Secondo i dati riferiti dall’Osservatorio Epidemiologico dell’Istituto Superiore di Sanità sull’Emilia Romagna il morbillo sta tornando, ed è di nuovo allarme. Nella Regione, nei primi sei mesi dell’anno, sono stati registrati 91 casi. La malattia si sta diffondendo velocemente e sembra che l’incidenza nella prima metà dell’anno sia stata di quasi tre casi ogni 100 mila abitanti, quindi ben oltre la soglia sotto la quale la malattia è da considerarsi debellata. IlSussidiario.net ha chiesto al virologo Fabrizio Pregliasco di commentare la notizia: «Percepiamo di solito il morbillo come una malattia banale. In realtà, seppur statisticamente e in piccoli numeri, può dare delle complicanze anche mortali. Se poi andiamo a vedere il Terzo Mondo, il morbillo è una delle prime cause di mortalità infantile. Quindi c’è questa falsa percezione di malattia innocua, ma non lo è». E per quanto riguarda la vaccinazione? «Ne esiste una da anni, ma il problema è che si tratta di una vaccinazione che, non rientrando tra quelle obbligatorie, è rimasta facoltativa. L’applicazione è quindi avvenuta nel Paese a macchia di leopardo, cioè con una quota vaccinale che varia di regione in regione, con spesso alti numeri di persone non vaccinate. Resta quindi il rischio e la possibilità di epidemie, come infatti sta avvenendo. Sono stati segnalati molti casi in tante regioni anche a fronte di coperture vaccinali che sono a volte del 40, 50 o 60%». E allora come mai la malattia si sta diffondendo? «In Europa l’obiettivo sarebbe l’eliminazione, mentre nei Paesi in via di sviluppo un abbassamento della quota di malattia. L’obiettivo non è stato raggiunto, ma il vero problema è che dovremmo avere una copertura vaccinale superiore al 95%, perché è purtroppo una malattia molto contagiosa, quindi difficile da controllare. Il morbillo, insieme alla varicella, si trasmette per via aerea come l’influenza e, essendo molto contagiosa, bisognerebbe fare quella che noi chiamiamo “immunità di gregge”, cioè coprire il maggior numero di persone, perché basta una piccola sacca di soggetti suscettibili per essere infettati».
Come si sta muovendo il ministero della Salute? «Uno sforzo e una pianificazione da parte del ministero c’è già da qualche anno: anche andando sul sito internet si può vedere il programma di raggiungimento di una copertura vaccinale elevata che però ancora oggi stenta ad avanzare per il problema della disaffezione alle vaccinazione e, essendo quella l morbillo solo raccomandata, come si fa anche con la rosolia e la parotite, c’è una quota di genitori che non ne fa uso. In questi casi basta davvero un niente per far diffondere la malattia». Che tipo di malattia è il morbillo? «Come detto è contagiosissima, quindi in una popolazione “vergine”, o come si dice “naive”, si acquisisce nei primi anni di vita vivendo semplicemente in comunità. Infatti, solo per fare un esempio, in una popolazione senza vaccinazione, ogni tre o quattro anni si scatena un ciclo di epidemia, perché la malattia arriva come un fulmine colpendo tutti i bambini appena arrivano a scuola, i quali poi diventano immuni a vita. Però, quando arrivano quelli nuovi, ricomincia tutto da capo. In una situazione come quella attuale in Italia, quindi con una certa quota di vaccinati, la malattia arriva a colpire anche gli adolescenti. È una malattia di per sé banale, ma il guaio è che può dare problematiche polmonari e soprattutto, uno su centomila, anche encefaliti, elemento che può determinare danni neurologici permanenti».
(Claudio Perlini)