Costa della Sicilia settentrionale: da parecchi giorni, esattamente dal 22 giugno, uno sciame sismico di una certa intensità e frequenza preoccupa la popolazione. L’ultima scossa si è registrata stamattina verso le ore 6 e 48 con una magnitudo di 2,2 gradi. Si è raggiunto un picco, in termini di gradi della scala Richter, di 3,5. Le scosse non hanno comportato alcun danno a edifici o persone, ma in alcuni casi hanno destato timore. Soprattutto la lunghezza del fenomeno ha fatto sì che in molti si destasse preoccupazione, evocando scenari apocalittici che per forza di cose rimandano al terribile terremoto che nel 1908 distrusse la vicina Messina, o indicando la responsabilità di un grande vulcano sottomarino come il Marsili. IlSussidiario.net ha sentito in esclusiva il dottor Claudio Chiarabba, studioso e dirigente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia per avere un parere su quanto sta succedendo.
Quanto sta avvenendo nel distretto sismico della Costa Sicilia settentrionale si inquadra in una panoramica normale dell’attività sismica o è un fenomeno straordinario?
Non è possibile definire normale una attività geologica o una sequenza sismica, è sempre un evento straordinario. Diciamo invece che quello che stiamo registrando rientra nello specchio delle osservazioni che facciamo in modo abitudinario. Noi registriamo continuamente diverse sequenze sismiche che seguono o contengono eventi più forti e hanno una durata che oscilla tra qualche giorno, qualche settimana o anche mesi. Lo registriamo in modo abbondante in tutta Italia, non solo qui in Sicilia. In questo senso possiamo dire che è una attività normale, ma si può dire che è normale anche un terremoto che avviene in una zona sismica.
Il primo pensiero, davanti a fenomeni come questi vista la zona, va a un evento apocalittico come il terremoto di Messina del 1908.
In realtà bisogna fare un distinguo: L’attività ben più nota di Messina accade in un’altra zona rispetto a questa, è la zona dello stretto dove ci fu uno tra i più grandi eventi sismici in migliaia di anni, un evento particolarmente forte in una zona con una pericolosità sismica maggiore di quella attualmente interessata. Qui siamo a distanza, anche il livello di tettonica non è direttamente associabile alla stessa tipologia.. Come mappa di pericolosità qua siamo in zona media di pericolosità sismica rispetto a quella di Messina.
Qualcuno, davanti a questo sciame sismico che dura da parecchio, ha tirato fuori come possibile responsabile l’attività del vulcano sommerso Marsili.
Lo possiamo escludere in maniera tranquilla. Si trova molto distante, più vicini alla nostra zona ci sono altri vulcani attivi, come l’Etna o le Eolie. Non centra assolutamente con questa attività.
Proprio due giorni fa la città di Messina è stata però inserita nel sistema di allerta nazionale per il rischio maremoto.
Si tratta di una decisione della protezione civile, non ne siamo stati coinvolti. Diciamo che per causare un maremoto serve un terremoto molto forte che sposta il fondale marino o una situazione legata a fenomenologie vulcaniche differenti da quella attuale. La situazione attuale infatti non sembra puntare a una direzione del genere, punta principalmente a terra.
Dunque non è possibile fare alcuna previsione di quanto durerà questo sciame sismico?
No, nessuna previsione è possibile, è sempre così in queste situazioni. Questi sciami di terremoto non permettono di fare alcuna previsione sulla loro durata.