Si celebra il 12 maggio la Giornata mondiale della sindrome da stanchezza cronica, patologia in grado di alterare seriamente gli equilibri sociali delle persone che ne sono affette.

Il 12 maggio si celebra la giornata mondiale della sindrome della fatica cronica. Sembra una burla, ma in realtà è una vera e propria patologia, classificata dall’Organizzazione mondiale della Sanità tra le malattie del sistema nervoso. Con sintomi in grado di compromettere lo svolgersi delle normali attività sociali e lavorative.



Sintomi, variabili da soggetto a soggetto, come disturbi alla concentrazione, alla memoria, laringiti o dolori alle ghiandole linfonodali cervicali e ascellari, cefalee e dolori muscolari di vario genere, disturbi alla vista, depressione e aumento di peso. Consiste in una forma prolungata, grave e persistente di stanchezza a cui il riposo non è in grado di dare sollievo. La patologia è stata riconosciuta in tutto il mondo e pare che non esista un solo farmaco in grado di curarla definitivamente. E’ possibile, tuttavia curare i sintomi.



Sovente i pazienti affetti dalla sindrome traggono beneficio da farmaci di vario genere, come gli antivirali, i corticosteroidei, gli immunomodulatori, gli integratori e altri ancora, uniti ad un corretto stile di vita, che implica una dieta sana ed equilibrata ed una corretto alternarsi del ciclo veglia-sonno.

Al contempo, le cause della malattia sono tuttora oggetto di studio. Fattori ambientali, genetici, infezioni virali, stress psicofisici, intossicazioni chimiche concorrono a diverso titolo alla malattia. 

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