Doveva partire dieci giorni fa, poi il suo lancio è stato spostato per motivi di “traffico spaziale”. Oggi, finalmente, lo shuttle Endeavour partirà dalla rampa di lancio 39A alle 21.47 ora italiana. La missione si chiama STS-134 ed è la 134esima dello Shuttle, la trentaseiesima alla Stazione spaziale internazionale (Iss); per la navetta Endeavour in particolare è il venticinquesimo e ultimo volo.



A bordo ci saranno: il comandante Mark Kelly, che a gennaio aveva temporaneamente sospeso la preparazioni dopo il tragico incidente che aveva coinvolto sua moglie a Tucson; con lui il pilota Greg H. Johnson, i Mission Specialists Michael Fincke, Andrew Feustel e Greg Chamitoff e il nostro Roberto Vittori. La missione durerà 14 giorni, dopo di che l’Endeavour sarà messo a riposo in un hangar in California.



Ma, come sono stati gli ultimi preparativi? Il 19 aprile è stata confermata la nuova data di lancio dopo un’accurata ispezione finale: i tecnici della Nasa hanno confermato l’integrità del serbatoio esterno, lievemente danneggiato a causa del violento temporale che si era abbattuto a fine marzo sul Kennedy Space Center.

Il 21 aprile i tecnici della rampa 39A iniziano la pressurizzazione dei vari componenti del sistema propulsivo: l’Orbital Maneuvering System, il Reaction Control System, il Main Propulsion System e il motore principale. Questi sistemi sono pressurizzati utilizzando elio e azoto. Il giorno seguente gli stessi tecnici hanno condotto i test finali dei vari sistemi della poppa dell’Endeavour.



Nel frattempo al Johnson Space Center della Nasa a Houston, i sei astronauti – che fino a pochi giorni prima avevano continuato le prove e le simulazioni – hanno espletato una serie di pratiche amministrative prima di entrare nella fase di quarantena. Passata la Pasqua, martedì 26, l’equipaggio è arrivato al Kennedy Space Center in Florida. Lo stesso giorno è iniziato il count down ufficiale.

Poi è iniziata la suspance per via delle condizioni atmosferiche: preoccupano i tornado che stanno sconvolgendo il sud degli Stati Uniti e i forti venti. Il giorno 27 la previsione era favorevole all’80%; ieri era scesa al 70%; tuttavia il lancio resta programmato; il comandante Kelly e il pilota Johnson hanno comunque svolto un addestramento supplementare nello Shuttle training aircraft. Sempre l’altro ieri, in serata, è stata ritirata la Rotating service structure (Rss), la speciale struttura di servizio rotante che fornisce un accesso protetto ai veicoli spaziali per l’installazione di carichi utili e la manutenzione. Ieri tutto il personale non essenziale è stato allontanato dalla rampa di lancio ed è iniziato il caricamento dei propellenti criogenici nei serbatoi delle cellule a combustibile.

E siamo alla giornata fatidica. Undici ore prima del lancio c’è un altro aggiornamento meteo e un briefing di ingegneria; vengono quindi attivate le celle a combustibile dell’orbiter. A sei ore dal via termina il riempimento del serbatoio esterno con il suo carico propellente di idrogeno liquido e ossigeno liquido. Tre ore prima del lancio gli astronauti arrivano alla rampa e inizia l’ingresso nella navicella tramite la Sala Bianca.

Il count down è ormai a meno nove minuti: c’è la consultazione finale “go/no-go” tra il Test Director, il Mission Management Team e il direttore del lancio. A meno 7 minuti viene ritirato il braccio di accesso all’orbiter; dopo cinque minuti i membri dell’equipaggio chiudono e bloccano le loro visiere. A meno 6,6 viene avviato il motore principale.

Meno 6, 5, 4, 3…