Acqua minerale, acqua naturale, acqua in bottiglia e acqua del rubinetto. E’ un commercio intorno a cui girano grosse cifre, come dimostrano anche le pubblicità onnipresenti sul tema e anche un problema per tante parti del mondo. A Milano, e non solo, sta intanto prendendo sempre più piede, specie nei luoghi di ristorazione, la tendenza a servire acqua minerale ma non quella classica in bottiglia chiusa e sigillata. Acqua minerale del rubinetto trattata attraverso sistemi di filtraggio che dovrebbero rendere più pura e più salubre l’acqua. Invece, se non correttamente installati o manutenuti, l’acqua sporca e piena di batteri potrebbe proprio nascere dall’uso di questi depuratori.
In realtà, come ha spiegato a IlSussidiario.net il professor Massimo Labra, docente all’università della Bicocca di Milano, è solo una questione di gusto, ma non di reali motivi di salute. “Il concetto che l’acqua del rubinetto debba essere filtrata per essere buona e salubre è infondato dal punto di vista scientifico e medico. L’acqua del rubinetto erogata nelle abitazioni private, ma anche nei ristoranti di Milano è un’acqua ottima senza bisogno di alcun filtro. La controllano in continuazione ben due enti, il servizio idrico e l’Al che ne definisce la potabilità”.
Come mai allora questa smania dei sistemi di filtraggio? “Dell’acqua di Milano, si può dire al massimo che sia un’acqua medio dura, quella della zona centro nord ha poi un livello di nitrati medio, ma non è assolutamente fuori di parametri di salute”. Chiediamo al professor Labra cosa si intenda per acqua medio dura: “Il livello di acqua potabile si misura in gradi francesi. Secondo la direttiva europea per essere potabile è consigliabile sia tra i 15 e i 50 gradi francesi. Da 15 a 25 si definisce leggera, da 25 a 35 media e da 35 a 50 dura. Quella di Milano viaggia dai 35 ai 45 gradi francesi, ma questo non significa che essendo mediamente dura faccia venire i calcoli come diceva quella pubblicità degli anni Ottanta. Quando si hanno i calcoli si deve bere molta acqua, ma non c’è nessun bisogno che sia acqua leggera”.
Tornando all’uso dei sistemi di filtraggio, non sono dunque necessari come si ritiene normalmente? “Nell’acqua di Milano come si capisce dai continui controlli che vengono fatti non esiste problema né di contaminazione chimica né di micro batteri. Le analisi periodiche alle fontanelle pubbliche ad esempio lo dimostra ampiamente. Si tratta di un problema di gusto: il nostro palato quando beve acque leggere ha la sensazione di bere acqua migliori, più sane. Ecco a cosa servono i sistemi di filtraggio: non a eliminare impurità, ma a diminuire la gradazione dell’acqua in modo da renderla più gradita al consumatore. E’ dunque un problema di impressione del gusto, ma l’acqua filtrata non peggiora o migliora il benessere dell’organismo”.
Viceversa il sistema di filtraggio può invece danneggiare acqua che era assolutamente salubre: “Certamente, se non si fa manutenzione continua, specie nei periodi più caldi, estivi. I filtri sono delle specie di setaccino molecolari: i batteri vi trovano un nido perfetto per l’ambente caldo e umido. Se si tratta di un locale che non lavora molto, che non usa continuamente l’aria condizionata, se il filtro si trova al caldo si ha allora una concentrazione batterica. Vanno controllati e sostituiti continuamente, specie d’estate”. Il modo migliore dunque di bere l’acqua è dal rubinetto: “Esattamente. Il prossimo 15 ottobre come università lanciamo proprio il progetto “L’abbiamo imbroccata giusta” per invitare i locali pubblici di Milano a servire l’acqua del rubinetto invece di quella della bottiglia o di quella filtrata”.