Presso l’ospedale di Pisa e grazie all’innovativo sistema robotico Da Vinci, il Centro interdipartimentale di chirurgia robotica insieme ai colleghi del reparto di Ostetricia e Ginecologia del nosocomio toscano sono riusciti a praticare un isterectomia senza dover operare in modo invasivo la paziente, una donna di sessant’anni colpita da un tumore dell’endometrio. L’equipe medica è stata quindi capace di mettere in atto una “isterectomia single port”, cioè una rimozione dell’utero attraverso l’ombelico, in questo caso singola via d’accesso, permettendo alla paziente di essere già dimessa in buone condizioni di salute. Un grande passo in avanti quindi per la medicina, grazie all’utilizzo del robot Da Vinci, che poco tempo fa aveva salvato la vita ad un’altra donna di 43 anni, affetta da diabete, a cui è stato praticato un trapianto di pancreas, evitando un intervento chirurgico invasivo e complicato. Grazie al robot è infatti possibile dimezzare e migliorare il decorso operatorio grazie all’intervento che avviene per via laparoscopica, senza dover effettuare incisioni sul paziente. Membri dello staff dell’ospedale hanno spiegato che «è la prima volta in assoluto  che viene utilizzata con successo, con il robot, questa tecnica chirurgica mini-invasiva che consiste nell’introdurre tutti gli strumenti chirurgici nell’addome attraverso l’ombelico. In questo caso si tratta di strumenti da 5 millimetri, introdotti attraverso una microincisione di appena 2 centimetri, con il risultato finale di evitare cicatrici sull’addome grazie al vantaggio di utilizzare solo l’ombelico come porta di accesso chirurgico». Prima di usare il sistema Da Vinci, infatti, questa tecnica di rimozione dell’utero veniva usata in ambito medico, ma molto più raramente per la difficoltà nel gestire la strumentazione necessaria. Un problema che invece può tranquillamente risolvere un robot. «L’utilizzo del robot – continuano a spiegare dall’ospedale – ha permesso di superare tutti i limiti della chirurgia laparoscopica aggiungendo i vantaggi propri della chirurgia robotica come la visione tridimensionale, la mancanza di tremore e il controllo degli strumenti».



Con questo intervento, nel Centro interdipartimentale di chirurgia robotica pisano, conclude l’Aoup, «è possibile trattare anche patologie ginecologiche benigne e oncologiche utilizzando il robot attraverso una micro-incisione dell’ombelico».

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