Chissà cosa proverebbe padre Giuseppe Piazzi alla notizia della scoperta della doppia cintura di asteroidi attorno alla stella Vega. Sì, perché questo non è che l’ultimo capitolo di una storia iniziata proprio dal sacerdote-astronomo di origini valtellinesi nel 1801, quando era Direttore dell’Osservatorio Astronomico di Palermo: Piazzi riuscì a individuare un “pianetino”, che denominò Cerere, orbitante tra Marte e Giove che risultò il primo di un gran numero di piccoli corpi celesti detti asteroidi e distribuiti lungo tutta l’orbita intermedia tra i due Pianeti maggiori a formare quella che viene definita la fascia degli asteroidi. Nel Novecento la caccia a questi singolari oggetti ha registrato grandi successi e si sono trovati altri raggruppamenti di asteroidi, dalle forme e dimensioni più varie, i cui gruppi principali sono i Troiani e i Centuari, collocati più o meno nell’orbita di Giove. 



Fino ad arrivare agli anni novanta con la conferma di quanto Gerard Kuiper e altri avevano già ipotizzato e cioè la presenza di un’altra fascia di asteroidi all’estremità del Sistema Solare, oltre Nettuno, a una distanza dal Sole tra le 30 e le 50 U.A. Unità Astronomiche: (una U.A. è pari alla distanza Terra-Sole). Questa fascia è nota come fascia di Kuiper e contiene diverse centinaia di oggetti, da quelli un po’ più strutturati con diametro di un migliaio di chilometri, a quelli più simili a detriti cosmici, residui freddi e informi della nube protoplanetaria da cui si è originato tutto il sistema; la fascia di Kuiper è anche un serbatoio di molte delle comete che vengono proiettate verso il Sole: un serbatoio distribuito, a differenza di quello concentrato nella più esterna nube di Oort.



Nel frattempo diverse missioni spaziali hanno sorvolato da vicino alcuni dei maggiori asteroidi della fascia principale e hanno raccolto informazioni preziose circa la loro forma, composizione e dinamica.

Ma la novità più sorprendente è che non è solo il nostro Sole a potersi fregiare di queste massicce “cinture”: altre stelle ne sarebbero dotate e molti sistemi planetari extrasolari avrebbero una configurazione abbastanza simile al nostro, con un corteo di pianeti intervallati da cinture asteroidali. In particolare, le maggiori evidenze si hanno su due stelle che si trovano a circa 25 anni luce da noi: Fomalhaut e la più nota Vega, la seconda stella più luminosa dei nostri cieli boreali. È di questi giorni la comunicazione da parte di un gruppo di astronomi dell’Osservatorio Steward dell’Università di Arizona della scoperta di una cintura di asteroidi di grandi dimensioni attorno a Vega, che conferma una situazione analoga a quanto si era già trovato osservando Fomalhaut. 



Gli scienziati hanno utilizzato i dati del telescopio spaziale Spitzer della Nasa e dell’Osservatorio orbitante Herschel (Nasa-ESA, Agenzia Spaziale Europea): i due telescopi hanno rilevato una luce infrarossa, emessa dalla polvere calda e fredda in bande localizzate intorno a Vega e Fomalhaut. L’analisi ha permesso di scoprire una nuova cintura di asteroidi intorno a Vega, confermando l’esistenza di bande di entrambe le stelle; entrambe hanno due tipologie di cinture: una più interna e relativamente calda, l’altra esterna e fredda, separate da un notevole spazio apparentemente vuoto. Quindi si tratta di una struttura che ricorda molto le due cinture solari, quella principale e quella di Kuiper; anche le distanze sono organizzate analogamente, essendoci un rapporto di 1 a 10 tra il raggio della cintura interna e quello della più esterna.

Proseguendo nell’analogia, è logico congetturare che lo spazio intermedio possa essere sede di altri pianeti anche nel caso delle due stelle in esame; Fomalhaut in effetti ha già un pianeta candidato, Fomalhaut b, che orbita intorno al bordo interno della cintura asteroidale. Vega e Fomalhaut peraltro sono simili per diversi aspetti: entrambe hanno una massa circa due volte quella del Sole ed emettono una luce più calda e dal colore di un blu intenso; sono piuttosto giovani e potrebbero essersi formate circa 600 milioni di anni fa la prima e 400 milioni di anni fa la seconda (ricordiamo che il Sole ha iniziato a risplendere circa 4,5 miliardi di anni fa).

La diversa età di questi sistemi solari spiegherebbe, in parte, anche il dato osservativo che le cinture di entrambe le stelle contengono molto più materiale della nostra fascia principale e della Kuiper: infatti il nostro sistema planetario ha avuto centinaia di milioni di anni per ripulirsi e riordinarsi; oltre al fatto che probabilmente gli altri due sistemi si sono formati da una nube di gas e polveri inizialmente più massiccia.

Ora quindi è ufficialmente aperta anche la caccia agli esoasteroidi, dopo quella alle esocomete, appena avviata; e molte aspettative sono riposte sul prossimo telescopio spaziale della Nasa, il James Webb Space Telescope, che si sta preparando a sostituire il telescopio Hubble nel 2018.