L’Italia spaventata dalle denunce riportate nel programma di Rai Tre Report, sui danni provocati dall’uso del telefono cellulare. In realtà un problema che a corsi e ricorsi riemerge da anni, con accuse e smentite anche da parte di studi di organizzazioni internazionali della sanità. Difficile venirne a capo e quanto detto recentemente nell’inchiesta di Report ha riaperto il caso suggerendo che l’uso del cellulare provoca tumori al cervello e all’orecchio e che tali dati siano stati oscurati ad arte dalle compagnie telefoniche. Per il professor  Gabriele Falciasecca della facoltà di ingegneria dell’università degli studi di Bologna, specializzato in campi elettromagnetici, ordinario di  “Microonde” dal 1980, e attualmente anche Presidente di Lepida S.p.A., la società degli Enti pubblici della Regione Emilia-Romagna che gestisce le telecomunicazioni pubbliche regionali, contattato da IlSussidiario.net, sono molti anni che si cerca di arrivare a un risultato, ma un vero risultato attendibile sul caso non esiste. “Se ci fosse stato un effetto veramente grave dal punto di vista quantitativo lo avremmo visto” dice. “Si è detto che con il telefono cellulare si era innescato un meccanismo dannoso come l’automobile per  la quale sacrifichiamo ogni anno 5mila ragazzi, ma se fosse così ce ne saremmo accorti, non ci sarebbe stato bisogno di uno studio, avremmo cioè visto la crescita di quel tipo di tumore così come si è visto per certe malattie ai polmoni per l’inquinamento nelle città”.



Professore, il programma Report ha denunciato la conclusione di studi che proverebbero la dannosità dell’uso del telefono cellulare.
Bisogna dire che a suo tempo, sette o otto anni fa,  quando ci fu il primo momento di grande agitazione a riguardo di questa problematica,  il ministero mise in piedi un sistema di monitoraggio sotto osservazione periodica di certe zone del territorio. Un tipo di controllo sistematico per rassicurare la popolazione di fronte al dubbio che qualcuno aveva che i controlli venissero fatti una tantum in momenti in cui i gestori venivano avvisati e abbassavano i livelli di potenza.
Il risultato?
Le centraline venivano controllate  24 ore su 24 per diversi giorni e i risultati per quanto riguarda la telefonia furono soddisfacenti. I problemi piuttosto ci furono per alcuni impianti radiotelevisivi, questo perché nel caso della televisione c’è molto più interesse a lavorare con potenze più elevate.
Del tipo?
Un impianto televisivo può fare un kw di potenza e un impianto in città di telefonia mobile quando fa 20, 30 watt è sufficiente.Soprattutto l’operatore di telefonia ha interesse a tenere sotto controllo la potenza perché se da un lato è positivo averne, da un altro questa può dare interferenza. Non possono cioè lavorare con potenze più grandi di quelle strettamente necessarie. Il problema dei gestori è piuttosto quello di utilizzare al meglio determinati filtri dove hanno le antenne, non alzare la potenza, ma invece di mettere su un sito nuovo usare quello dove ci sono ancora i vecchi impianti del gsm e così via.
Viene effettuato un controllo continuo anche adesso?
Le agenzie Arpa controllano nei vari siti facendo calcoli e misure e verificando non si ecceda la potenza che un sito può sopportare. Ogni sito va valutato a seconda di dove si trova: se c’è una casa di fronte è diverso che avere cento metri di spazio libero.
Entrando nello specifico delle denunce sulla salute per quanto riguarda i cellulari?
E’ una problematica che si trascina da moltissimo tempo. Sono stati fatti studi di tutti i tipi e se è vero che si può dire che essi non sono abbastanza, è vero che a conclusioni definitive rassicuranti come vorremmo non ci siamo arrivati.
Non esiste dunque un dato preciso.
Si è provato veramente di tutto per studiare gli effetti dell’uso del cellulare, dal rischio dell’uso quando si guida ed è un fatto accertato, anche se non si mette mai in evidenza che il vero rischio accade dopo l’uso del cellulare durante la guida e non durante l’uso dello stesso.
Perché?
Perché è un problema di attenzione. E’ nei due minuti successivi che, specie se la telefonata è stata particolarmente impegnativa, si continua a pensare a quello di cui si è parlato ed è il momento di massimo rischio incidente. Paradossalmente quando uno telefona sa il rischio che sta correndo ed è compensato, dopo la telefonata smette di pensarci e pensa alla telefonata stessa per uno spazio di circa due minuti.



Altri studi?
Ci si è occupato del rallentamento dei riflessi: alcuni studi dicono che l’uso del cellulare li diminuisce, altri dicono il contrario. Ci sono insomma studi di vario tipo che ancora non hanno dato una risposta chiara.
Si cita spesso il progetto Interphone a livello di studi.
E’ il più importante progetto di studi a livello europeo su questa problematica, quello  a seguito del quale è stato deciso che i campi elettromagnetici sono cancerogeni, ma i risultati ottenuti non sono utilizzabili per trarre delle conclusioni.
Perché?
Perché  si sono ottenuti risultati contrastanti fra di loro. Dalle statistiche sul caso che impressiona di più l’opinione pubblica, quello cioè del tumore all’orecchio per uso di cellulare, è venuto fuori un aumento di rischio dalla parte con cui uno usa il telefono e una riduzione di rischio dall’altra parte: cioè è evidentemente poco comprensibile.
I responsabili del progetto che cosa hanno detto di preciso?
Sono stati estremamente cauti, ci hanno pensato su, hanno rifatto molti degli studi già fatti, hanno anche ritardato l’esposizione dei dati ottenuti. Bisogna a questo punto sapere che gli studi di questo genere in vario modo, ma ciascuno di essi ha dei problemi. Gli studi epidemiologici fatti direttamente sulle persone ad esempio hanno fattori confondenti. La gente sottoposto a questi test fa fatica a ricordare le cose, non si ricorda, una persona che si è ammalata di tumore tende normalmente a dare la colpa a qualcosa ad esempio il telefono, quindi sono validi perché arrivano al cuore del problema ma hanno dei fattori confondenti.
Ci può fare altri esempi?
Sono stati fatti studi sulle cavie e anche questi  hanno dati risultati di un certo tipo e risultati di un altro. Facendo studi sulle cavie come i topolini non è chiaro poi come il risultato ottenuto si possa comparare con l’organismo umano, anche perché ovviamente per fare questi studi non si è tenuto un cellulare all’orecchio del topolino. Ci sono poi stati gli studi in vitro esposizione di culture cellulari molto interessanti in se però anche qui una cultura di cellule rispetto a un organismo complesso come il nostro è molto difficile da comparare ed è qui la grande difficoltà di trarre delle conclusioni.
In conclusione cosa si sente di dire?
Di queste vicende me ne sono occupato sin da inizio anni 90, ho smesso qualche anno fa passando ad altri settori, ma sono passati vent’anni in Italia e di più in altri Paesi e se ci fosse stato un effetto veramente grave dal punto di vista quantitativo lo avremmo visto. Si è detto che con il telefono cellulare si era innescato un meccanismo dannoso come l’automobile per  la quale sacrifichiamo ogni anno 5mila ragazzi, ma se fosse così ce ne saremmo accorti, non ci sarebbe stato bisogno di uno studio, avremmo cioè visto la crescita di quel tipo di tumore così come si è visto per certe malattie ai polmoni per l’inquinamento nelle città.
Ce ne saremmo accorti, insomma.
Vorrei anche dire una cosa che non viene detta: senza sminuire il problema quando parliamo di cose che spaventano la popolazione, vorrei riporterei tutto eventualmente in un discorso costi benefici: quante vite ha salvato l’uso di un telefonino e quante se ne porta via?

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