Centinaia di studenti di una quarantina di scuole di tutta Italia confluiranno domani a Firenze per partecipare a due giornate di convegno, per presentare i loro studi e progetti e per confrontarsi sulle esperienze di un anno di lavoro scientifico. Parteciperanno all’ottava edizione di ScienzAfirenze, una originale iniziativa promossa dall’Associazione Diesse in collaborazione con il MIUR, l’Ufficio Scolastico Regionale della Toscana, l’Associazione Euresis e la rivista Emmeciquadro e con il patrocinio di I.N.D.I.R.E., Regione Toscana, Provincia e Comune di Firenze.
Il tema di questa edizione è “Il linguaggio del libro della natura. La dimensione matematica dei fenomeni naturali” e verrà sviluppato col contributo di Paolo Tortora, biochimico dell’Università di Milano Bicocca, Marco Claudio Traini, fisico dell’Università di Trento e Claudio Giorgi, matematico dell’Università di Brescia.
Notevole anche il numero delle attività svolte nelle scuole e la loro qualità, come hanno confermato i direttori di ScienzAfirenze Patrizia Iotti e Giuseppe Tassinari: 53 lavori di ricerca dei “giovani scienziati” saranno presentati pubblicamente in sede di convegno e verranno premiati alla fine della seconda giornata; dalle bolle di sapone agli specchi di Archimede, dalla struttura atomica ai movimenti delle stelle, dalla simulazione delle onde ai percorsi delle formiche: tutti fenomeni sorprendentemente comprensibile grazie alla matematica.
Ilsussidiario.net ha incontrato Giuseppe Tassinari.
Da dove nasce ScienzaFirenze?
Il convegno nasce non da un’analisi della situazione della scuola o delle esigenze didattiche, ma da un rapporto umano tra docenti accomunati dal desiderio di non dover tralasciare nulla della propria umanità nell’insegnamento delle discipline scientifiche. Quando dieci anni fa, con alcuni amici insegnanti abbiamo cominciato a chiederci cosa significasse per ognuno di noi insegnare scienze nella scuola secondaria, qualsiasi opinione ci è sembrata incompleta o preconcetta: ci siamo detti che l’unico modo per soddisfare una domanda così basilare per il nostro lavoro poteva nascere solo provando a fare esperienza diretta della risposta.
Da questa intuizione si è sviluppato il nostro convegno, realizzato come un momento di scuola in cui confrontarsi e approfondire le tematiche proprie delle discipline scientifiche mettendosi direttamente in gioco con i nostri studenti in un percorso di conoscenza.
Cosa è quindi ScienzaFirenze?
A Firenze si incontrano gli studenti delle scuole superiori provenienti da ogni regione d’Italia, guidati dai loro insegnanti, per confrontarsi sul tema che ogni anno viene proposto dagli organizzatori.
Il convegno è però solo il momento culminante di un lavoro che gli studenti svolgono a gruppi durante l’anno scolastico. Chiediamo loro di realizzare una ricerca sperimentale in cui si mettono alla prova per reinventare il modo con cui si eseguono le osservazioni, si progettano gli esperimenti, si interpretano i dati, si arriva alle leggi.
È così che possono gustare fino in fondo la bellezza del lavoro scientifico, riscoprendo lo stupore dello scienziato di fronte ai misteri della natura che si svelano davanti agli occhi.
Cosa cambia per un insegnante?
La situazione della scuola oggi non è semplice e spesso siamo tentati di ridurre l’insegnamento a una comunicazione limitata a regole comportamentali o concetti nozionistici.
Quando però un insegnante spende la sua libertà mettendosi in gioco, attraverso l’insegnamento di una materia, con il desiderio di conoscenza degli studenti, riscopre che la propria disciplina (chimica, fisica, biologia,…) non è un ostacolo ma un mezzo per incontrare l’umanità dei suoi allievi e per riscoprire la propria. Così la scienza diventa, in primo luogo per noi che la insegniamo, il frutto della genialità, dell’impegno della mente e del cuore dell’uomo, esito di un appassionato tentativo di comprensione della realtà.
È la mia esperienza, unita a molte testimonianze di colleghi, che mi fa dire come questo cambia la prospettiva con cui si affronta il lavoro quotidiano in classe, pur nelle difficoltà che rimangono.
Quali rapporti avete con il mondo della ricerca e dell’università
Ogni anno chiediamo a personalità del mondo della ricerca di incontrare i ragazzi proponendo delle relazioni sul tema del convegno.
Personalmente mi stupisco ogni volta di come sia grande la disponibilità che incontro nei relatori, sempre attenti a rendere comprensibile per i ragazzi la loro esperienza e a comunicare la loro passione per la conoscenza.
(a cura di Mario Gargantini)