Bendandi era uno studioso autodidatta che, partendo dalle sue conoscenze di astronomia, aveva elaborato alcune teorie secondo le quali i terremoti potevano essere influenzati, anzi scatenati, dalle fasi lunari così come dal particolare allineamento dei pianeti, cosa che in effetti accadeva nel cielo nel periodo dell’11 maggio. Una teoria che però era stata avvalorata da alcune clamorose coincidenze: ad esempio sbagliò di soli due giorni la data del terremoto del 4 gennaio 1924 nelle Marche mentre avrebbe predetto con estrema esattezza quello del Friuli del 1976. Vissuto tra il 1893 e il 1979, Bendandi non ha mai ricevuto il riconoscimento della comunità scientifica, benché i suoi documenti, raccolti da una fondazione che ne cura l’eredità, siano stati presi in studio dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Esiste ad esempio un video in cui Bendandi dichiara: “L’origine dei terremoti secondo la mia teoria è prettamente cosmica. Secondo dati da me raccolti e controllati il sisma avviene quando nel giro mensile di una rivoluzione lunare l’azione del nostro satellite va a sommarsi a quella degli altri pianeti». A quel punto l’intervistatore gli chiede: «Quindi sarebbero prevedibili i terremoti?» E Bendandi risponde: «Prevedibili esattamente». La Luna, il Sole e gli altri pianeti del sistema solare provocherebbero per Bendandi rigonfiamenti della superficie terrestre e, quando le loro forze si sommano, scatenerebbero i movimenti tellurici. Che fossero coincidenze o studi esatti, Bendandi nel caso del terremoto dell’11 maggio a Roma non aveva mai fatto tale predizione. Lo stesso centro studi dedicato alla sua fondazione ha sempre smentito che esistano carte o documenti in cui Bendandi segnala un terremoto a Roma per l’11 maggio 2011.
Invece, a proposito del terremoto giapponese dell’11 marzo, Bendandi avrebbe predetto l’evento ma sbagliando l’epicentro di circa 500 chilometri. Ma anche su questo fatto, il professor Amato dell’INGV contesta il dato circolato: “Da quello che mi hanno detto i membri dell’Osservatorio di Faenza, perché io non ho ancora visto documenti relativi a questa cosa, è vero che lui ha parlato dell’11 marzo 2011 ma non è chiaro a cosa si riferisse esattamente, se a un terremoto o ad una esplosione vulcanica solare. E’ una delle cose che vogliamo appurare studiando le sue carte. Non crediamo molto in realtà nel ruolo diretto di questi allineamenti dei pianeti sui terremoti. I terremoti sono generati da forze interne alla terra, non esterne ad essa”. Tutti gli studiosi di terremoti sono concordi su una cosa: al momento attuale è scientificamente impossibile prevedere il giorno in cui si scatenerà un terremoto.
– Ore 17 circa dell’11 maggio 2011. Un violento terremoto di magnitudine superiore ai 5 gradi della scala Richter si scatena nella Spagna del sud est, provincia della Murcia. Alla fine ci saranno otto morti, diecimila evacuati e ventimila persone che hanno passato la notte in strada per paura di altre scosse. Come nel caso dell’11 marzo in Giappone, Bendandi ha predetto il giorno dell’evento, ma ha sbagliato di qualche centinaio di chilometri l’epicentro? E’ quello che dicono oggi in molti. Che sia, ancora una volta, una incredibile coincidenza, è un dato di fatto che l’11 maggio 2011 un terremoto mortale c’è stato. Ma, lo ricordiamo: Bendandi non lo aveva mai detto. Epicentro del sisma spagnolo è stato la città di Lorca, 90mila abitanti, con due scosse ciascuna di magnitudo 4.5 e 5.3. Sono otto i morti e 160 i feriti. La regione della Murcia è una zona a rischio sismico ben conosciuta, vittima spesso di scosse di terremoto anche se non di questa intensità. La scossa è stata avvertita anche a Madrid senza conseguenze di alcun tipo. Come L’Aquila, la località di Lorca è molto antica e con edifici di vecchia costruzione: si è ad esempio sbriciolato letteralmente il campanile di una chiesa. Il territorio in cui è avvenuto il terremoto si trova sul punto di congiuntura delle due grandi placche quella europea e quella africana. L’analogia con l’Italia, in particolare l’Abruzzo, sta nel fatto che anche questo è un territorio montuoso, ma il livello di frequenza di eventi sismici è molto più basso di quello italiano o greco.
Allora Bendandi – o chi per lui – aveva ragione? Abbiamo girato questa domanda al professor Amato, studioso dell’Istituto Nazionale di Geofisica e vulcanologia. “No, Bendandi o chi per lui non aveva ragione. Innanzitutto perché, come avevamo già detto in precedenza, non esiste alcuna prova scritta o documentabile che lui abbia mai parlato di un terremoto l’11 maggio 2011, che fosse stato a Roma o in Spagna. Era solo una montatura messa in giro sulla Rete. Il secondo motivo per cui possiamo affermare che la profezia, o predizione, non c’entri nulla con il terremoto di ieri 11 maggio in Spagna viene spiegato in questo modo dal professor Amato: “Solo ieri si sono registrati tredici terremoti nel mondo di quella magnitudine, cioè oltre i 5 gradi della scala Richter. Oggi ne abbiamo registrati altri. Succedono tutti i giorni in tutto il mondo tra i dieci e i venti eventi sismici di quella forza. Ieri ad esempio in Giappone, in Indonesia, e fortunatamente senza danni perché in zone poco popolate. Purtroppo ieri ce n’è stato uno anche in Spagna che ha colpito una città molto vulnerabile come si è visto dal crollo degli edifici. In più l’epicentro era molto in superficie. Ma ripeto: di terremoti analoghi ce ne sono tutti i gironi, per cui è facile far previsioni, ogni giorno è buono per prevedere un terremoto”. Due parole infine sulla teoria dello studioso inglese Stuart Eves, che sostiene che le rocce che si trovano in zone sismiche in condizioni di stress, cioè di possibile terremoto, sprigionano scariche elettriche avvertibili nella ionosfera. Quindi con la possibilità di predire terremoti. “Conosco i suoi studi” dice Amato “ma si tratta di studi che non hanno ancora fornito prove consistenti. Hanno fatto delle prove con dei satelliti russi, hanno avvertito anomalie sprigionarsi nella ionosfera, ma nel caso di un terremoto avvenuto l’anno scorso, è stato poi dimostrato che quelle anomalie erano state prodotte dopo il terremoto stesso. E’ ancora difficile interpretare questi fenomeni delle rocce come reali precursori di un evento sismico.