Inizia la settimana delle stelle, quelle vere e quelle cadenti che, come è noto, non sono stelle ma sciami di frammenti di comete. Quest’anno c’è il vantaggio della Luna nuova e quindi, nuvole permettendo, lo spettacolo è assicurato; soprattutto per chi potrà sistemarsi in una zona lontana dalle luci cittadine e mettersi su una comoda sdraio col naso all’insù per qualche ora.



Vediamo allora di formulare una piccola guida per un possibile tour celeste, seguendo il metodo utilizzato fin dall’antichità che suggerisce di rintracciare nel cielo punti, linee e figure geometriche facilmente riconoscibili e che possono orientare il nostro sguardo.

Iniziamo da un triangolo, quello che apparirà a Occidente subito dopo il tramonto: sono i tre pianeti Venere, Marte e Saturno, che proprio in questi giorni assumono la particolare disposizione trilaterale: Venere molto luminosa, gli altri due meno ma ugualmente riconoscibili, anche se Saturno è un po’ basso sull’orizzonte.



Un altro triangolo è il classico triangolo estivo formato, questo sì, da tre stelle di tutto rispetto. Lo si rintraccia guardando esattamente sopra la nostra testa in verticale (cioè puntando allo zenit) dove brilla Vega, nella costellazione della Lira a circa 27 anni luce da noi. Non sarà poi molto difficile connetterla a Deneb, l’astro più luminoso della costellazione del Cigno, uno dei disegni più evidenti della volta celeste per la sua forma a croce. Dalle due stelle così individuate si potranno disegnare i tre lati della figura andando verso Altair, nella costellazione dell’Aquila, meno luminosa di Vega anche se più vicina a noi, a soli 17 anni luce.



Se cercate una stella che possa gareggiare in luminosità con Vega dovete spostarvi verso Nord- Ovest prolungando il segmento che unisce le ultime due stelle dell’Orsa Maggiore e vi apparirà Arturo, nella costellazione di Boote.

Tornando ai pianeti, non potete perdervi Giove, il gigante del sistema solare che sorge un po’ più tardi, verso le 23, non molto lontano dal visibilissimo quadrato di Pegaso, ma poi domina queste nottiferragostane andando a occupare una zona di cielo piuttosto povera di stelle luminose.

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Nel frattempo, se siete fortunati, avrete visto qualche puntino luminoso solcare velocemente il cielo in direzione Nord-Est per poi dissolversi nel buio notturno. Sono le tanto attese stelle cadenti, immortalate da Giovanni Pascoli e spiegate per la prima volta nel 1866 come sciame di origine cometaria da Giovanni Virginio Schiaparelli, che fece notare come le orbite descritte dalle “stelle cadenti” coincidano con quelle di alcune comete identificate in passato.

 

Schiaparelli spiegò anche la causa della formazione degli sciami, dovuti alla progressiva disgregazione della cometa nell’avvicinarsi al Sole: i suoi frammenti, intercettati dall’atmosfera terrestre, si infiammano per l’attrito e diventano luminosi pur essendo di dimensioni millimetriche.

 

Quest’anno le Perseidi avranno la loro massima attività tra il 12 e il 13 agosto, quando pioveranno nei nostri cieli a ritmi mediamente fra 50 e 100 per ora. Sono dette Perseidi perché la zona dalla quale sembrano irradiarsi corrisponde alla costellazione di Perseo, poco distante da Cassiopea ma più bassa sull’orizzonte.

 

La cometa generatrice delle briciole delle Perseidi è la 109P/Swift-Tuttle scoperta dai due astronomi dei quali porta il nome nel luglio 1862 nella costellazione della Giraffa. È una cometa con un periodo orbitale di circa 130 anni e infatti è stata riosservata nel 1992. Attualmente non è visibile avendo una magnitudine di 31,4 ed essendo distante circa 22 Unità Astronomiche (pari a 3396 milioni di km); tornerà ad avvicinarsi alla Terra nel 2126 per offrire uno spettacolo supplementare di “lacrime di san Lorenzo”.

 

Intanto godiamoci questa settimana speciale. Nella quale il libro del cielo presenta una pagina tutta da leggere e da decifrare, ricca di segni che vanno a comporre un’unica grande firma, un unico immenso autografo.