Una delle scoperte astronomiche più importanti dell’ultimo decennio è che le stelle si formano quasi sempre a gruppi, ovvero in ammassi stellari, anziché in isolamento. Dalle quantità di certi elementi chimici presenti nel nostro pianeta cosi come in meteoriti, oggi sappiamo che anche il nostro sistema solare è nato in prossimità di altre stelle.



Il metodo migliore per capire come questi ammassi stellari evolvono nel tempo, e come questo possa influenzare la nascita e formazione delle stelle, è l’osservazione di numerosi ammassi in fasi diverse della loro evoluzione. Di recente, un team di astronomi guidato da Jura Borissova dell’Università di Valparaiso (Cile) ha annunciato la scoperta di 96 gruppi di stelle nella nostra galassia, la Via Lattea.



La scoperta di questi nuovi ammassi di stelle è avvenuta grazie alle nuove osservazioni nell’infrarosso del telescopio Vista (Visible and Infrared Survey Telescope for Astronomy), dello European Southern Observatory (Eso), collocato presso l’Osservatorio di Paranal nel deserto di Atacama in Cile.

Grazie al suo campo di “vista”, pari a circa dieci volte la dimensione angolare della Luna, e alle dimensioni del suo specchio, un “occhio” di 4,1 metri di diametro, Vista è il migliore telescopio al mondo per fotografie astronomiche di ampie regioni del cielo nell’infrarosso.

Le osservazioni infrarosse sono particolarmente adatte per scovare nuovi ammassi di stelle: questi sistemi sono spesso ancora circondati dalla nube di gas e polvere che li ha formati, e questo materiale, che diffonde e assorbe efficacemente la luce visibile delle stelle, è invece trasparente alla radiazione infrarossa. Inoltre, poiché gli ammassi stellari occupano regioni del cielo piuttosto grandi, Vista è lo strumento ideale per investigare la loro struttura.



Le nuove immagini che hanno portato all’ultima scoperta dei 96 ammassi sono state ottenute dal progetto “Vista Variables in the Via Lactea” (VVV). Questo progetto ha l’ambizioso obiettivo di osservare circa un miliardo di stelle situate nelle regioni centrali della nostra galassia. Quando cosi tante stelle sono concentrate in una zona piccola del cielo è solitamente molto complicato individuare quali di loro appartengono veramente allo stesso gruppo e distinguerle da tutte le altre che stanno di fronte o dietro all’ammasso.

È stato grazie a un nuovo e sofisticato programma di analisi delle immagini che si sono potuti distinguere gruppi di stelle fisicamente legate fra loro da quelle che non hanno nulla a che vedere con quei gruppi, ed è questo che ha portato alla scoperta dei “nuovi” ammassi.

I 96 ammassi appena scoperti costituiscono in realtà una piccolissima frazione di tutti i gruppi di stelle che si crede siano presenti nella nostra galassia, circa 30.000. Di questi “solo” 2.500 sono già noti; più del 90% di tutti gli ammassi rimane quindi in attesa di essere scoperta da un team di ricercatori pronto a scovarli.

Le future osservazioni infrarosse, unite a un modo “intelligente” per analizzare le immagini raccolte, ci forniranno gli opportuni strumenti per esplorare questo mare di stelle.