Lutetia, l’antica Parigi ben nota ai lettori di Asterix, è anche il nome di un asteroide scoperto nel lontano 1852 dall’Osservatorio della capitale francese. Domani sera Lutetia sarà protagonista di un incontro ravvicinato, di quelli che gli astrofisici chiamano flyby, con la sonda spaziale Rosetta, che dal 2004 sta viaggiando nel Sistema Solare in vista di un altro ancor più spettacolare rendez-vous con una cometa.



Tra gli scienziati che attendono l’evento con comprensibile suspence, c’è Cesare Barbieri, professore di astronomia all’università di Padova e responsabile della realizzazione e delle attività scientifiche di una delle più potenti apparecchiature a bordo della sonda.

Partiamo dalla missione Rosetta: quali sono i suoi principali obiettivi scientifici?



L’obiettivo scientifico primario è lo studio di comete e asteroidi, cioè di cosiddetti “corpi minori” del sistema solare. Essi contengono importanti informazioni sullo stato originario della materia da cui si è formato il sistema solare stesso e sulla sua seguente evoluzione dinamica, chimica, mineralogica, e forse anche biologica. In particolare la missione Rosetta studierà la cometa chiamata Churiumov- Gerasimenko (i nomi dei due scopritori russi), che orbita tra Giove e il Sole, e due asteroidi della “fascia principale degli asteroidi” situati tra le orbite di Marte e di Giove.



La missione europea Rosetta è molto ambiziosa: porta a bordo non solo vari strumenti per studi da remoto (camere fotografiche, spettrografi, misuratori di polveri ecc.) ma anche un modulo chiamato Philae che verrà fatto atterrare sulla cometa Churiumov- Gerasimenko nel 2014.

La sonda ha già effettuato un incontro ravvicinato con un asteroide: come è andata?

Il 5 settembre 2008 la sonda ha sorvolato l’asteroide Steins, piccolo (5 km di diametro) ma di una varietà molto rara. L’asteroide è stato studiato molto bene, in particolare dalle due camere fotografiche del sistema di immagini OSIRIS, cui l’Università e l’Osservatorio astronomico INAF di Padova (raggruppati nel Centro Interdipartimentale CISAS Giuseppe Colombo, diretto da Piero Benvenuti) hanno apportato un contributo scientifico e tecnico di primaria importanza. L’asteroide assomiglia a un diamante, ma è fortemente craterizzato, a indicare una tormentata storia di scontri con altri piccoli frammenti. Nelle immagini si può notare il grande cratere nella parte superiore, di oltre 2 km di diametro.

Quando avete avuto la conferma della possibilità del flyby con l’asteroide Lutetia e che tipo di incontro sarà?

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Dopo il sorvolo di Steins, la sonda è ritornata verso la Terra per ricevere l’ultima spinta gravitazionale verso la cometa. Il sorvolo della Terra, perfetto, è avvenuto il 13 novembre 2009 e da allora Rosetta sta filando ad altissima velocità verso l’orbita di Giove, ove incontrerà la cometa. Dal novembre scorso quindi sappiamo che la navigazione della sonda sarà regolarissima e che in particolare Rosetta passera a circa 3.000 km di distanza dal grande asteroide Lutetia (100 km di diametro) domani. Il sorvolo durerà in effetti poche ore, data l’altissima velocità della sonda rispetto all’asteroide, circa 15 km/s (54.000 km/ora). La minima distanza sarà raggiunta verso le ore 18. In queste poche ore OSIRIS invierà a terra centinaia di immagini di Lutetia, attraverso vari filtri colorati per studiarne forma, rotazione, craterizzazione, mineralogia e così via: un insieme unico di informazioni scientifiche.

 

Che cosa si sa attualmente di Lutetia? E cosa vi aspettate dall’incontro?

 

Sappiamo quello che ci possono dire le osservazioni da Terra, cioè l’orbita, le dimensioni e la forma approssimative, più alcune caratteristiche mineralogiche della superficie. Lutetia non solo è molto più grande di Steins, ma è anche molto diversa come mineralogia e probabilmente come origine. Ci si aspetta che la superficie sia più primitiva di quella di Steins, e forse con diverse caratteristiche di crateri; ma è meglio non azzardare previsioni che tipicamente vengono smentite e aspettare l’evento. C’è un tipo di informazioni che né le immagini né gli spettri potranno darci, cioè la massa dell’asteroide. Per ottenere questo parametro, Rosetta porta a bordo un precisissimo trasmettitore a radiofrequenza, capace di misurare con grande precisione le accelerazioni gravitazionali che la massa dell’asteroide produrrà sulla sonda. E da qui, per le leggi fondamentali di Newton, sapremo la massa e infine anche la densità. Come si vede Rosetta è un insieme di strumenti complementari, la più completa missione mai lanciata nello spazio interplanetario.

 

Qual è il contributo italiano alla missione Rosetta?

 

Rosetta è missione dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e pertanto tutte le nazione europee hanno contribuito alla costruzione e operazione della strumentazione scientifica di bordo. Anche la NASA americana ha messo a bordo di Rosetta due potenti strumenti. Ma in questo quadro internazionale l’Italia gioca un ruolo di primissimo piano. Oltre al già ricordato dispositivo per immagini OSIRIS, l’Italia (con i fondi dell’Agenzia Spaziale Italiana ASI) ha fornito lo spettrografo infrarosso VIRTIS (INAF Roma), il misuratore di polveri GIADA (INAF Napoli) e vari dispostivi a bordo di Philae (Politecnico di Milano). Anche sul satellite vero e proprio c’è molta tecnologia italiana, costruita da varie primarie aziende come Thales Alenia a Torino e Roma e Selex Galileo a Firenze.

 

(a cura di Mario Gargantini)

 

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