Arte e tecnologia insieme, come nell’antica Grecia, quando una stessa parola – techne – esprimeva entrambi gli ambiti. Questa volta, però, è avvenuto a Torino e più precisamente a Lingotto Fiere dove per tre giorni, la scorsa settimana, un pubblico di addetti ai lavori e non ha partecipato a DNA.Italia, il primo marketplace dedicato ai Beni Culturali che ha messo in rete il mondo della cultura con quello della finanza e dell’economia. Un’impresa non facile, ma doverosa in un Paese come il nostro che vanta un patrimonio di Beni Culturali impareggiabile, fatto di arti figurative, di architettura, ma anche di paesaggio e di città che si apprestano a diventare smart city. Quello che più ha colpito a DNA.Italia è stato constatare che, oltre al patrimonio, l’Italia vanta un insieme di competenze e know-how in grado di valorizzarlo pienamente attraverso operazioni di riqualificazione, restauro, fruizione e gestione. Bastava soffermarsi presso l’ampio spazio espositivo dell’Enea per rendersi conto dell’ampiezza delle tecnologie sviluppate in più di venti anni di ricerca e di interventi su una molteplice varietà di opere del nostro patrimonio culturale.
È stato a partire dalle avanzate e specifiche competenze nei settori dell’energia, dell’ambiente e delle nuove tecnologie, da sempre parte integrante del suo ruolo istituzionale, che l’ente ha potuto mettere in campo uno schieramento tecnologico degno della nostra tradizione culturale. Grazie alla sua capacità di operare in maniera interdisciplinare, ha attivato un processo di ri-orientamento di alcune attività di ricerca, come quelle sul nucleare e sull’antisismica, riadattandole per interventi e applicazioni di salvaguardia del patrimonio artistico, culturale e paesaggistico. Così, il lavoro di tanti ricercatori a fianco e in supporto degli esperti del settore dei beni culturali, ha permesso di ampliare le attività di ricerca e di rispondere sempre più adeguatamente alle esigenze specifiche riguardanti la diagnostica avanzata, lo studio dei materiali innovativi, le applicazioni laser per lo studio e la fruizione delle opere d’arte, la caratterizzazione antisismica, il biorestauro, il recupero edilizio, il monitoraggio ambientale e le tecnologie Ict.
Al DNA di Torino spiccavano, fra l’altro, le tecnologie per la protezione antisismica dei Bronzi di Riace, per i quali sono state prodotte basi antisismiche, realizzate in marmo di Carrara, che assicurano il massimo isolamento delle statue nei confronti delle sollecitazioni dei terremoti. E ancora, colpivano le capacità di uno speciale radar a colori messo a punto nei laboratori ArtVisLab di Frascati, il Radar Topologico ad Immagine (Itr, Imaging Topological Radar), che utilizza un raggio laser per effettuare la scansione dell’oggetto da studiare e acquisire nuvole di punti ad alta densità spaziale per la ricostruzione al computer di modelli tridimensionali dei soggetti sottoposti a scansione. L’Itr permette di effettuare indagini diagnostiche accurate e di alta precisione, ottenendo riproduzioni fedelissime delle immagini.
Con questa tecnologia si ottengono informazioni fondamentali per il monitoraggio delle opere d’arte e del loro stato di conservazione, per consentire interventi mirati e tempestivi sugli eventuali danni evidenziati. Questo speciale radar è stato recentemente utilizzato per la riproduzione e il monitoraggio degli affreschi di Raffaello della Loggia di Amore e Psiche, di Villa Farnesina a Roma, nonché per gli affreschi di Michelangelo della volta della Cappella Sistina e per gran parte del Giudizio Universale.
Nella rassegna torinese è stato affrontato anche il tema del biorestauro, costituito dall’applicazione di tecnologie innovative di restauro mediante tecniche microbiologiche. La microbiologia è entrata negli ultimi anni tra le discipline di interesse del patrimonio culturale per contrastare gli aspetti relativi al danno biologico e per le sue potenzialità nella conservazione e nel restauro. Le tecniche di biorestauro prevedono l’impiego di microrganismi come supporto o alternativa ai tradizionali metodi di restauro, quando essi si rivelino inefficaci o pericolosi per l’integrità dell’opera. Sempre l’Enea sta sviluppando nuove procedure biologiche basate sullo sfruttamento del metabolismo batterico per problematiche di restauro ancora irrisolte, come per la rimozione di resine naturali e sintetiche da dipinti e di colle animali da stampe antiche.