Dopo il caso di Crucell anche Novartis finisce nel mirino del Ministero della Salute. Solo pochi giorni fa era stato disposto il blocco per 2 milioni e 350mila dosi di vaccino anti-influenzale mentre oggi, il dicastero e Aifa hanno imposto il divieto all’acquisto di quattro tipologie di vaccini della casa farmaceutica Novartis: Influpozzi sub unità, Influpozzi adiuvato, Fluad e Agrippal. Secondo il ministro della salute, Baluduzzi “Il provvedimento è a scopo cautelativo e in attesa di ulteriori indagini”. I vaccini, infatti, potrebbero causare reazioni indesiderate. Abbiamo contattato per IlSussidiario.net, il virologo dell’Università di Milano Fabrizio Pregliasco.



Pregliasco, come è possibile che in pochi giorni siano stati ritirati dosi di vaccino di due diverse case farmaceutiche?

Nel caso di Crucell sono state trovate delle imperfezioni nei controlli di qualità e ha deciso di non distribuirli. Nel caso di Novartis, tutto ciò che abbiamo è uno scarno comunicato fornito dal Ministero in cui interpretando ciò che c’è scritto, risulterebbe che analizzando le prove svolte su volontari prima della campagna vaccinale per valutarne gli effetti, si è riscontrato un incremento nella cosiddetta reattogenicità, cioè nella elevata quantità di effetti collaterali. Sebbene, tengo a precisare che questi ultimi sono sempre presenti, dal momento che almeno l’1% delle persone vaccinate di fresco hanno un po’ di febbre mentre il 10% ha dolori al punto di inoculo, al braccio dove si notano arrossamenti. Dall’esame di questi documenti presentati poche ore fa al Ministero, risulta, appunto, un incremento percentuale di questi effetti indesiderati. Sulla base di questo dato si è provveduto al ritiro in via precauzionale.



Sono arrivati nelle farmacie oppure non erano ancora stati distribuiti?

I vaccini di Crucell non erano ancora stati distribuiti mentre quelli di Novartis sono arrivati nelle farmacie e nelle Asl, dove avviene la maggior parte della distribuzione del vaccino.

Quali sono i rischi per chi avesse assunto un vaccino Novartis, ora ritirato?

I rischi sono limitatissimi perchè immagino che la distribuzione sia stata molto limitata anche perchè la campagna vaccinale non è ancora entrata nel nel suo pieno svolgimento. Il periodo è piuttosto prematuro.

Per la salute?

Non c’è alcun rischio di morte e non c’è motivo di panico. Non occorre nemmeno precipitarsi la pronto soccorso. Il farmaco, ripeto, non è stato ritirato perchè pericoloso per la vita ma per effetti collaterali non gravi.



Dopo questi episodi, si registreranno ritardi nelle forniture di vaccini nel nostro Paese?

La quota di vaccini distribuiti da Novartis è abbastanza consistente e potrebbe provocare ritardi nel prolungamento della campagna vaccinale che non inizia nel migliore dei modi. Manca più delle metà dei vaccini influenzali disponibili sul mercato: da 12 milioni totali siamo passati a 6.

E’ prevedibile, quindi, che si ammalino più persone?

Se la campagna vaccinale verrà ridotta, il rischio è che il virus dell’influenza subisca un picco negativo. In più, con il diffondersi della notizia dei ritiri, è probabile che la gente non si vaccini per diffidenza, fatto dannoso per la diffusione del virus. Occorre ricordare che per i soggetti sani, l’influenza si cura con i classici tre giorni di riposo mentre per i soggetti più fragili, il virus può scatenare complicanze nella malattia in corso.

Quali, quindi, le categorie più a rischio?

Persone con problemi cardiaci e respiratori cronici.

A questo punto, con la campagna vaccinale che entrerà nel vivo entro pochi giorni, quale sarebbe la scelta migliore del Ministero della Salute?

Innanzitutto, verificare la disponibilità dei vaccini e, casomai, importare dall’estero dosi, valutando in modo corretto e completo le risultanze degli studi che sono stati presentati sulla base di una valutazione e di una revisione ulteriore stabilire le prossime mosse compresa la conferma del ritiro