Un’equipe di ricercatori ha scoperto i principali attori dello shock anafilattico. Ilsussidiario.net ha intervistato il professor Marc Daeron, dell’Unità di Allergologia molecolare e cellulare dell’Institut Pasteur, che ha spiegato come avviene esattamente quella che è una reazione allergica estremamente forte e in grado di portare alla morte improvvisa nel giro di pochi minuti. E tra gli aspetti più tragici dello shock anafilattico non c’è solo il fatto che i casi negli ultimi 50 anni sono aumentati in modo vertiginoso, raddoppiando ogni 10 anni. Ma anche il fatto che spesso sono una reazione all’anestesia che precede un’operazione, e che quindi sempre più persone muoiono di convulsioni sotto i ferri dei chirurghi. La nuova scoperta potrebbe ora aprire le porte a una terapia. I risultati sono stati pubblicati sul Journal of Clinical Investigation e vi hanno lavorato otto ricercatori di Francia, Giappone e Olanda.
Professor Daeron, può spiegarci in primo luogo che cos’è lo shock anafilattico?
E’ una reazione allergica estremamente acuta, scoperta per caso nel 1902 da due ricercatori, Charles Richet e Paul Portier. Mentre vaccinavano alcuni cani dall’anemone di mare, è avvenuto qualcosa di totalmente inaspettato. Doveva trattarsi di una normale immunizzazione, ma la prima dose del vaccino era stata molto bassa e quindi hanno deciso di ripetere l’operazione. Con loro sorpresa, i cani sono tutti morti di fronte a loro nel giro di pochi minuti in preda a tremende convulsioni. Sembrava una smentita delle scoperte di Pasteur, che era morto solo cinque anni prima e le cui affermazioni erano ormai un dogma a livello scientifico. «Quando immunizzi, uccidi», hanno scritto provocatoriamente Richet e Portier.
In realtà per fortuna sappiamo che non avviene sempre così…
Ovviamente no. Ma l’aspetto più interessante è che i due ricercatori avrebbero potuto trascurare quanto avvenuto con i cani come un banale incidente. E invece hanno deciso di vederci più chiaro. Hanno ripetuto l’esperimento e hanno scoperto che le cose avvenivano sempre allo stesso modo. «Non riusciamo a comprendere perché avvenga così, ma questo fatto esiste ed è esattamente la conseguenza della protezione dell’immunizzazione», hanno dichiarato. E siccome il termine «profilassi» è stato utilizzato per indicare la protezione dell’immunizzazione, loro hanno chiamato quel fenomeno la «contro-profilassi» detta anche «anafilassi». E’ da qui che è nato il termine di shock anafilattico.
Qualcosa di misterioso e inspiegabile quindi?
All’epoca nessuno comprese, e nessuno voleva comprendere perché sembrava una verità terribile: «Io ti immunizzo, ma quando ti immunizzo ti uccido». Chiunque è venuto dopo però ha cercato di trovare delle spiegazioni uniche e molto particolari di questo fenomeno che non poteva derivare nella risposta immunitaria normale. La prima cosa che è stata scoperta è stato che una sostanza isolata dalle piante, chiamata istamina, poteva riprodurre gli effetti dello shock. E’ stato quindi scoperto che alcune cellule molto particolari, chiamate mastociti, contengono istamina. Queste cellule rappresentano l’1% di quelle totali. In seguito si è scoperto che degli anticorpi molto rari e davvero unici, chiamati IgE, erano responsabili dello shock e questi anticorpi sono presenti nel siero del sangue, ma in concentrazioni estremamente basse. Un milione di volte meno abbondanti dei normali anticorpi. Gli anticorpi IgE erano prodotti dai mastociti, e quando gli anticorpi rilasciavano dei recettori molto particolari, questi attivavano una cellula che rilasciava l’istamina. E lo stesso valeva anche per i basofili, un altro tipo di cellule.
Quindi stando a questa spiegazione lo shock anafilattico avrebbe dovuto essere un fenomeno molto raro…
Il problema è che, al contrario, lo shock anafilattico ogni anno uccide 1.500 americani. E’ causato in larga parte da medicine, come la penicillina, ed è una delle principali cause di morte. All’interno dell’Institut Pasteur abbiamo quindi tentato di riprodurre lo shock anafilattico su topi geneticamente modificati, che non avevano nessuno dei recettori in grado di spiegare lo shock anafilattico, che però si è verificato ugualmente. E abbiamo scoperto che c’era un recettore che non era per IgE, ma per IgG, che poteva fare il lavoro. E che invece di interagire con mastociti o basofili, che sono molto rari, lo faceva con un tipo di cellule principali, chiamate neutrofili polinucleari. Abbiamo così dimostrato che queste cellule erano completamente in grado di indurre uno shock anafilattico. Iniettando nei topi dei neutrofili umani, dopo 15 minuti li abbiamo immunizzati e altri 15 minuti dopo erano morti. E questo dimostra che anche i neutrofili polinucleari umani sono in grado di uccidere i topi. E così le probabilità che lo stesso avvenga anche negli esseri umani sono elevate.
Ne deriveranno delle terapie per lo shock anafilattico?
Prima saranno necessari diversi altri passaggi. Dovremo infatti collaborare con i medici clinici che stanno studiando lo shock anafilattico che si verifica durante un’operazione chirurgica, per cercare di capire se in questi casi i neutrofili sono attivati o meno. Quando questo sarà stato dimostrato, inizieremo a pensare in termini di terapie. Ciò che ci interessa è qual è la sostanza attivata dai neutrofili e il fatto che la Paf (Platelet activating factor) nel sistema dei topi è responsabile per questi shock. In seguito quindi potremo pensare a medicine che inibiranno le sostanze prodotte dai neutrofili.
Il numero di shock anafilattici è in aumento?
Nei Paesi sviluppati il numero di shock anafilattici segue esattamente quello delle allergie. Queste ultime negli ultimi 50 anni sono aumentate in modo tremendo ed esponenziale, raddoppiando ogni dieci anni. C’è un incremento delle reazioni allergiche e il numero di shock anafilattici incrementa parallelamente.
E quali sono le cause di questo incremento?
Ci sono molte ipotesi. Quella più probabile riguarda l’igiene. Nella seconda metà del ‘900, il numero di infezioni è diminuito grazie alle nostre conoscenze sui microbi e sull’importanza di lavarsi le mani. Le nostre condizioni di vita sono migliorate, vacciniamo i bambini, usiamo tantissimo gli antibiotici, e questo ha diminuito notevolmente la nostra esposizione ai batteri. Ma i batteri non causano soltanto delle infezioni. Nel corpo umano per ogni cellula ci sono tra i dieci e i cento batteri. Nel tempo il loro numero non è cambiato, ma a variare sembra sia stata la loro composizione, perché il cibo che mangiamo non è più lo stesso, è meglio conservato e molto più pulito. Ma non è ovunque così: basta recarsi in India per rendersene conto. Per un Occidentale è impossibile evitare di avere problemi con il cibo, perché noi non siamo abituati a essere esposti a quei germi.
E questo che cosa c’entra con lo shock anafilattico?
Le malattie legate alle infezioni diminuiscono in parallelo all’aumento di quelle legate al sistema immunitario. Non solo le allergie, ma anche per esempio il diabete e l’asma. C’è esserci una relazione inversamente proporzionale tra le malattie legate alle infezioni e le malattie immunitarie, e l’ipotesi è che i germi che abbiamo nel nostro corpo determinino il nostro sistema immunitario e lo controllino. Più la scienza progredisce e più questa ipotesi si fa strada.
(Pietro Vernizzi)