Dormire tanto, tantissimo, anche per mesi interi. E’ il “Mirror” a raccontare la storia di Stacey Comerford, studentessa 15enne di Telford, nello Shropshire, in Inghilterra, affetta dalla rarissima patologia chiamata sindrome di Kleine Levin o della “Bella Addormentata” che la costringe a dormire anche per due mesi di fila. I primi sintomi sono iniziati un anno fa, quando Stacey accusava stanchezza cronica e sonnolenza: il medico di base diagnosticò una semplice depressione adolescenziale ma, come ha spiegato al tabloid la madre della giovane, «mia figlia era capace di dormire per l’intero weekend, tanto che il lunedì non riuscivo nemmeno a svegliarla». La corretta diagnosi è arrivata a seguito del ricovero presso il Birmingham Children’s Hospital, dove è stato appurato che si trattava della sindrome di Kleine Lavin, per cui però non esiste ancora una cura. «Almeno adesso abbiamo una diagnosi della sua condizione – ha detto ancora la madre – ed è tutto più semplice. In passato sono anche stata messa sotto inchiesta dalle autorità scolastiche locali perché pensavano che di proposito non volessi mandare a scuola Stacey. In realtà ho sempre saputo che c’era qualcosa che non andava, perché l’adolescente piena di vita di una volta si era trasformata in uno zombie che dormiva sempre». Per colpa della rarissima patologia, che colpisce appena mille persone in tutto il mondo, Stacey ha mancato nove esami e anche il suo compleanno a novembre ma, come spiega lei stessa, «adesso almeno è più facile spiegare alla gente quello che ho. Prima invece, quando a scuola dicevo che ero stanca e che dovevo andare a casa, mi guardavano tutti malissimo e non mi credeva nessuno». In assenza di una cura, Stacey assume degli stimolanti che la aiutano a restare sveglia e, ammette la madre, «anche la qualità della sua vita sta migliorando». IlSussidiario.net ha chiesto ulteriori spiegazioni al prof. Mauro Ceroni, neurologo e docente di neurologia presso l’Università di Pavia, per capire anche quali siano i disturbi più rari e debilitanti legati al sonno: «Come è noto – spiega Ceroni -, il sonno è un’attività cerebrale assolutamente indispensabile per il funzionamento del cervello. Non conosciamo il vero motivo, ma sappiamo benissimo che deprivare di sonno una persona significa provocare l’insorgenza di una psicosi e di un malfunzionamento cerebrale molto grave».
Il prof. Ceroni spiega che esistono diverse malattie che possono provocare ad esempio «una ipersonnia, quindi un aumento del sonno. La malattia più famosa da questo punto di vista è stata l’encefalite letargica, che occorse in Europa tra il 1916 e il 1934 e che portò al celebre libro di Oliver Sacks, “Risvegli”. In quella malattia di origine virale si determinava una condizione letargica che perdurava da giorni fino a settimane intere. L’agente infettivo di questa encefalite letargica non poteva essere stabilito perché allora non esistevano i metodi per farlo e successivamente non si è più ripresentata».
L’encefalite letargica, come anche altre patologie, può verificarsi «perché, essendo il sonno un’attività cerebrale, questa può essere alterata da lesioni più o meno organiche e biochimiche. Quindi nella sindrome di Kleine Levin di cui è affetta la giovane in questione, in cui viene colpito il lobo temporale, una delle complicanze che si può manifestare è proprio questa ipersonnia». Si tratta di una patologia, spiega ancora Ceroni, che comunque «non compromette l’assunzione di cibo e di liquidi quindi è possibile mantenere una buona efficienza fisica grazie al fatto che ogni funzione viene mantenuta. Non si tratta ovviamente di un coma, ma di un’attività cerebrale particolare completamente diversa. Questo è facilmente osservabile attraverso un elettroencefalogramma che nel caso del sonno è completamente diverso rispetto al coma».
(Claudio Perlini)