Fumo, scorretta alimentazione e stili di vita sedentari rappresentano i principali alleati nello sviluppo dei tumori. La lunga lista però potrebbe non finire qui. Infatti secondo uno studio internazionale pubblicato dalla rivista PloS Biology e realizzato da un team italo-inglese tra cui figurano alcuni ricercatori dell’istituto di ricerca IFOM di Milano, il sistema immunitario giocherebbe un ruolo fondamentale nello sviluppo e nella diffusione dei tumori. La scoperta di tale relazione apre ora interessanti prospettive terapeutiche.



Infiammazioni croniche come le polmoniti e le pancreatiti sono da tempo considerate come possibili cause scatenanti il tumore nei rispettivi organi» dichiara Marina Mione, una delle autrici dello studio. Ciò avviene quando la risposta immunitaria passa da acuta a cronica, ovvero dannosa per il corpo. Se infatti inizialmente la fase acuta è fondamentale per evitare lo sviluppo di eventuali patologie, la cronicizzazione della risposta immunitaria rappresenterebbe un vantaggio per il tumore. Sempre più numerosi studi stanno infatti smentendo quello che si pensava vero a riguardo del sistema immunitario, ovvero che esso sarebbe fondamentale nel contrasto alla progressione tumorale. Un esempio su tutti è rappresentato da recente pubblicazione che ha evidenziato come i macrofagi, particolari cellule del sistema immunitario, sono implicati nello sviluppo delle metastasi nei topi.



«Nel preciso momento in cui la cellula assume le caratteristiche tumorali vi è un mutuo riconoscimento con i macrofagi del sistema immunitari» spiega la dottoressa Mione, ricercatrice presso l’IFOM, Fondazione Istituto Firc di Oncologia Molecolare di Milano. Questo genere di risposta è positiva poiché è finalizzata alla rimozione delle cellule anomale attraverso la loro distruzione. Dopo un solo giorno però la risposta diventa sorprendentemente dannosa. Le poche cellule tumorali rimaste cominciano a proliferare proprio grazie a quelle del sistema immunitario. Ciò avviene grazie alla capacità che ha il tumore di produrre molecole che attraggono le cellule del sistema immunitario. La loro presenza creerebbe un “habitat” adatto alla crescita delle cellule tumorali.



La strategia utilizzata dai ricercatori per valutare l’effettivo ruolo del sistema immunitario nella progressione tumorale è stata quella di eliminare la produzione di perossido d’idrogeno. Ciò è stato possibile sia attraverso un’inibizione farmacologica che una di tipo genetico, ovvero eliminando un gene fondamentale nella produzione della molecola. Come ci si poteva aspettare il numero di cellule tumorali che interagivano con il sistema immunitario è risultato notevolmente ridotto. Ma la prova fondamentale che ha permesso di fugare ogni dubbio sul ruolo negativo che hanno i macrofagi nella proliferazione tumorale è stata ottenuta utilizzano degli Zebrafish privi di sistema immunitario. In questi animali lo sviluppo tumorale è risultato fortemente rallentato rispetto a quelli con il sistema integro.

«Lo studio ha dimostrato quanto siano importanti le cellule del sistema immunitario nell’aiutare il tumore a svilupparsi. Questa evidenza però non deve essere presa come un dogma poiché è stata valutata solamente per alcuni tipi di tumore. Nonostante ciò da questa scoperta è possibile che ne derivino delle potenziali applicazioni terapeutiche. Una su tutte e rappresentata dalla possibilità di modulare la risposta immunitaria, attraverso la somministrazione di farmaci antinfiammatori, per cercare di rallentare lo sviluppo tumorale» conclude la Mione.