Che la situazione generale della nostra atmosfera stia peggiorando è sotto gli occhi di tutti e sono molte le indagini e le analisi che cercano di fotografarla e di individuare i fattori principali responsabili del degrado. Più difficile è dire cosa si può fare, se ci sono misure praticabili di mitigazione, cioè di riduzione e contenimento degli effetti più dannosi per l’ambiente e, soprattutto, per le persone. Interessante in questa direzione è uno studio condotto da un gruppo di ricerca internazionale guidato da Drew Shindell della Nasa con la partecipazione di scienziati di diversi centri americani ed europei, tra i quali il Joint research centre (Jrc) della Commissione europea di Ispra (VA). Lo studio, recentemente pubblicato su Science, considera gli effetti dell’ozono troposferico e del black carbon in termini di deterioramento della qualità dell’aria e di riscaldamento globale. Vengono quindi proposte 14 azioni attuabili subito in vista del miglioramento della salute e della sicurezza alimentare. Abbiamo raggiunto a Ispra una delle autrici, Elisabetta Vignati, per approfondire il senso di queste proposte.



 

Perché vi siete concentrati sulle misure dell’ozono troposferico e del black carbon?

 

Perché ambedue sono inquinanti dell’aria con conseguenti effetti sulla salute e sugli ecosistemi e al contempo sono causa di riscaldamento dell’atmosfera; perciò misure per diminuirne le concentrazioni nell’atmosfera hanno effetti benefici sia sulla qualità dell’aria che sul cambiamento climatico



 

Queste emissioni stanno aumentando? Dove maggiormente? Si sta facendo qualcosa per ridurle?

 

Globalmente le emissioni di black carbon e dei gas precursori dell’ozono stanno aumentando, in particolare nei paesi in via di sviluppo e in Cina. Cosa si sta facendo? Esistono in Europa, e non solo, standard per la qualità dell’aria e obiettivi per concentrazioni di un certo numero di inquinanti nell’aria: si cerca di raggiungere questi obiettivi regolati dalla legislazione attraverso il controllo delle emissioni.

 

Nello studio pubblicato su Science voi indicate 14 possibilità di mitigazione che potrebbero ridurre di 0,5° C il riscaldamento globale entro il 2050? Le può elencare?



Le misure sono divise in tre gruppi. Il primo comprende le misure di riduzione delle emissioni di metano: estrazione e trasporto di carburanti fossili: degassificazione e recupero, ossidazione di metano dall’aria di ventilazione dalle miniere di carbone, recupero e utilizzazione di gas associato e miglior controllo di emissioni dalla produzione di petrolio e gas naturale, riduzione delle perdite di gas lungo le condutture di trasporto a lungo raggio; gestione dei rifiuti: separazione e trattamento di rifiuti biodegradabili attraverso il riciclaggio e altro; agricoltura: controllo di emissioni di metano da allevamento di bestiame e aerazione intermittente di risaie continuamente inondate.

 

Il secondo gruppo?

 

Il secondo indica le misure tecniche per le riduzioni di black carbon e di composti co-emessi: trasporti: applicazione di filtri per il particolato sui diesel per trasporto su strada e non, verso l’adozione a scala mondiale dell’Euro 6/VI; – settore domestico: introduzione di stufe per cucinare e riscaldare, con una tecnologia che permette emissioni ridotte, nei paesi in via di sviluppo; settore industriale: rimpiazzando fornaci di mattoni con canne fumarie e rimpiazzando i tradizionali forni a carbone con moderni forni a recupero, includendo il miglioramento di misure di abbattimento con tecnologia a valle nei paesi in via di sviluppo.

 

E l’ultimo gruppo?

 

Comprende le misure “regolatrici” per le riduzioni di black carbon e di composti co-emessi: trasporti: eliminazione di veicoli che sono grandi emettitori nel trasporto su strada e non; divieto di bruciare all’aperto i rifiuti agricoli; sostituzione dei fornelli da cucina tradizionali a biomassa nei paesi in via di sviluppo con fornelli che usano Lpg o biogas.

 

Come siete arrivati a queste previsioni?

Si è partiti da 400 misure di riduzione per controllare l’inquinamento (quindi che avessero benefici per la qualità dell’aria); queste misure dovevano avere la caratteristica di essere già esistenti e applicate in alcune parti del mondo. Si è quindi studiato il loro beneficio dal punto di vista del clima e si è stilata una lista di queste misure in base all’impatto sul clima. Si sono selezionate le prime 14 che insieme raggiungevano un beneficio intorno al 90% per il clima e che quindi avevano la caratteristica di: essere implementabili, avere un impatto benefico e sulla qualità dell’aria e sul clima.

 

uali di queste misure ritiene più facilmente praticabili in Italia?

 

Probabilmente le misure più facilmente applicabili in Italia riguardano il settore dei trasporti, eliminando i vecchi veicoli che sono grandi emettitori e svecchiando il parco di autoveicoli.

 

Avete anche fatto delle stime economiche? Con quali esiti?

 

Le stime economiche sui benefici sono state fatte a scala globale per la salute, per la produzione agricola e per l’impatto sul clima. I valori più grandi riguardano la salute e quindi le misure di riduzione di black carbon sono quelle che permettono un beneficio più grande. Per il metano si è stimato che i costi per l’abbattimento di una tonnellata di metano si aggirano intorno a 250 dollari, mentre il beneficio nella riduzione è stato stimato essere fra 700 e 5.000 dollari per tonnellata.

 

(a cura di Mario Gargantini)

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