Giornata di grande importanza al Cern di Ginevra. La caccia alla particella che costituisce il punto di partenza del concetto stesso di massa e dunque di universo come lo conosciamo, sarebbe stata individuata. Non fotografata, come ha detto qualcuno, ma si è avuto, grazie a due esperimenti condotti nel più potente acceleratore di particelle del mondo (il Large Hadron Collider, Lhc) la quasi certezza della sua esistenza. Segnali di fumo importantissimi sull’individuazione di quella che il professor Antonio Masiero, intervistato da IlSussidiario.net, definisce “il ricercato numero uno delle particelle, non soltanto una ennesima nuova particella”. Non a caso, la particella in questione che ha come nome scientifico quello di bosone di Higgs, viene soprannominata “particella di Dio”, quella che avrebbe permesso il nascere del nostro stesso universo.
Professore, perché particella di Dio? Quale ruolo gioca esattamente questa particella nello studio della materia?
Questa particella si inquadra in un modello della fisica delle particelle che oggi chiamiamo Modello Standard, perché è diventato il modello standard delle particelle elementari che sono i costituenti fondamentali, i mattoni ultimi della materia. Mi riferisco ai quark, agli elettroni e ai tre tipi di neutrini. Dodici mattoni fondamentali di materia a cui vanno aggiunti i dodici messaggeri delle forze fondamentali come il bosone W scoperto da Carlo Rubbia.
Cosa descrive il Modello Standard?
Descrive i costituenti ultimi della materia e le forze che interagiscono tra questi. Questo modello standard ha però bisogno di una particella aggiuntiva, la quale riesca a fornire la massa a tutte le precedenti particelle menzionate. Esse hanno bisogno di avere una massa e nel Modello Standard l’unica particella che può produrre una massa è appunto quella che noi chiamiamo bosone di Higgs. E’ stata definita “particella di Dio” perché è la particella che fornisce la massa, fa esistere tute le altre particelle fondamentali.
E’ esatto che senza questa particella, l’universo stesso sarebbe diverso da come noi attualmente lo conosciamo?
Direi proprio di sì. Il bosone di Higgs gioca un ruolo nel dare massa a queste particelle, ma quello che è ancora più importante è che ha giocato un ruolo decisivo nei primissimi istanti dell’universo. L’universo come lo vediamo oggi è stato determinato dai primi momenti dopo il big bang, nei miliardesimi di secondo dopo il big bang quando la temperatura era molto alta, da questa particella che ha fatto passare l’universo da una certa fase di simmetria per cui tutte le particelle erano senza massa, alla fase in cui le particelle hanno preso massa.
E’ proprio la “particella di Dio”, dunque, da dove tutto ha avuto inizio.
Il bosone di Higgs nel dare massa alle altre particelle ha dato il volto all’universo così come lo vediamo oggi. E’ una particella chiave, per questo sono 40 anni e più che gli stiamo dando una caccia molto intensa, è il ricercato numero uno delle particelle.
E’ giusto dire come ha detto qualcuno che oggi questa particella è stata fotografata?
Non è stata fotografata in realtà, oggi abbiamo avuto degli indizi. Non possiamo neanche dire si tratti di una scoperta perché la scoperta avrebbe bisogno di prove più accurate e sostanziose però abbiamo degli indizi importanti. Sono stati eseguiti due esperimenti con la macchina Lhc del Cern di Ginevra e sono stati riscontrati dei segnali che sono in linea con quello che ci aspettiamo. Tutti e due gli esperimenti esprimono segnali in una stessa regione di massa circa 125 volte più grande della massa del protone. Abbiamo visto delle segnature che potrebbero condurci a questo bosone di Higgs. E’ una giornata importante anche se non possiamo dire di avere scoperto la particella che cerchiamo.
Che conseguenze porta quanto rilevato oggi al Cern?
Dobbiamo aspettare di avere la parola definitiva e per far ciò l’Lhc deve continuare a produrre collisioni fra protoni per un anno. Alla fine del 2012 ci sarà una tale mole di dati grazie ai quali potremo sapere definitivamente se c’è o non c’è in quella regione il bosone. Abbiamo fiducia che entrambi gli esperimenti avranno una risposta definitiva. Questo è molto importante perché una volta appurata la sua esistenza siamo convinti ci sia una nuova fisica oltre il modello standard, potremo avere delle indicazioni per la strada che ci attende oltre il modello.