Il morbo di Parkinson e il gioco d’azzardo, il caso a Le Iene show – Il morbo di Parkinson una delle malattie neurodegenerativeche colpiscono più largamente, specie nelle persone diuna età avanzata. La malattia fu descritta per la prima volta a inizio dell’Ottocento dal medico James Parkinson che le diede anche il nome: vero nome malattia idiomatica di Parkinson, per brevità chiamata morbo di Parkinson, è caratterizzata da tremore anche in stato di riposo, la cosiddetta paralisi agitante. Gli effetti poi sono molteplici. Oggi come ha spiegato il professor Mauro Ceroni contattato da IlSussidiario.net, il morbo di Parkinson è la malattia degenerativa su cui si registrano i risultati più brillanti in termini di cure. Tutto questo grazie a un farmaco introdotto sperimentalmente negli anni Sessanta, la M Dopa. Lo stesso farmaco, ci spiega il neurologo, che viene descritto nel libro e nel film omonimo “Risvegli”, quando si assiste appunto al risveglio miracoloso di alcuni malati colpiti da Parkinson encefalitico per via di una epidemia che si era verificata anni prima. Ma ci sono degli effetti collaterali naturalmente: nel caso che Le Iene Show presenta nella sua puntata di oggi, in onda su Italia 1, ad esempio alcuni malati curati con farmaci dopaminagonisti sviluppano la tendenza al gioco d’azzardo patologico, l’ipersessualità, lo shopping compulsivo. Il professor Ceroni ci spiega il perché.
Professore, le risultano questo tipo di effetti collaterali ai farmaci cosiddetti dopaminoagonisti?
Assolutamente sì, e non solo a me, si conoscono ormai da una decina d’anni almeno.
Ci spiega cosa sono esattamente i farmaci dopaminoagonisti che causano tutto ciò?
Bisogna innanzitutto capire qualcosa di cosa sia il morbo di Parkinson. Si tratta di una degenerazione quindi una perdita dei neuroni di un nucleo che c’è nel nostro cervello che si chiama substantia nigra meglio conosciuta come sostanza nera di Sömmering. E’ una formazione nervosa grigia laminare con significato di nucleo, che stabilisce il confine tra piede e calotta del mesencefalo.
Cosa succede quando inizia questa degenerazione?
Questa zona si proietta molto vastamente nel nostro cervello. Da qui dipendono i sintomi del Parkinson, cioè la difficoltà a muoversi, un rallentamento di tutti i movimenti compresa l’espressione della faccia. Soprattutto la degenerazione dell’espressione motoria e dei nostri sentimenti, così come una ipertonia, cioè un aumento del tono muscolare e il tremore.
Ci dica l’effetto di questi farmaci.
Si tratta di una cura abbastanza rivoluzionaria che è stata iniziata negli anni Sessanta con l’introduzione della M Dopa che è stato un precursore della dopamina, il farmaco di cui stiamo parlando che è il neurotrasmettitore di queste cellule. Quella di cui si parla nel famoso libro e film Risvegli basato proprio sugli effetti della dopa sui pazienti di Parkinson encefalitico, una encefalite che aveva colpito anni prima. Quindi la ricerca è andata avanti e si sono sviluppati sempre nuovi farmaci di tipo dopaminoagonisti per migliorare i sintomi del Parkinson. Di fatto il Parkinson è la malattia degenerativa su cui otteniamo i risultati più brillanti.
Cosa comporta l’uso di questi farmaci?
Questa classe di farmaci agisce sugli effetti recettori della dopamina, stimolano senza bisogno di fare la dopamina, e quindi sono stati un passo rilevante nella cura del Parkinson perché rappresentano una possibilità di curare il morbo diversa dalla dopa. Sicuramente hanno dati notevoli benefici sia dal punto di vista motorio che su quello della sfera emotiva perché aiutano il controllo della depressione che si manifesta col Parkinson, stabilizzano cioè gli effetti della dopa.
E gli effetti collaterali? Ad esempio il gioco d’azzardo compulsivo?
Bisogna tener conto che le dipendenze come quella sessuale, il gioco o le droghe sono una possibilità facile degli esseri umani. Lo mostra molto bene la nostra società: è facile che questo tipo di comportamenti vengano proposti come comportamenti di uso quotidiano. Quindi questi aspetti come il gioco d’azzardo compulsivo vengono facilitati da questi farmaci, ma solo in alcune persone.
Dunque non è che tutti quelli che prendono farmaci dopaminoagonisti si mettono improvvisamente a giocare d’azzardo o a fare shopping compulsivo.
Assolutamente no, credo che la percentuale che si sia registrata sia stata tipo dell’uno per cento. E’ però interessante far notare al grande pubblico questa cosa, perché mostra come noi esseri umani siamo costituiti. Cioè agire con la biochimica sul cervello ha effetto perché l’uomo è una perfetta unità dove tutto influenza tutto.
C’è chi ha detto che questi effetti collaterali però non erano indicati nel farmaco.
Perché si era ancora in una fase di studio del farmaco stesso. Non venivano riportati perché si scoprono solo quando il farmaco viene applicato largamente nella popolazione. In fase di ricerca è difficile, sono richiesti numeri molto alti, quella fase di sperimentazione clinica dove tutti gli operatori sono invitati a riferire questi possibili effetti collaterali.