Il prossimo 6 maggio arriva la Super Luna. Quel giorno, infatti, il nostro satellite naturale si troverà al perigeo, il punto più vicino alla Terra dell’orbita geocentrica, che lo farà apparire più grande e luminoso. Al contrario, il 28 novembre di quest’anno, la Luna coinciderà con l’apogeo, che quindi produrrà l’effetto opposto. Questo particolare fenomeno accade perché l’orbita della Luna, non essendo perfettamente circolare, fa sì che la distanza dalla terra possa ogni tanto cambiare, come ci spiega anche Roberto Crippa, presidente della Fondazione Osservatorio Astronomico di Tradate: «L’orbita lunare intorno alla Terra non permette che la Luna si trovi sempre alla stessa distanza. Per questo motivo, se mediamente la distanza a cui si trova la Luna è 380.000 chilometri, questa può anche arrivare a 360.000 o a 420.000. In questi casi, se per esempio si scatta una foto nei momenti in cui la Luna è più lontana e più vicina, si nota che le dimensioni sono effettivamente diverse». Crippa ci spiega che ai fini pratici questo fenomeno «non porta assolutamente a nulla, fatta eccezione per dei piccoli effetti nelle maree, ma praticamente impercettibili». Per quanto riguarda lo spettacolo visivo, invece, «è difficile stimare le differenze che potranno essere notate: per fare un esempio, il nostro occhio percepisce la Luna più grande quando è all’orizzonte perché si trova accanto a dei punti di riferimento, come case ed alberi, mentre quando si trova allo zenit, cioè esattamente sopra la nostra testa, sembra più piccola ma solamente a causa di un effetto ottico, perché in realtà la distanza è la stessa sia in piena notte che al tramonto». C’è anche chi sostiene che fenomeni come quello della “superluna” possano provocare eventi catastrofici, ma Roberto Crippa ci spiega che «l’unica interazione che abbiamo con la Luna è quella gravitazionale: le maree sono una delle conseguenze più evidenti, ma si tratta di un fenomeno che in realtà avviene anche sulla superficie solida del nostro pianeta: mentre per l’acqua si può parlare anche di metri di altezza di marea, per la superficie della Terra si parla di pochi millimetri. Qualcuno però ipotizza che questo fatto gravitazionale possa ad esempio sollecitare delle placche tettoniche che sono già sotto pressione e scatenare un terremoto, ma si tratta di un’ipotesi assolutamente mai provata». 



Roberto Crippa ci spiega poi che è stato possibile calcolare con precisione la distanza esatta della Luna dalla Terra grazie a degli specchietti piazzati dagli astronauti: «Dalla Terra viene lanciato un laser che torna indietro dopo aver colpito questi specchietti, e in questo modo si può calcolare in maniera perfetta la distanza a cui si trova la Luna. Grazie a questo metodo sappiamo anche che, da quando gli astronauti sono andati sulla Luna, questa si è allontanata di qualche centimetro all’anno. Significa che miliardi di anni fa la Luna era molto più vicina alla Terra, e questo provocava probabilmente sul nostro pianeta dei grossi effetti mareali, molto più potenti di quelli attuali. Qualcuno ha anche ipotizzato che la vita nata nel mare si sia poi adattata al fatto che queste grandi maree lasciavo gli animali dentro e fuori dall’acqua in continuazione, il che li ha portati a respirare anche l’ossigeno dell’aria». La Luna è importantissima anche per un altro motivo: «Perché permette, grazie alla sua forza gravitazionale, di mantenere l’asse geografico di rotazione inclinato sempre di 23,5 gradi. Questo permette di avere stagioni costanti per miliardi di anni, mentre se la Luna non ci fosse stata l’inclinazione variabile dell’asse avrebbe creato delle differenze di stagionalità talmente grandi da impedire quasi la vita su questo pianeta».



 

(Claudio Perlini)

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