L’aumentata sensibilità della comunità scientifica internazionale verso lo sfruttamento delle risorse della pesca (alieutiche) ha promosso lo sviluppo di nuove tecnologie per studiare e per ridurre l’impatto della pesca sui fondali marini e sugli stock ittici. Da vari progetti finanziati dalla Commissione europea sono emerse soluzioni tecniche innovative in grado, ad esempio, di ridurre la cattura di giovanili, di diminuire i rigetti in mare, di contenere l’impatto fisico sul fondo da parte degli attrezzi al traino e infine di consentire un significativo risparmio sui consumi di carburante.
Queste soluzioni, potenzialmente applicabili al mondo della pesca, rimangono tuttavia spesso confinate all’interno del mondo della ricerca, riducendosi, di fatto, a un puro esercizio accademico privo di qualsiasi riscontro diretto. La capacità di collegare il mondo della ricerca con quello delle attività commerciali, di divulgare e quindi concretizzare i risultati raggiunti in soluzioni realmente applicabili, resta, a tutt’oggi, uno dei principali limiti allo sviluppo dell’impresa della pesca.
Nell’ambito di questa complessa tematica, l’Ente regionale fiera della pesca di Ancona, in unione all’Istituto di scienze marine (Ismar) del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) di Ancona, si prefigge di divulgare i risultati raggiunti dal mondo della ricerca, che possano trovare un riscontro pratico nel mondo della pesca con tematiche inerenti alla tracciabilità e qualità dei prodotti ittici, al risparmio energetico, all’impatto e alla selettività degli attrezzi.
La presenza di soluzioni tecniche innovative presso la 71esima Fiera internazionale della pesca, svoltasi nei giorni scorsi ad Ancona, ha esercitato un forte richiamo verso gli operatori del settore pesca, che da un lato possono contribuire a una più razionale gestione delle risorse, da raggiungere attraverso l’utilizzo di attrezzi più selettivi e con un minor impatto sul fondo; dall’altro possono trarre giovamento dall’utilizzo di tecnologie in grado di ridurre i consumi di carburante e salvaguardando il reddito dell’impresa.
La Fiera della pesca è stata teatro di importanti momenti di confronto e dibattito tra ricercatori ed esperti nel settore pesca a livello internazionale con le categorie di imprenditori e amministratori. Nella giornata del 28 maggio, ricercatori di vari paesi europei hanno potuto illustrare un nuovo approccio per la gestione della pesca sulla base del Progetto europeo denominato “EcoFishMan” realizzato nell’ambito del 7° Programma quadro della CE.
Il progetto si colloca all’interno degli obiettivi della Politica comune della pesca (Pcp), tesi a garantire l’utilizzo sostenibile degli stock ittici nelle acque europee. L’88% degli stock ittici europei comunitari vengono sfruttati oltre il rendimento massimo sostenibile (Msy) e il 30% di essi è oltre i limiti biologici di sicurezza, il che significa che essi non possono essere in grado di ricostituirsi. Il fenomeno dei rigetti in mare (discard) è uno dei più grandi problemi della pesca europea: gli stock fortemente interessati da questo problema sono, per esempio, quelli del merluzzo del Mare del Nord, dei quali il 93% è pescato prima di potersi riprodurre e il 30%-55% delle catture è rigettato in mare.
Il progetto EcoFishMan conta tredici partner, rappresentanti quattro diverse tipologie di gestione della pesca in Europa (pesca a strascico dell’Islanda; pesca a strascico portoghese dei crostacei; pesca a strascico nel Mar del Nord; pesca a strascico nel Mar Mediterraneo). Durante gli incontri sono stati trattati diversi argomenti riguardanti: la gestione sostenibile della pesca volta a conservare la risorsa, l’ambiente marino, la competitività dell’impresa e l’innovazione tecnologica.
I meeting sono stati organizzati da ricercatori del Cnr-Ismar di Ancona coordinati da Antonello Sala. All’evento hanno partecipato ricercatori della Matis (Islanda), della Bitland Enterprise (Isole Far Oer), del Cetmar(Spagna), dell’Eurofish (Danimarca) e del Cnr-Ismar di Ancona (Italia): sono state proposte e valutate nuove indicazioni per creare un sistema di gestione sostenibile della pesca basato sul rispetto del delicato ecosistema marino e volto a stimare il massimo impatto negativo accettabile, oltre che ad affrontare problemi come l’aumento degli scarti e il depauperamento degli stock commerciali.
Il nuovo approccio proposto da questa partnership internazionale cercherà di promuovere strategie gestionali partendo, dunque, dalla divulgazione di ricerche scientifiche, dalla collaborazione e dalla sensibilità dei pescatori e delle varie associazioni pesca, tenendo fortemente in considerazione sia i fattori ecologici che quelli socio-economici.