Ci sarà tanta Italia nello spazio in questo decennio 2010-2020. Così almeno è stato preannunciato dal piano di Visione Strategica dell’Asi (Agenzia spaziale italiana) e inizia a essere attuato in questi mesi, che vedranno il record di due astronauti italiani, Nespoli e Vittori, contemporaneamente nello spazio a bordo della Stazione spaziale internazionale (Iss).
Per comprendere meglio le prospettive di della nostra rinnovata avventura spaziale abbiamo incontrato Piero Benvenuti, docente di astrofisica all’Università di Padova e membro del Board of Directors dell’Asi.
Quali sono i criteri generali e le linee guida che ispirano il Documento di Visione Strategica 2010-2020 dell’Asi?
I criteri generali che hanno ispirato la formulazione della Visione strategica dell’Asi sono, da un lato la promozione della conoscenza applicata al settore spaziale, dall’altro il miglior utilizzo dello spazio per il benessere della società. Questi principi generali si coniugano in alcune linee guida qualificanti: mantenere e rafforzare la conoscenza scientifica del cosmo, della Terra e dell’ambiente terrestre ottenibile con strumenti spaziali, soprattutto in quei settori nei quali l’Italia ha conquistato livelli di eccellenza internazionalmente riconosciuti; aumentare la sicurezza del cittadino attraverso il monitoraggio delle situazioni ambientali e antropiche con tecnologie spaziali; mitigare l’impatto sulla popolazione negli eventi catastrofici coadiuvando le attività di Protezione Civile; favorire l’indipendenza delle comunicazioni istituzionali; creare attività che stimolino i sogni e le ambizioni delle nostre future generazioni.
L’Italia partecipa al programma Cosmic Vision dell’Esa: a quali missioni e con quali obiettivi scientifici?
La comunità scientifica italiana, con il sostegno dell’Asi, partecipa attivamente a quasi tutte le missioni scientifiche del programma Cosmic Vision, in alcune di esse anche con un ruolo guida come nel caso dello strumento Lfi della missione Planck. La presenza italiana è significativa sia nelle missioni attualmente in orbita, sia in quelle in fase di progettazione: per esempio, le tre missioni medie tra cui il prossimo ottobre verranno selezionate le due che verranno completate per essere lanciate, Solar Orbiter, Euclid e Plato, vedono tutte un’importante partecipazione di scienziati italiani e un notevole contributo industriale nazionale. Va infatti sottolineato come la politica di Asi sia quella di sostenere e potenziare non solo le eccellenze scientifiche, ma anche i relativi sviluppi tecnologici. I campi specifici nei quali l’Italia è particolarmente presente sono l’astrofisica delle alte energie, ossia lo studio degli oggetti e fenomeni celesti che emettono radiazione X e gamma, lo studio dell’Universo primordiale, l’osservazione e l’esplorazione planetaria.
Oltre all’Esa, l’Asi collaborerà anche ad altri programmi internazionali? In particolare, che ruolo avremo nelle future esplorazioni robotiche del sistema solare?
L’Asi mantiene e sviluppa collaborazioni bilaterali con altre agenzie spaziali, in particolare con la Nasa, con Giappone, Argentina, Israele, India e Cina. Le collaborazioni sono soprattutto importanti in campo scientifico, sia perché in questo caso gli obiettivi sono più facilmente condivisibili da una comunità internazionale, sia perché la crescente sofisticazione delle missioni e il loro costo impongono di fatto la cooperazione internazionale. È il caso per esempio della missione Exomars che, pur essendo una missione dell’Esa, vede l’Italia come il principale contributore: nel corso dello studio ci si è dovuti convincere che non avrebbe più avuto senso realizzare la missione da soli e si cercata una collaborazione con la Nasa. L’importante accordo raggiunto per due missioni collegate, una nel 2016 e l’altra nel 2018, non solo ha permesso di sbloccare una situazione di stallo, ma ha aperto la via per una cooperazione continuativa con la Nasa per l’esplorazione congiunta di Marte.
Quale il contributo italiano alla Iss e quali sono i principali risultati attesi?
L’industria italiana ha costruito molte importanti strutture che compongono la Stazione spaziale internazionale, in particolare i moduli Leonardo, Raffaello e Donatello, la “Cupola” e gli Atv (Automatic transfer vehicles). In cambio Asi ha ottenuto una quota d’uso delle infrastrutture della Stazione e sei voli dei nostri astronauti. Come è noto, il nostro astronauta Nespoli è attualmente nella Iss e vi rimarrà per un totale di sei mesi, mentre l’astronauta Vittori lo raggiungerà il prossimo aprile portando a bordo l’esperimento scientifico Ams, con forte partecipazione italiana, che studierà la composizione di materia e antimateria delle particelle cosmiche.
Un impegno speciale dell’Asi è rivolto all’osservazione della Terra dallo spazio. Come mai e qual è la sua importanza?
L’Asi ha recentemente completato la costellazione CosmoSkyMed, composta da quattro satelliti per l’osservazione della Terra con tecnologia radar. Le caratteristiche della costellazione (possibilità di osservare il terreno in qualunque condizione meteorologica e di illuminazione, l’alta frequenza di ri-osservabilità della stessa regione con risoluzioni differenziate, la condivisione del sistema tra usi civili e usi militari, ecc.) lo rendono veramente unico in campo mondiale. L’utilizzo che ha avuto maggiore risonanza è quello relativo a disastri ambientali, come terremoti, alluvioni, inquinamento marino e, recentissimamente, tsunami. Ma stanno nascendo moltissime applicazioni dei dati CosmoSkyMed che superano ampiamente, per qualità e originalità, quelle previste e immaginate in fase di progettazione.
Può fare degli esempi?
È stato possibile realizzare una completa cartografia altimetrica dell’Afghanistan, sinoora non disponibile, in soli sedici giorni e metterla immediatamente a disposizione dei militari impegnati nella regione. Una recente applicazione è in grado di individuare tutti i natanti presenti in un’ampia zona di mare e discriminare quelli non identificati. L’utilizzo interferometrico dei dati permette di monitorare spostamenti verticali di edifici con precisione millimetrica. È evidente come CosmoSkyMed si stia rapidamente convertendo in uno strumento indispensabile, in mancanza del quale importanti servizi al cittadino verrebbero meno. Asi sta quindi preparando lo sviluppo e la costruzione di una costellazione Cosmo di seconda generazione, destinata a rimpiazzare gradualmente i satelliti esistenti quando questi si avvicineranno alla fine della loro vita operativa.
Qual è l’impegno dell’Asi, all’interno dell’Esa, per lo sviluppo di capacità autonome di lancio e per la ricerca di nuovi sistemi di propulsione?
L’Asi è fortemente impegnata a sostenere le imprese italiane coinvolte nella costruzione del lanciatore Vega, il cui battesimo dello spazio dovrebbe avvenire nella seconda metà di quest’anno. Vega costituirà un importante complemento alla serie dei lanciatori Ariane, servendo le necessità di mettere in orbita satelliti “piccoli”, con un peso fino a 1500 Kg. Il lancio inaugurale porterà in orbita il satellite scientifico italiano Lares (Laser relativity satellite), che compirà esperimenti di fisica fondamentale e relatività generale. Oltre a Vega, Asi è impegnata dello studio di tecnologie alternative di propulsione spaziale, in particolare la propulsione ibrida (plasma e combustibile solido), che offre notevoli caratteristiche di modulazione della propulsione. È un programma in collaborazione con Russia, Giappone e Stati Uniti.