Aprile, mese ricco di novità per quanto riguarda la ricerca sulle cellule staminali in Italia. Una arriva direttamente da Milano, dove è in procinto di partire il primo studio clinico al mondo che sperimenterà l’utilizzo di cellule staminali per trattare una forma di Parkinson molto grave. La seconda, invece, è opera di un gruppo di ricercatori dell’Università di Padova. In uno studio pubblicato sulla rivista The FASEB Journal è stata illustrata una nuova strategia per ricostruire il muscolo scheletrico sfruttando le potenzialità delle cellule staminali. Ma andiamo con ordine.



Al momento attuale poche sono le terapie consolidate a base di staminali. Per quanto riguarda la cura del Parkinson, a differenza di alcuni “centri di cura” esteri che promettono guarigioni miracolose, lo studio con queste cellule è ancora agli stadi iniziali. Per far fronte alla crescente necessità di sapere se le staminali siano in grado di funzionare o meno nella cura di questa malattia degenerativa, il professor Gianni Pezzoli del Centro Parkinson di Milano, in collaborazione con Maurizio Isalberti dell’Irccs Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, ha organizzato il primo studio clinico per verificare la sicurezza della procedura.



Allo studio, della durata di circa sei mesi, parteciperanno venti malati ai quali verranno prelevate cellule staminali provenienti dal loro midollo osseo. In particolare, verranno utilizzate le mesenchimali pluripotenti, un particolare tipo di staminali, conosciute per la loro capacità di proteggere i tessuti. Come dichiara Pezzoli, «l’idea è sfruttare questo loro ruolo fisiologico indiretto per proteggere il tessuto cerebrale che circonda il danno e rallentare, di conseguenza, la malattia». I primi risultati dovrebbero essere disponibili per la fine dell’anno.

Per quanto riguarda invece lo studio di medicina rigenerativa, i ricercatori padovani sono riusciti per la prima volta a indurre la rigenerazione di tessuto muscolare scheletrico nel modello animale, grazie a una miscela di cellule staminali e di un particolare biomateriale.



Uno dei problemi che spesso si deve affrontare quando si utilizzano le staminali è la scarsa capacità di ricreare quelle condizioni che consentono loro di proliferare. La tecnica messa a punto in questo studio sembra invece risolvere il problema (almeno nel modello in questione). La particolarità è proprio nel fatto che, per aiutare le cellule staminali a promuovere la riparazione del danno muscolare, sono state somministrate disciolte in un liquido a base di acido ialuronico chiamato hydrogel. Grazie a questo metodo, i ricercatori hanno infatti osservato che i muscoli dell’animale recuperavano non solo la loro massa iniziale e la capacità di contrarsi, ma anche la corretta presenza di nervi e vasi sanguigni.

Un risultato incoraggiante che potrebbe essere il punto di partenza per lo sviluppo di un nuovo approccio in medicina rigenerativa applicabile a numerose patologie che portano alla perdita della massa muscolare.