In questi giorni, nei cieli della Pianura Padana, qualcuno vedrà navigare un bianco dirigibile: uno spettacolo raro, visto per lo più soltanto in qualche film a testimonianza di leggendarie imprese. Questa volta non si tratta di nulla di particolarmente avventuroso, anche se in qualche modo una dose di avventura c’è: è quella che sempre accompagna le indagini scientifiche e che può sorprendere chi ne è coinvolto mettendolo a confronto con un volto della natura imprevisto e non facilmente catalogabile.
Lo strano mezzo di trasporto è un dirigibile Zeppelin e da metà giugno è il cuore di un esperimento internazionale indirizzato allo studio delle relazioni tra inquinamento atmosferico e cambiamenti climatici. Coordinato dall’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche (ISAC-Cnr) di Bologna, l’esperimento coinvolge una ventina di gruppi di ricerca europei, 3 gruppi statunitensi e l’Agenzia regionale protezione ambiente (Arpa) Emilia Romagna.
L’esperimento, che per la prima volta utilizza come supporto un dirigibile, è parte del progetto europeo PEGASOS(Pan-European-Gas-AeroSOl-Climate Interaction Study)finanziato con 7 milioni di euro dalla Commissione Europea nell’ambito del VII Programma Quadro. Suo obiettivo principale è quantificare, in Europa, l’impatto dell’inquinamento atmosferico sul clima e, reciprocamente, valutare l’effetto dei cambiamenti climatici sulla qualità dell’aria, sulla salute umana e sugli ecosistemi.
In particolare PEGASOS mira a descrivere i meccanismi di retroazione, di feedback, che a livello locale legano la produzione e trasformazione di inquinanti ai cambiamenti climatici; l’attività principale in programma è la misura delle particelle inquinanti in sospensione nel Planetary Boundary Layer, lo strato limite planetario dagli 0 ai 1000 m. Sulla base di questa ricerca, il progetto si propone di supportare gli organismi europei responsabili delle politiche ambientali, suggerendo interventi di mitigazione di questi due fenomeni, che tengano conto anche di un’analisi costi-benefici.
Inquinamento atmosferico e cambiamenti climatici, osservano gli scienziati dell’ISAC, «vengono tuttora trattati sul piano normativo come due problematiche separate, mentre i più recenti risultati della ricerca scientifica evidenziano che le sorgenti di emissione degli inquinanti sono le stesse che producono gas serra, responsabili del riscaldamento. È quindi necessario che la pianificazione sia condotta tenendo conto di entrambi gli aspetti. Come dimostrato da diversi studi, i costi di una strategia combinata per contrastare questi due problemi ambientali sono senz’altro inferiori». Gli inquinanti principali sui quali si concentra l’interesse scientifico e normativo in Europa sono l’ozono, gli ossidi di azoto e il particolato fine. Oltre a essere dannosi per la salute umana e per l’ambiente, essi svolgono un ruolo molto importante sul riscaldamento del clima. Obiettivo di PEGASOS è quindi lo studio del ciclo di formazione e rimozione di tali inquinanti.
Ma perché proprio un dirigibile? Perché, grazie alle sue caratteristiche di volo, può eseguire misure verticali fino ad altezze di 2.000 m ed esplorare orizzontalmente il trasporto e la trasformazione di inquinanti con una autonomia di volo fino a 24 ore. Contrariamente a un aereo, un dirigibile può navigare a velocità molto bassa e, se necessario, fermarsi su un punto di particolare interesse per eseguire scansioni verticali. Non da ultimo, può trasportare strumentazione fino a circa una tonnellata di peso, cosa non facilmente ottenibile con i normali aerei utilizzati nelle scienze atmosferiche. Lo Zeppelin NT, che viene per la prima volta utilizzato per questo tipo di applicazioni, volerà più leggero dell’aria grazie all’elio, gas inerte, di cui è riempito e ai tre motori con eliche direzionabili di 120 gradi che ne danno una manovrabilità molto simile a un elicottero; è l’unico dirigibile semirigido al mondo ed è dotato di struttura interna in alluminio, kevlar e fibra di carbonio; le apparecchiature sono dislocate lungo i 75 metri di struttura che ne fanno uno dei velivoli più lungo al mondo, il più grande tra tutti i dirigibili.
Cosa farà allora nei nostri cieli? La missione scientifica si svolgerà in territorio italiano – dove uno Zeppelin non atterrava da quasi 80 anni – fino al 9 luglio e toccherà varie località con base ad Ozzano dell’Emilia (BO) per le prime due settimane. In questi giorni l’aeromobile sta sorvolando la Pianura Padana, dagli Appennini al mare Adriatico, utilizzando strumentazione scientifica di avanguardia montata in tre package strumentali intercambiabili. Sono previsti diversi esperimenti per studiare le reazioni chimiche che producono inquinanti, in particolare i processi di formazione e trasformazione del particolato fine e il ciclo di vita dell’ozono.
Le misure aeree sono affiancate da misure parallele eseguite al suolo presso l’Osservatorio Sperimentale “G. Fea” di San Pietro Capofiume (BO), l’Osservatorio “O. Vittori” di Monte Cimone (MO); un mezzo mobile attrezzato segue inoltre dal basso il percorso di volo duplicandone le misure. C’è da aggiungere che in Emilia Romagna, col supporto della Regione, era già in corso il progetto denominato “Supersito”, per lo studio delle relazioni tra inquinamento atmosferico e salute: una collaborazione tra istituzioni nazionali e internazionali (Università di Bologna, Ferrara, Helsinki, della Finlandia Orientale, Istituto Meteorologico Finlandese, Dipartimento di Epidemiologia del Lazio) per migliorare le conoscenze relative agli aspetti ambientali e sanitari del particolato fine (PM2.5 e PM1) e ultrafine (PM0.1) presente in atmosfera, sia in ambiente chiuso, sia all’aperto. Considerata l’evidente affinità con PEGASOS, si è ritenuto importante far coincidere temporalmente le campagne di misure estive previste per entrambi i progetti in modo che i risultati ottenuti durante i monitoraggi possano essere sfruttati sinergicamente.
L’esperimento PEGASOS ha una valenza particolare per la Pianura Padana, un’area tra le più inquinate d’Europa; ma caratterizzerà altre regioni del nord del continente e produrrà un insieme di dati unico al mondo sulla distribuzione orizzontale e verticale di inquinanti. Quanto allo Zepplelin NT, potrebbe non essere il suo unico sorvolo dell’Italia. Nei cantieri di Friedrichshafen, dove è stato costruito, i tecnici evidenziano alcune sue peculiarità: come il trasporto sino a 15 passeggeri per uno slow-turism, la pubblicità fissa e mobile grazie a un enorme schermo LED, il più grande pannello televisivo del mondo; ciò «potrebbe in futuro renderlo adatto per operare come piattaforma multifunzionale: leggera, ecologica, sostenibile».