostante l’eccentricità dei suoi assunti, lo sta prendendo molto sul serio. Secondo alcuni scienziati, infatti, le teorie di Verlinde potrebbero illuminare alcune delle controversie più in voga di questi tempi, come l’energia o la materia oscure, entità che – rispettivamente – contribuirebbero e limiterebbero l’espansione dell’universo.
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Tra i colleghi che non nascondono la propria ammirazione per le teorie di Verlinde, c’è Andrew Strominger, fisico-matematico di Harvard: «Queste idee stanno ispirando discussioni molto interessanti, vanno dritte al cuore di tutto ciò che non comprendiamo del nostro universo». Secondo il modello di Verlinde, la gravità non sarebbe altro che una forma di entropia, un «effetto collaterale della propensione naturale verso il disordine». Si tratterebber, in sostanza, di una pura casualità.