Pochi giorni fa, la sonda NEEM ha toccato il suolo. Ma non è il suolo di un altro pianeta e la sonda non ha viaggiato negli spazi interplanetari. Si tratta invece della punta perforatrice di un carotiere, che ha scavato nello strato di ghiaccio della Groenlandia per la bellezza di 2537,36 metri arrivando a toccare lo strato roccioso sottostante.
Da quella profondità ha potuto estrarre una carota glaciale vecchia circa 130.000 anni e corrispondente al periodo geologico noto come Eemiano, cioè l’ultimo periodo interglaciale prima del nostro: da qui il motivo della sigla NEEM che sta per North Greenland Eemian Ice Drilling, cioè perforazione dei ghiacci eemiani nel nord della Groenlandia (non troppo lontano da dove si è staccata la montagna di ghiaccio, nello stretto di Nares; ma tra i due fenomeni non c’è alcun nesso).
È un progetto avviato nel 2007, condotto da un consorzio di 14 nazioni con capofila la Danimarca e che coinvolge 300 ricercatori interessati a studiare quelle carote ghiacciate, preziosi testimoni delle condizioni ambientali del lontano passato. Analizzando infatti le minuscole bolle d’aria intrappolate nei blocchi di ghiaccio e incrociandole con una serie di altre informazioni geologiche, è possibile ricostruire al clima di quell’epoca.
Perché l’interesse per un periodo come l’Eemiano? Perché, secondo le ricerche più recenti, tra i 130.000 e i 115.000 anni fa la temperatura della Terra doveva essere in media di 2 o 3 gradi centigradi superiore a quella attuale, fino ad arrivare nel nord Europa a 5 gradi in più. Quei 2-3 gradi di aumento sono quelli che, secondo alcune stime, potrebbero affliggere il pianeta verso la fine del XXI secolo e quindi la conoscenza dettagliata della situazione eemiana può rivelarsi utile per prevedere il clima del nostro futuro remoto. Dall’analisi delle carote eemiane i geologi sperano di capire se il clima di quegli anni si è mantenuto stabile o instabile e se ci sono stati bruschi mutamenti che potrebbero quindi riprodursi nei prossimi decenni.
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Ma cosa si misura precisamente dopo aver estratto una carota di ghiaccio? Anzitutto le bolle di gas incastonate nei cristalli di neve offrono ai ricercatori dei campioni dell’atmosfera del passato e consentono di determinarne la composizione e di valutare la presenza e l’entità di gas serra. Si possono poi calcolare i rapporti isotopici, cioè i rapporti delle concentrazioni dei diversi isotopi di alcuni elementi chimici, dai quali ricavare le temperature di quelle epoche sul territorio in esame e nelle zone dove si era prodotta l’umidità che poi si è riversata sotto forma di precipitazioni sulla superficie ghiacciata.
L’analisi delle impurità nel ghiaccio permette di dedurre il carico di impurità presenti allora nell’atmosfera; mentre la stessa struttura del ghiaccio, la sua temperatura e i residui di materiale biologico forniscono ulteriori informazioni utili per la ricostruzione dello scenario climatico dei periodi in esame.
Il progetto NEEM può anche fare nuova luce sul ritmo di cambiamento del livello del mare. Se lo strato di ghiaccio che copriva la Groenlandia si è sostanzialmente ridotto durante l’Eemiano, ciò potrebbe indicare un suo ruolo nella produzione dell’innalzamento di cinque metri del livello marino determinatosi in quel periodo. Secondo alcuni studiosi l’attuale livello dei mari potrebbe innalzarsi di un metro entro il 2100; ma ci sono molte incertezze nello stimare la possibile risposta dello strato ghiacciato al riscaldamento dell’atmosfera e ai mutamenti delle temperature oceaniche.
Non c’è però solo il clima negli obiettivi del progetto NEEM. Come hanno dichiarato i responsabili della ricerca, gli ultimi due metri di carotaggio si sono rivelati di particolare interesse in quanto contengono frammenti di rocce e di materiale biologico che documentano la situazione degli antichi ecosistemi. I geologi si aspettano carote ricche di DNA e di particelle di polline, dalle quali i colleghi biologi potranno trarre informazioni sulla vegetazione che ricopriva la Groenlandia quando era ancora una terra-verde (greenland).
Bisogna ora aspettare la fine del 2010, quando dovrebbero essere disponibili i risultati completi delle indagini.
(Michele Orioli)