«Si tratta di un progetto finanziato dalla Comunità europea che si occupa di monitorare lo stato del mare per capire come prevenire o intervenire rapidamente nel caso in cui avvenga uno sversamento di idrocarburi nelle acque. Lo scopo è quindi quello di ricavare una certa quantità di dati, anche meteorologici, da diversi tipi di sensori, come satelliti e nasi elettronici, per poi coordinarli e metterli a disposizione nel caso in cui ci sia appunto un evento che porti alla perdita di idrocarburi nel mare». Ovidio Salvetti, ricercatore dell’Isti-Cnr di Pisa, spiega in questa intervista per ilsussidiario.net i dettagli del progetto Argomarine (Automatic Oil spill Recognition and Geopositioning integrated in a Marine Monitoring Network), grazie al quale è stato possibile sviluppare un sistema integrato per il monitoraggio degli eventi di traffico e dell’inquinamento marino dovuto a navi commerciali e imbarcazioni da diporto che impattano su aree marine sensibili. Il progetto ha portato anche a una simulazione legata al disastro della Costa Concordia all’Isola del Giglio, effettuata sulla base di un modello matematico originale, che prevede un eventuale rilascio di combustibile dalla nave nel corso di due giorni. Calcolando quindi vento e moto ondoso, le forze che guidano il processo, è stato possibile ipotizzare lo spostamento degli idrocarburi nel mare.
In che modo questo progetto potrebbe rivelarsi utile?
Sappiamo che gli idrocarburi sono altamente inquinanti, per cui poter prevedere l’evolversi della situazione nel caso in cui ci sia uno sversamento in mare può essere importante per pianificare al meglio le operazioni di bonifica.
Avete quindi osservato gli eventi della Costa Concordia?
Sì, in questo senso abbiamo analizzato quello che purtroppo è accaduto all’Isola del Giglio per creare una simulazione e cercare di capire cosa potrebbe accadere se il combustibile che si trova all’interno della nave dovesse spargersi nel mare. Questo potrebbe anche rivelarsi un ulteriore strumento di prevenzione, o comunque di aiuto, per un eventuale smaltimento.
Ci parli della simulazione…
Il video che è possibile vedere sul sito www.argomarine.eu (e in coda a questa intervista, ndr) mostra come si sparge sulla superficie del mare il combustibile nell’arco di due giorni. Si tratta quindi di una previsione molto semplice, effettuata da un’università portoghese che collabora a questo progetto, i cui dati vengono poi utilizzati in un sistema informativo complesso che raccoglie tutte le informazioni possibili e consente a un operatore di poter capire meglio la situazione. In questo sistema ci sono anche delle funzioni che possono essere richieste e attivate, come la simulazione che è possibile vedere.
Quindi non vi siete interessati di un possibile smaltimento o bonifica?
No, il video è semplicemente l’ipotesi di spargimento del combustibile nel mare nel disgraziato caso che fuoriuscisse dalla nave. Di tutta questa catena di possibilità di eventi, ci siamo occupati di capire solamente in che modo la macchia può spargersi sulla superficie del mare, mentre non consideriamo naturalmente tutto ciò che riguarda gli interventi. Si tratta quindi esclusivamente di un modello matematico, inserito in un sistema che dovrebbe, nello scopo del progetto, aiutare a gestire situazioni di sversamento di idrocarburi nel mare. Ovviamente, riguardo il caso della Concordia, non siamo intervenuti in nessun modo, ma abbiamo solo voluto mettere in campo un esercizio, una simulazione che preveda come potrebbe spargersi il combustibile, ma si tratta di un progetto che non è direttamente coinvolto con quello che sta avvenendo in questi giorni.
Che risultati avete ottenuto?
Secondo la simulazione, considerando prevalentemente il moto ondoso e i venti, la macchia si spargerebbe inizialmente allontanandosi dall’Isola, ma successivamente tornando indietro, per cui nell’arco dei due giorni che sono stati presi in esame, quindi un periodo molto breve, sarebbe proprio l’Isola del Giglio a ricevere il danno maggiore.
Una simulazione di questo tipo potrebbe rendersi davvero utile agli operatori che si stanno occupando della tragedia della Concordia?
Da un punto di vista matematico, a prescindere dal caso, se si conoscono certi parametri è possibile fare una simulazione. Avendo queste informazioni è possibile quindi ipotizzare uno scenario, ma è chiaro che per ora si tratta solamente di un esercizio che non ha nessun impatto con la situazione attuale della Concordia. Quello che volevamo comunque far capire è che questo progetto, con certi tipi di strumenti, può esser d’aiuto agli operatori e a chi deve intervenire in una determinata situazione: la simulazione che abbiamo creato tiene conto di un numero di parametri molto limitato, ma con più dati può essere realizzato un modello più complesso e completo che potrebbe rivelarsi certamente più d’aiuto. (alla pagina seguente sarà possibile vedere la simulazione riguardo la Costa Concordia).
(Claudio Perlini)