Compleanno di Google, 14 anni fa nasceva il più grande motore di ricerca. Un evento che nessuno si aspettava, basato su un semplice algoritmo, che in pochissimo tempo ha sbaragliato ogni altro precedente motore di ricerca. Oggi, come ha detto a Ilsussdiario.net Luca De Biase esperto di Internet e di tecnologie, “Google ha cambiato in meglio le nostre vite, ma ci impone di imparare che cosa è cambiato, di conoscere le tecnologie e il loro significato culturale. Ci chiede un salto di alfabetizzazione: cerchiamo noi di fare questo salto e di essere consapevoli non perdendo le occasioni che le tecnologie ci offrono”. Quattordici anni fa nessuno immaginava ci fosse spazio per un nuovo motore di ricerca, eppure oggi nessuno sembra poter fare a meno di Google, Secondo De Biase, “Google ha saputo interpretare l’epoca web dei siti con un motore che aveva la capacità di mettere in ordine i risultati delle ricerche con un algoritmo che dava priorità ai siti che avevano maggiore rilevanza nella Rete riguardo all’argomento ricercato”. Questo semplice fatto, continua, “ha costruito una base di utenti stratosferica, miliardi di persone ormai sono utenti di Google e su questa base si è costruita una azienda di proporzioni gigantesche”. In pratica, “ciò che Google ha fatto di questa vittoria sugli altri motori di ricerca che c’erano quattordici anni fa è di impatto enorme nella pubblicità, nella comunicazione, nella costruzione di nuove modalità di utilizzo di Internet mobile e direi quasi ovunque ci sia il digitale c’è una tappa di Google”. Ad esempio il fenomeno “cloud”: “E’ infatti l’ultimo fenomeno di cui pochi parlano, questa relazione tra l’approccio mobile all’accesso di Internet e l’elaborazione di dati, la memorizzazione e la comunicazione in cloud, cioè con computer che non sono in possesso degli utenti ma vengono utilizzati da tanti in connessione remota. I computer sono altrove rispetto a chi li utilizza”. Ma ci sarebbe spazio oggi per un nuovo motore di ricerca o Google ha sbaragliato ogni nuova e vecchia possibilità in questo senso? “In Rete tutti quelli che vincono si costruiscono una sorta di posizione dominante di fatto. Non è un monopolio nel senso di anti trust perché normalmente l’anti trust si occupa di quando una azienda compra un’altra azienda conquistando quote di mercato attraverso il trust, l’acquisto di altre aziende. Il monopolio funzionale di tecnologie di Rete avviene quasi per regole intrinseche della Rete stessa, il fatto cioè che la tecnologia più usata è quella che ha più valore e quella che ha più valore è quella che tutti usano”. Continua Luca De Biase: “Di fatto c’è una logica interna. Il problema è quando da una posizione dominante la si sfrutta per acquistare altri mercati ed è un problema che spesso si è posto con Microsoft, si pone oggi con Google e si porrà forse in futuro con Facebook. Quello che per Google è difficile è passare dall’epoca dei siti a quella attuale che è più di piattaforme sociale e su questo fa fatica a conquistare spazio”. In pratica, basta motori di ricerca, le cose sono cambiate: “Se ci sarà un qualcosa di grandioso in futuro non sarà un motore di ricerca ma sarà un’altra piattaforma che conquista l’attenzione e il tempo e la fantasia delle persone”.
Come Facebook: “Dopo Google sono nate questo miliardo di persone che sono su Facebook. Da questo possiamo trarre la sensazione che questi giganti sono giganti della loro epoca ma l’epoca di Internet è una epoca nella quale possono nascere nuove grandi piattaforme con l’invenzione di nuove categorie di comportamento della rete”. Nuovi social network cioè: “Quattordici anni fa non avevamo in mente la nascita di Google, nel 2004 non pensavamo a Facebook e ho l’impressione che fra cinque anni parleremo di qualcosa di importante che non immaginavamo”.