Ricordate la questione dei neutrini? Non tanto quella relativa alla gaffe dell’ex ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini, che in un comunicato aveva sottolineato come l’Italia avesse collaborato alla realizzazione di un fantomatico tunnel che univa il Gran Sasso ai laboratori del Cern di Ginevra; bensì, quella più seria, a cui il comunicato si riferiva, relativa alla scoperta di un team di ricercatori guidati dall’Italiano Antonio Ereditato. Gli studi degli scienziati avevano consentito di dimostrare la fallacia della Teoria della relatività di Einstein, rilevando come le particelle in questione fossero in grado di superare la velocità della luce. I dati, registrati dal rivelatore Opera nell’ambito dell’esperimento Cngs (Cern NeutrinoS to Gran Sasso), se confermati avrebbero rivoluzionato l’intera concezione dell’universo. Ma non fu così: secondo l’autorevole Science Magazine, che si era avvalsa della consulenza di fonti interne all’esperimento, il risultato sarebbe stato frutto di un semplice errore di misurazione. Ovvero, lo scarto della velocità dei neutrini di 60 nanosecondi rispetto alla velocità della luce dipendevano semplicemente da un errore nella connessione tra un cavo a fibre ottiche che mette in comunicazione il ricevitore Gps usato per calcolare la velocità dei neutrini con il computer. L’esperimento sarebbe stato anche inficiato dall’errata calibrazione dell’orologio usato per la misurazione. Poi, il 16 marzo, la seconda smentita. Secondo i ricercatori dell’esperimento Icarus del laboratorio del Gran Sasso, guidato dal premio Nobel Carlo Rubbia, i neutrini non viaggiano più veloci della luce. Di recente, infine, un terzo parere, proveniente dall’esperimento Lvd (Large Volume Detector) diretto da Antonino Zichichi: sì, effettivamente, Opera ha mal funzionato Quindi? In attesa di successivi riscontri, Ereditato ha deciso di dimettersi. La notizia proviene dall’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn); negli ultimi tempi, alcuni scienziati aderenti all’esperimento avevano presentato una mozione per chiedere le dimissioni del loro leader. Il provvedimento aveva visto i detrattori di Ereditato in minoranza.
Il capo della ricerca – che si trincera, attualmente, dietro un secco “no comment” – ha, tuttavia, ritenuto che, data la frattura creatasi in seno al team non ci fossero più le condizioni per proseguire nel suo ruolo di guida. Antonio Masiero, vicepresidente dell’Isfn, ha auspicato che l’esperimento possa, al più presto, trovare un nuovo leader e l’unità perduta e che, a breve saranno effettuate ulteriori misurazioni.