Da circa trent’anni, la medicina tradizionale cinese è il suo mondo: ne conosce non solo le varie tecniche, come l’agopuntura o le affascinanti ginnastiche terapeutiche, ma anche e soprattutto il retroterra culturale, indispensabile per beneficiarne in profondità. Sin dagli anni Ottanta, Lucio Pippa, medico chirurgo pescarese, ha fatto una scelta di vita: “incontrare” la medicina tradizionale cinese, per farla conoscere al grande pubblico, e individuare percorsi che portino all’arricchimento della medicina occidentale.



Da allora, Pippa è diventato uno straordinario divulgatore e un autorevole docente presso l’Accademia di Medicina Tradizionale Cinese di Bologna, e ha dato vita ad un frequentatissimo studio di agopuntura a Pescara. Da qualche anno, inoltre, tiene un corso di ginnastiche mediche sempre più frequentato, promosso dalla Fondazione onlus Camillo de Lellis per l’innovazione e ricerca in medicina, di cui Pippa è presidente. Proprio queste ginnastiche rappresentano il contenuto del suo ultimo volume “Taijiquan stile Chen Xiaoja e Qigong. Arti tradizionali e mediche” (Casa Editrice Ambrosiana), curato insieme a Carmela Filosa, Chen Peiju, Renato Crepaldi e Lucio Sotte.



Si tratta di un significativo contributo alla conoscenza di un mondo, quello della medicina in generale, e delle ginnastiche mediche in particolare, poco conosciuto, impregnato di luoghi comuni ma che invece ha tanto da raccontare e insegnare anche a noi occidentali. “Nella medicina tradizionale cinese – spiega Pippa – l’uomo deve sempre rispondere al Cielo e alla Terra, perché appartiene al macrocosmo, e dal rapporto armonico con questo dipende il suo stato di salute. E’ a questa visione unitaria dell’uomo che la medicina cinese si è ispirata fin dalle sue remote origini per “curare il malato e non la malattia”.



Prima ancora che di terapie – aggiunge riferendosi alle ginnastiche – parliamo di vere e proprie arti: la tradizione cinese afferma che la loro pratica è corretta quando manifesta una “bellezza”, cioè quando rende evidenti misura, fluidità, equilibrio, ritmo, intensità, densità, armonia”. Più in generale, il medico pescarese spiega il contesto entro il quale si collocano le ginnastiche mediche cinesi: “L’attività fisica, che in Cina ha una storia di migliaia di anni, è uno strumento che può sostenere l’uomo nella sua giusta aspirazione a “vivere bene”. Fare esperienza di quanto la tradizione cinese ci suggerisce di quest’antica arte permette, da una parte, di metterne in evidenza tutto il contributo non solo per lo sviluppo del benessere psico-fisico ma anche per gli aspetti più strettamente medici (preventivo, terapeutico e riabilitativo), e dall’altra scoprirne i nessi con le scienze pure ed applicate di stampo occidentale”.

In merito alle due tipologie di ginnastiche, Pippa ha sottolineato che “fra i principi essenziali del Taijiquan stile Chen Xiaojia si dice che il “corpo deve essere dritto e centrato”; ma questo non vuol dire soltanto enunciare un principio limitato alla salute del corpo ma deve essere inteso soprattutto da un punto di vista morale: avere, nella propria vita, un punto di riferimento che rispetti la dignità dell’essere umano e renda, perciò, la persona “retta e centrata”. L’arrivo della tradizione culturale cinese in Occidente – ha aggiunto -, attraverso la medicina cinese e gli esercizi fisici, ha creato un sommovimento benefico e ha rianimato l’ardore di tutti quelli che desiderano che la pratica del movimento sia utile per l’armonia non solo del corpo ma anche e, soprattutto, dello spirito”. E i risultati sono tangibili: “Come dimostrano vari protocolli di studio sull’efficacia di Taijiquan e Qigong, significativi benefici si sono verificati nel caso di malattie neurologiche (Parkinson), metaboliche (diabete), cardiovascolari e polmonari, reumatologiche e in tanti altri casi”.

Lucio Pippa è anche presidente della Fondazione onlus Camillo de Lellis di Pescara, nata anni fa per individuare percorsi di innovazione in medicina. Tra questi, c’è senz’altro l’approfondimento del valore della medicina tradizionale cinese, cui la Fondazione ha dedicato negli ultimi anni due interessanti protocolli di studio. Il primo ha riguardato l’efficacia della ginnastica Qigong nella riabilitazione di pazienti anticoagulati, il secondo l’effetto dell’agopuntura nei casi pazienti con Herpes Zoster. Sia nel primo che nel secondo caso, la Fondazione ha realizzato pubblicazioni scientifiche di valore internazionale.

“Ma – spiega Pippa – il valore più grande di queste esperienze è stato dimostrare come realtà non profit come la nostra siano in grado di contribuire in maniera significativa alla ricerca clinica. E il fatto che i nostri tentativi siano stati ritenuti degni di sostegno, è la dimostrazione che esiste, nei fatti, una sussidiarietà positiva anche nel nostro sistema sanitario”.