Le imprese spaziali ormai sembrano non avere più segreti. Con gli strumenti di comunicazione oggi disponibili riusciamo a seguire in diretta ogni lancio; vediamo gli astronauti galleggiare nella Stazione Spaziale Internazionale e ne seguiamo i progressi scientifici e le vicende quotidiane via Twitter; vediamo subito le nuove immagini che un telescopio spaziale come Hubble ancora continua a inviare a Terra dopo più di vent’anni di onorato servizio.
Ma non basta. Dell’erede di Hubble, il prossimo osservatorio spaziale JWTS (James Webb Space Telescope) possiamo seguire fin d’ora da vicino tutta la gestazione, cioè le fasi costruttive e le operazioni preparatorie che lo porteranno fino al lancio, previsto per il 2018. Ciò è reso possibile grazie all’installazione di due webcam presso la gigantesca Clean Room del NASA Goddard Space Flight Center a Greenbelt (Maryland), dove il JWST è in fase di assemblaggio.
Le webcam – che i tecnici della Nasa hanno subito ribattezzato come “Webb-cam” – sono piazzate su due lati opposti della sala e ogni minuto fanno un refresh inviando le due immagini a un sito web: collegandosi a questo indirizzo Internet, chiunque in tutto il mondo può tenersi aggiornato visivamente sui progressi nell’assemblaggio del telescopio. Bisogna solo avere l’accortezza di connettersi negli orari in cui si svolgono le operazioni, e cioè da lunedì a venerdì dalle 5 del mattino alle 13.30 locali ricordandosi, ovviamente, del fuso orario.
Il JWST è il nuovo telescopio spaziale in fase di realizzazione, destinato a prendere il posto di Hubble come avamposto per l’osservazione delle prime galassie formatesi ai primordi del nostro Universo, che riuscirà a scovare grazie alla sua vista ultrapotente agli infrarossi. È un progetto comune di tre agenzie spaziali: la statunitense NASA, l’europea ESA e la canadese CSA. Orbiterà a 1,5 milioni di km dalla Terra e avrà un grande specchio di 6,5 metri di diametro oltre a uno scudo solare grande come un campo da tennis; essendo entrambi troppo grandi per poter essere alloggiati all’interno del razzo vettore, durante il lancio saranno piegati e si dispiegheranno una volta arrivati nello spazio.
Ma vediamo cosa potremo osservare con le Webb-cam. Il cuore dell’osservatorio orbitante è l’Integrated Science Instrument Module (ISIM), una enorme, nera, geometrica struttura reticolare collocata dietro il grande specchio e pensata per contenere la strumentazione scientifica, comprese le sofisticate apparecchiature che osserveranno galassie, stelle e pianeti extrasolari. Tra questi strumenti si potranno vedere:



Il Mid-Infrared Instrument (MIRI), cioè lo strumento per captare le frequenze del medio infrarosso, sviluppato da un consorzio di dieci istituzioni europee nell’ambito dell’ESA e dal Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA;
– la Near-Infrared Camera (NIRCam), per il vicino infrarosso, sviluppata dall’Università dell’Arizona;
– il Near-Infrared Spectrograph (NIRSpec) fornita dall’ESA, con alcuni component realizzati dalla NASA/GSFC;
– il Fine Guidance Sensor Tunable Filter Imager (FGS- TFI), della Canadian Space Agency.



L’altro importante componente del JWST è l’Optical Telescope Element (OTE), cioè l’elemento propriamente ottico. Per ora è stata installata una grande struttura in acciaio preparata dalla californiana Northrop Grumman: è una struttura a U che ospiterà il telescopio ottico di 3,7 tonnellate con i suoi 18 singoli segmenti di specchio e altri componenti di precisione. Qui entro il 2014 verrà assemblato il telescopio dalla Northrop Grumman e dalla ITT Exelis. Nel frattempo Hubble è sempre là, in orbita, 560 chilometri sopra le nostre teste, e continua il suo prezioso lavoro.

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