Aria condizionata sì o aria condizionata no? In ufficio, a casa e anche in auto sorgono spesso delle discussioni tra i tifosi del freddo e quanti preferiscono la temperatura ambiente. Senza la pretesa di dirimere la questione, è importante conoscere i rischi cui si va incontro accendendo il condizionatore e gli accorgimenti da adottare per evitare di rovinarsi la salute. Se infatti in alcuni casi, soprattutto per gli anziani, l’aria condizionata è una necessità, è meglio evitare di accenderla a palla perché la lista delle conseguenze per la salute è pressoché sterminata. E non sono soltanto le persone ad ammalarsi per colpa degli sbalzi di temperatura. Gli esperti hanno di recente diagnosticato la cosiddetta «Sindrome dell’Edificio Malato», che in sette palazzi su dieci è provocata proprio dai condizionatori e che peggiora significativamente la salute di tutti coloro che ci vivono o ci lavorano.
Come sottolinea il sito angelini.it, il principale pericolo per il nostro apparato respiratorio è legato al fatto che spesso d’estate si passa in pochi istanti dal clima tropicale all’esterno degli edifici a quello polare nelle stanze. E il freddo intenso provoca una specie di blocco delle difese naturali del sistema respiratorio perché riduce l’afflusso di sangue alle mucose di naso e trachea. Con la conseguenza di paralizzare le minuscole ciglia vibratili che rivestono le pareti interne, la cui funzione è quella di allontanare dal nostro corpo i microrganismi presenti nell’aria che respiriamo. Ma nei filtri degli apparecchi si annidano anche pollini, acari (che possono provocare attacchi d’asma nei soggetti allergici) e bacilli di ogni tipo (batteri, funghi, muffe ecc).
Tra questi riveste particolare importanza la Legionella pneumophila che provoca la malattia del legionario. Questo microrganismo vive e si riproduce molto bene nell’ambiente caldo-umido presente all’interno dei condizionatori d’aria e la malattia di cui si rende responsabile è caratterizzata da febbre, tosse e sintomi gastrointestinali (nausea, vomito, diarrea) e perfino bronco-polmonite. Come sottolinea inoltre Calogero Foti, associato di Medicina fisica e riabilitativa dell’Università degli studi di Roma Tor Vergata, «l’aria non deve mai essere troppo gelida rispetto alla temperatura esterna (non più di 6-8°C), mai diretta, mai troppo continua. Inoltre è bene ricordare di controllare ogni tanto il tasso di umidità (che non deve scendere sotto il 35% o andare sopra il 70%)».
Anche perché «bisogna ricordarsi che l’uomo ha in sé delicati sistemi omeostatici in grado di fargli tollerare anche elevate temperature. Quindi, specie la sera, mai dormire con l’aria condizionata accesa per tutta la notte, ma solo nelle prime ore di sonno. Pena probabili risvegli con diffuse mialgie (dolori muscolari, Ndr)». Inoltre, come spiega il sito web lifegate.it , il condizionatore portatile va sistemato a due metri circa dalla zona in cui si sta più spesso, avendo l’accortezza di girarlo in modo che l’aria sia rivolta nella direzione opposta a dove si trova la testa. Meglio utilizzare l’apparecchio qualche tempo prima di soggiornare nella stanza, per poi metterlo al minimo o spegnerlo. L’ideale è un impianto di condizionamento distribuito su tutta la casa, magari dotato di un impianto di deumidificazione, un aiuto in più per chi non sopporta il caldo.
Infatti, è l’alto tasso di umidità a rendere il caldo davvero insopportabile. Il sudore non si asciuga più e la sensazione di bagnato e oppressione provoca cali di pressione, spossatezza e insonnia. Infine altri accorgimenti vanno adottati quando si passa da un ambiente molto caldo a uno molto freddo e viceversa. «Bisogna prima di tutto evitare tutti i passaggi caldo-freddo – spiega su tantasalute.it Fabrizio Pregliasco, virologo e specialista in Igiene e medicina preventiva alla Statale di Milano -. Ad esempio quando usciamo dalla macchina o entrando in un ufficio con l’aria condizionata. Il consiglio è quello di “compensare” nel passaggio da un ambiente all’altro, abituandosi gradualmente alla temperatura più fredda in un luogo intermedio, ad esempio l’atrio dell’ufficio».
Per Pregliasco inoltre «rimane comunque valido il buonsenso, come l’uso di sciarpette, o più in generale il restare ben coperti dove c’é l’aria condizionata. Uno sbalzo sotto i 4-5 gradi va bene, anche se ultimamente ci sono state modificazioni del clima anche intense, e non ci si può fare molto». E oltre a danneggiare la salute delle persone, l’aria condizionata può fare ammalare anche l’intero edificio. Come sottolinea sul sito climatizzazionenews.it l’esperto di manutenzione dei condizionatori, Alessio Galbusera, «studi recenti hanno evidenziato che oltre il 70% dei problemi legati alla qualità dell’aria in ambiente (IAQ, Indoor Air Quality) sono da imputare agli impianti di condizionamento e che, in questo caso, la causa principale è da ricercare nella incompleta, inadeguata o inesistente manutenzione dell’impianto stesso».
LA «SINDROME DELL’EDIFICIO MALATO» – E aggiunge Galbusera: «I condotti dell’aria, che costituiscono i «polmoni» di un edificio, possono accumulare polveri, sporcizia, catrame, fumo di sigarette, microrganismi di ogni genere e corpi estranei di varia natura». Con l’accumulo di sporcizia negli impianti, in particolare nelle canalizzazioni dell’aria, che è destinato ad aumentare, provocando anche un possibile distacco di polveri, smog e materiale sporco e contaminato, che veicolano agenti patogeni nell’ambiente e che vengono quindi respirati dagli occupanti, con conseguenti malesseri e allergie. E la conseguenza, rivela Galbusera, è la «Sick Building Syndrome, cioè la Sindrome dell’Edificio Malato, causata in larga misura dalla contaminazione degli impianti di condizionamento». La sindrome dell’edificio si verifica «quando almeno il 20-30% degli occupanti soffre di una serie di sintomi quali emicrania, ostruzione nasale e prurito, irritazione e bruciore agli occhi, disturbi respiratori e sonnolenza. I dipendenti di un’azienda lavorano male e si mettono spesso in malattia? Spiegate a Brunetta che non sono dei fannulloni, ma che la colpa è tutta degli impianti di condizionamento che hanno causato una Sindrome dell’Edificio Malato.
E proprio per correre ai ripari, nel 2006 il ministero della Salute ha stilato un decalogo sull’aria condizionata che resta attuale ancora oggi:
1) Chiudiamo le porte e le finestre quando c’è l’aria condizionata;
2) Fissiamo il termostato a non più di 3-4 gradi inferiori alla temperatura esterna: mettere il termometro alla temperatura minima non raggiunge un condizionamento utile mentre spreca molta energia;
3) Dopo aver raffreddato il nostro ambiente, regoliamo l’apparecchio sulla deumidificazione se disponibile: miglioreremo il nostro benessere con un notevole risparmio di energia;
4) Per condizionare un ambiente dobbiamo aspettare il tempo necessario: abbassare al massimo il termostato non riduce questo tempo;
5) Proteggiamo gli ambienti dal sole con le tende riducendo l’irraggiamento diretto delle stanze;
6) Chiudiamo l’aria condizionata quando usciamo di casa;
7) Usiamo vestiti leggeri ed ariosi, evitiamo maglie pesanti a protezione dal freddo dell’aria condizionata, ma che ci espongono a forte sudorazione quando cambiamo ambiente;
8) Provvediamo a che i filtri degli apparecchi di condizionamento siano cambiati o puliti regolarmente;
9) Un ventilatore può aiutarci ad abbassare ulteriormente la temperatura dell’aria con un consumo energetico molto inferiore all’apparecchiatura dell’aria condizionata: un appropriato uso dei due apparecchi insieme può dare dei vantaggi;
10) Curiamo la sicurezza elettrica del nostro impianto.
(Pietro Vernizzi)