Organi linfatici situati nell’orofaringe e, insieme alle adenoidi e alla tonsilla linguale, fanno parte del sistema immunitario a difesa delle vie aeree superiori. Importanti nel bambino nell’ambito del processo di maturazione del sistema immunitario dei bambini, permettono di combattere gli stimoli antigienici dell’ambiente producendo anticorpi.
Si è spesso discusso dell’opportunità di rimuovere le tonsille, quando queste creano problematiche varie nel bambino e nell’adulto. In passato esistevano due scuole di pensiero al proposito, quella chirurgica degli otorinolaringoiatri e quella medica dei pediatri. Oggi che è nata una nuova unica specializzazione, la otorinolaringoiatria pediatrica, si sono fissati i criteri comuni per scegliere l’intervento di asportazione chirurgica o la cura medica. Il fatto è che le tonsilli e la malattia derivante, la tonsillite e anche le adenoidi, è estremamente fastidiosa. La tonsillite è determinata da una infezione virale o batterica delle tonsille ed è caratterizzata da mal di gola e febbre. Il ripetersi di casi di tonsillite rendono del tutto superfluo allo scopo stesso delle tonsille, per cui si procede alla loro rimozione.
Se i casi si ripetono solo sporadicamente si procede con terapia antibiotica. Ma è comunque necessaria una valutazione clinica da parte di uno specialista otorinolaringoiatra. Nella guida messa a punto dall’Istituto superiore di sanità (Iss) si legge: “I bambini che ne soffrono russano, respirano con la bocca durante il sonno, possono avere delle pause nella respirazione e, durante il giorno, sono di solito assonnati e poco concentrati sulle attività quotidiane”. Questa è una “condizione che richiede pronta attenzione sulla base degli studi che indicano i suoi effetti negativi sullo sviluppo cognitivo”. Utile togliere le tonsille se si hanno più di 5 tonsilliti l’anno da almeno un anno, o se si ripetono episodi di ascessi. “Il medico – sottolineano gli esperti – dovrebbe decidere se fare l’intervento solo dopo altri sei mesi di osservazione”.
Le linee guida specificano inoltre le differenze tra le varie tecniche chirurgiche rispetto al rischio di emorragia postoperatoria, con la tonsillectomia tradizionale “a freddo” che risulta associata con il più basso rischio di complicanze emorragiche.?Un capitolo è dedicato alla relazione otiti-adenoidi. Quest’ultime vanno tolte se le loro dimensioni provocano almeno tre otiti medie acute in sei mesi o più di quattro volte in un anno che non passano con le normali terapie. Sì all’intervento anche per quanto riguarda l’otite media cronica secretiva in presenza di una riduzione della capacità uditiva. L’intervento “di asportazione delle tonsille va considerato come intervento di chirurgia “intermedia”, che presenta un rischio “non trascurabile di morbosità e di complicanze postoperatorie”?Nelle linee guida si spiega infine in cosa consiste l’operazione, i tempi di degenza e i rischi, tutte regole valide sia per i grandi che per i bambini.