“Sostenere le idee che possono cambiare il mondo”. È il messaggio ambizioso col quale un anno fa la Fondazione Cariplo ha bandito una nuova formula di investimento per la ricerca scientifica; tanto voluta dalla sottocommissione ricerca e trasferimento tecnologico nella figura del Professor Paolo Mantegazza e approvata dal Consiglio d’Amministrazione. È nato così, il Premio Ricerca di Frontiera 2011, giunto lo scorso lunedì alla premiazione dei cinque progetti vincitori: finalità della nuova iniziativa è quella di finanziare e valorizzare idee innovative che per i loro obiettivi presuntuosi e rischiosi, secondo i canoni tradizionali, non sarebbero prese in considerazione.
Ventidue sono stati i progetti partecipanti alla prima edizione del Premio e la scelta della disciplina “da rinnovare” è caduta sulla chimica, poiché il 2011 era stato dichiarato dall’Unesco l’anno internazionale della chimica. La Fondazione Cariplo ha stanziato 885 mila euro per cinque nuove idee, valutate e selezionate da una giuria di esperti internazionali costituita da due premi Nobel per la chimica (2004 e 2007): Aaron Ciechanover (Technion- Israel Institute of Technology) e Gerhard Ertl (Fritz-Haber Institut Max-Planck); dal premio Wolf 2011 Krzysztof Matyjaszewski (Carnegie Mellon University); da Oliver Guthmann (Investment Manager di Basf Venture) e da Phillip Szuromi, Supervisor Senior Editor di Science.
Il chiarimento di come il premio è stato realizzato e gestito ha permesso di evidenziare la modalità adottata per la selezione dei progetti vincitori: i parametri usati per la valutazione delle idee proposte hanno tenuto conto della focalizzazione delle risorse su specifiche aree di intervento, della meritocrazia, della modalità di sviluppo del capitale umano, riguardante in particolare modo il sostegno ai giovani ricercatori. Per la valutazione dei progetti sono stati coinvolti 400 referee internazionali; inoltre si è tenuto in considerazione anche il coinvolgimento di enti territoriali e nazionali.
La giuria di esperti ha scelto i due progetti più meritevoli tra i 22 partecipanti, indicandone però altri tre altrettanto avvincenti. Questa selezione due più tre ha indotto il Consiglio d’Amministrazione a finanziare tutti e cinque i progetti nella fase conclusiva decisionale.
La funzione della giuria, comunque, non è ancora terminata; dovrà supervisionare la realizzazione dei progetti, così da permettere la concretizzazione di queste avvincenti idee, riguardanti: il designer molecolare, i solventi ecosostenibili, la microscopia elettronica, i materiali fotovoltaici e i farmaci antitumorali.
Eccoli allora, in una rapida carrellata, i cinque giovani innovatori.
Primo classificato è risultato Giorgio Colombo (CNR – Università degli Studi di Milano, 230.000 euro). Il suo progetto si colloca nell’ambito della chimica computazionale, in relazione con la biologia strutturale, per lo studio delle patologie tumorali. Alla base della sua avvincente idea vi è il fenomeno di regolazione delle proteine nel complesso network cellulare. Lo studio del movimento delle proteine potrà essere utile nella futura programmazione delle cellule, in particolare l’attenzione è rivolta alle cellule tumorali e staminali.
L’idea della seconda classificata, Mussini Patrizia (Università degli Studi di Milano, 175.000 euro), si basa su alcune proprietà dei sali organici (buoni solventi e buoni trasportatori di carica) per la sintesi di composti ecocompatibili, liquidi ionici caratterizzati da una proprietà “intelligente”: la chiralità.
Mustarelli Piercarlo (Università degli Studi di Pavia, 165.000 euro) si è aggiudicato la terza posizione con un progetto che indaga la micrometria nei materiali retroattivi (celle a combustione). Tale idea si propone di realizzare un microscopio a risonanza magnetica per poter misurare fino al micrometro, mentre la cella è in funzione.
Beverina Luca (Università di Milano – Bicocca, dipartimento di Scienza dei Materiali, 130.000 euro) vince il quarto premio con l’aggressiva idea proponente lo sviluppo di nuovo materiale fotovoltaico, costituito da molecole organiche attive. La finalità è di generare delle celle solari organiche. L’idea si basa sul concetto di utilizzare la luce non solo per produrre corrente ma anche per fabbricare la cella.
Infine, Fagnoni Maurizio (Università degli Studi di Pavia, 185.000 euro) si è posizionato al quinto posto con l’innovativa idea riguardante la sintesi di nuovi agenti chemioterapici attivati dalla luce. Sfruttando delle peculiarità di alcune molecole naturali, molto reattive alla luce, si potrebbero sintetizzare intermedi più semplici con lo scopo di produrre dei farmaci antitumorali, in grado di attaccare le cellule tumorali e distruggerle.
A commento di questi risultati, vale un’osservazione, dal sapore vagamente epistemologico, del professor Mantegazza che ha notato come l’apertura di nuovi orizzonti non possa prescindere dai giovani: sono loro la fonte di proposte innovative, perciò è fondamentale investire su di loro “anche se può comportare qualche rischio”. Va peraltro sottolineata la necessità della “ricerca ordinaria”; la quale però non introduce novità e quindi deve essere affiancata dalla intraprendenza e dalla capacità di osare e rischiare tipica dei giovani.