Si dice spesso che in Italia non mancano talenti scientifici di livello internazionale; e non è un modo di dire. Le conferme di tale situazione sono continue: vengono dai risultati conseguiti da nostri ricercatori all’estero, ma anche da quelli raggiunti dai nostri stessi laboratori e centri di ricerca. E non mancano i riconoscimenti per così dire “ufficiali”, sotto forma di premi o di “grant”, cioè di finanziamenti indirizzati a specifici progetti di ricerca.



È il caso dello European Research Council (Erc) che, nell’ambito del progetto Ideas del VII Programma Quadro Unione Europea ha assegnato finanziamenti individuali dell’ordine di 1,5 milioni di euro a giovani ricercatori promotori di ricerche d’eccellenza. I grant dell’Erc sono stati pensati per stimolare la transizione verso l’indipendenza degli scienziati emergenti, indirizzati con molta probabilità verso brillanti carriere.



Tra i protagonisti della recente assegnazione dei fondi di ricerca europei ERC Starting Grant per quanto riguarda la fisica c’è Marco Fattori, giovane ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche afferente all’unità CNR-INO di Firenze con sede di lavoro presso il Laboratorio Europeo di Spettroscopie non Lineari (LENS) dell’Università di Firenze, che ha spiegato così a ilSussidiario.net il suo progetto vincente.

Come intende utilizzare i fondi ottenuti dal ERC?

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Il consistente finanziamento permetterà lo sviluppo di una nuova generazione di interferometri atomici, cioè dispositivi capace di rivelare il campo di forze agente su una nuvola di atomi freddi; sono quindi ottimi strumenti per misurare forze, in particolar modo la forza di gravità, con altissima precisione.



 

Su che principio si basano i dispositivi che andrà a realizzare?

 

Si tratta di apparecchiature che potremmo indicare anche come “sensori di forze”. Quelli che intendo realizzare sfrutteranno le leggi della meccanica quantistica, secondo la quale anche le particelle microscopiche atomiche hanno una natura ondulatoria come i fotoni della luce. In particolar modo nel mio progetto sfrutterò i cosiddetti condensati di Bose – Einstein, ovvero dei gas atomici ultrafreddi tali che le “onde atomiche” che li costituiscono oscillano all’unisono proprio come fanno i fotoni in un laser di luce.

 

Che tipo di misure si potranno fare con questi sensori?

 

Così come i laser di luce sono oggigiorno impiegati in interferometri ottici per la misura ultraprecisa di distanze, il laser atomico sviluppato nel nostro laboratorio permetterà la realizzazione di interferometri atomici ulta-sensibili ai campi di forze agenti sugli atomi; potremo quindi usare questi sensori per testare la validità delle leggi fondamentali della fisica.

Prevede anche delle possibili ricadute applicative?

 

Certo. Un interferometro del genere sarà anche un potente strumento per misurare la composizione del sottosuolo con ovvie ricadute nel campo della geofisica, vulcanologia e ricerca di giacimenti minerari e petroliferi.