Età media per la procreazione assistita in netto aumento. Secondo la relazione annuale sulla legge 40, sono sempre di più le over 40 a fare uso della procreazione assistita per avere figli. Ecco i dati relativi alla media: se in Europa si attesta sui 34 anni, in Italia si passa dai 35,9 del 2008 ai 36,2 anni del 2009. Il 28,2% dei cicli è poi stato fatto su donne con più di 40 anni. Un’età dove la possibilità di avere il figlio desiderato cala drasticamente: le donne che hanno tra i 40 e i 42 anni, infatti, riescono ad arrivare al parto solo nel 6,9% die casi, mentre dopo i 43 anni si arriva a una percentuale drasticamente ridotta, solo l’1,7%. Ma qual è la causa di tante donne sopra i 40 anni che vogliono avere figli? Secondo David Meghnagi, psicologo e docente all’Università di Roma Tre, intervistato da La Stampa, “Si insegue il mito dell’eterna giovinezza. Il fenomeno è europeo ma in Italia è particolarmente accentuato. Si vive in un eterno presente e si ritarda il momento della progettazione di mettere su famiglia”. Non è vero invece, dice ancora il docente, che si facciano meno figli per la precarietà della situazione economica: “In Emilia Romagna dove ci sono i livelli migliori di assistenza familiare si fanno comunque pochissimi figli. La verità è che le persone si svegliano quando i tempi biologici pongono il problema ma allora è già tardi, soprattutto per le donne che hanno tempi più definiti”. Di fronte a questi dati il sottosegretario Roccella dice che è il caso di intervenire e per l’autunno intende rendere note nuove linee guida relative alla legge 40. Modifiche precise, che riguardano “quanto stabilito dalla sentenza della Consulta e anche in merito all’applicazione del decreto sulla tracciabilità di tessuti e cellule crioconservati, dunque anche dei gameti”. Naturalmente si oppone a queste modifiche il Pd, nella persona dell’ex ministro della sanità Livia Turco, che chiede l’intervento del parlamento. Le linee guida proposte, dice, non sono interpretative della legge e riguardano solo le tecniche. Non possono dunque modificare in alcun modo il il testo della legge 40. Le ha subito risposto Roccella: “L’approvazione delle linee guida segue un percorso preciso, stabilito dalla stessa legge 40, che naturalmente il governo rispetterà. Come lo ha rispettato la Turco, quando ha emanato le ultime linee guida, senza nessun coinvolgimento del Parlamento, che la legge non prevede”. Altri dati interessanti che emergono dal rapporto pubblicato. La maggior parte delle prestazioni viene eseguita nelle strutture pubbliche o private convenzionate. Dal 2008 sono aumentati i cicli iniziati (+8,8%), le gravidanze ottenute (+12,3%) e i bambini nati vivi (+7,3%). Sono invece calate le complicanze da iperstimolazione ovarica, scese dallo 0,45% allo 0,28%. In tutto ci sono nel nostro Paese 350 centri atti allo scopo. Di questi 130 sono pubblici, 27 privati convenzionati e 193 privati. Le regioni dove ci sono meno centri pubblici o convenzionati sono Lazio, Calabria e Sicilia.
La Calabria, per la precisione, ne ha uno solo. Gli embrioni congelati. Negli ultimi sei mesi è aumentato di dieci volte il numero degli embrioni congelati. E’ passato da 763 nel 2008 a 7337 nel 2009, per un totale di 99.258 embrioni formati. Questo perché una sentenza della Corte costituzionale nel 2009 ha dichiarato illegittimo un unico e contemporaneo impianto, comunque non superiore a tre.