La pubblicazione della versione del 4 settembre delle Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione è una sollecitazione a riflettere su matematica e pre-matematica (nel senso di nozioni e attività preliminari alla matematica) prima della Scuola primaria (ex elementare) per le nuove generazioni della cosiddetta era digitale. Ilsussidiario.net aveva riportato un accenno alla questione nell’articolo Indicazioni nazionali, cosa c’è di nuovo in matematica? di Rossella Garuti (30 giugno 2012) segnalando che per la Scuola dell’infanzia (ex materna) si è “mantenuto il campo di esperienza Numeri e Spazio, Fenomeni e viventi cercando di tenere insieme nei bambini così piccoli l’approccio ai concetti matematici e scientifici che saranno elaborati negli anni successivi”.



Indipendentemente dal fatto che la Scuola dell’infanzia e le cosiddette Sezioni primavera non rientrano nell’obbligo scolastico, la formazione (non soltanto matematica) del bambino coinvolge genitori (o facenti funzione) e altre persone, che spesso hanno nei confronti della matematica un atteggiamento negativo, anche se sono fieri del “saper contare” (o anche soltanto del “saper dire” la filastrocca dei numeri) da parte dei loro bambini.



Può, quindi, avere un certo interesse come stimolo a riflessioni il conoscere quello che è stato scritto su Numero e Spazio, nella presentazione e nei “Traguardi per lo sviluppo della competenza” (anche per “Fenomeni e viventi”, che sono l’altra parte del campo di esperienza “La conoscenza del mondo”):

In Numero e spazio si scrive:

“La familiarità con i numeri può nascere a partire da quelli che si usano nella vita di ogni giorno; poi, ragionando sulle quantità e sulla numerosità di oggetti diversi, i bambini costruiscono le prime fondamentali competenze sul contare oggetti o eventi, accompagnandole con i gesti dell’indicare, del togliere e dell’aggiungere. Si avviano così alla conoscenza del numero e della struttura delle prime operazioni, suddividono in parti i materiali e realizzano elementari attività di misura. Gradualmente, avviando i primi processi di astrazione, imparano a rappresentare con simboli semplici i risultati delle loro esperienze.



Muovendosi nello spazio, i bambini scelgono ed eseguono i percorsi più idonei per raggiungere una meta prefissata scoprendo concetti geometrici come quelli di direzione e di angolo. Sanno descrivere le forme di oggetti tridimensionali, riconoscendo le forme geometriche e individuandone le proprietà (ad esempio, riconoscendo nel “quadrato” una proprietà dell’oggetto e non l’oggetto stesso).

Operano e giocano con materiali strutturati, costruzioni, giochi da tavolo di vario tipo”.

Ed ecco i Traguardi per lo sviluppo della competenza:

“Il bambino raggruppa e ordina oggetti e materiali secondo criteri diversi, ne identifica alcune proprietà, confronta e valuta quantità; utilizza simboli per registrarle; esegue misurazioni usando strumenti alla sua portata.

Sa collocare le azioni quotidiane nel tempo della giornata e della settimana.

Riferisce correttamente eventi del passato recente; sa dire cosa potrà succedere in un futuro immediato e prossimo.

Osserva con attenzione il suo corpo, gli organismi viventi e i loro ambienti, i fenomeni naturali, accorgendosi dei loro cambiamenti.

Si interessa a macchine e strumenti tecnologici, sa scoprirne le funzioni e i possibili usi.

Ha familiarità sia con le strategie del contare e dell’operare con i numeri sia con quelle necessarie per eseguire le prime misurazioni di lunghezze, pesi, e altre quantità.

Individua le posizioni di oggetti e persone nello spazio, usando termini come avanti/dietro, sopra/sotto, destra/sinistra, ecc.; esegue correttamente un percorso sulla base di indicazioni verbali”.  

Per anni ho detto ai miei studenti, che si preparavano per divenire insegnanti ai vari livelli scolastici, che programmi (prima) e indicazioni nazionali (poi) sono riferimenti da conoscere e approfondire, ma anche da considerare criticamente in relazione alle esigenze delle persone alle quali vengono proposti e da utilizzare come stimolo a riflettere sugli obiettivi e sulle conoscenze per la valutazione dell’adeguatezza e per eventuali esclusioni o aggiunte. E ho spesso suggerito di elencare i lemmi sui quali riflettere, per le proprie conoscenze e per quelle degli allievi, senza limitarsi alla terminologia ufficiale e confrontandosi sugli ampliamenti introdotti.

Non essendo questa la sede per una analisi sistematica dei testi e della loro impostazione, ritengo che, più di un elenco di lemmi, sia opportuno proporre spunti di riflessione:

Di che cosa ha bisogno “quella” bambina o “quel” bambino come persona della sua età e delle sue condizioni di vita, sia come supporto linguistico e sia come guida alla concettualizzazione?

Che cosa può essere dato in più da attività e conoscenze matematiche o pre-matematiche come occasione di formazione e di arricchimento, indipendentemente da eventuali esperienze negative personali degli educatori coinvolti?

Come regolarsi di fronte a difficoltà di acquisizione o di utilizzazione di lemmi o concetti nel comportamento o di fronte a eventuali (e auspicabili) test?

Come distribuire le attività formative nel tempo e, in caso di scolarizzazione, tra scuola ed extrascuola?

Mi pare che queste domande pongano il problema di quello che serve agli insegnanti e agli altri educatori a livello di conoscenze e di materiali (strutturati o no) e giochi, anche in relazione a studi e realizzazioni anche recenti e a riflessioni critiche su proposte che a volte sembrano più commerciali che pedagogiche (anche se – ovviamente – della realtà occorre tenere conto, in particolare per quello che viene messo a disposizione dei bambini).

Non avendo riferimenti o servizi sistematici da indicare, mi limito a invitare a prendere gli estratti riportati sopra dalle Indicazioni come stimolo per riflessioni, proponendo in particolare all’attenzione le seguenti proposizioni: “sa dire cosa potrà succedere in futuro immediato e prossimo”, l’eventuale uguaglianza delle parti nelle quali suddividere, esempi sul “quadrato”, l’accostamento “avanti/dietro”, altri accoppiamenti da mettere al posto di “ecc.”, la distinzione tra “peso” e massa, l’individuazione di lemmi da aggiungere.

Concludo auspicando che, anche per insegnanti di Scuola dell’infanzia e altri educatori di bambini, siano resi agevolmente disponibili e individuabili servizi almeno informativi, aperti agli studi più aggiornati e a contributi firmati e datati: mi auguro che il MIUR voglia considerare la questione e realizzare, in particolare, uno schedario.