Un nuovo metodo Vannoni? Non esattamente. E’ dal 2007 che negli Stati Uniti si pratica questo tipo di cura, e con risultati molto interessanti. Si tratta di conservare, al momento della nascita, le cellule staminali cordonali, contenute cioè nel cordone ombelicale, in una apposita banca che si trova in Inghilterra. Con queste cellule vengono fatte delle infusioni al fine del trapianto. Come racconta il sito Giornalettismo, il primo caso italiano è quello di una bimba di 4 anni che soffre di paralisi cerebrale, per via di una ipossia neonatale. Una parte del suo cervello è dunque danneggiato, un trauma acuto e permanente che nel corso della crescita determina difficoltà anche gravi, come l’impossibilità a comunicare o a muoversi. I genitori della bimba che avevano conservato le cellule staminali cordonali dopo aver contattato il direttore scientifico di SmartBank, Irene Martini, le hanno inviate in America dove sono state giudicate buone per l’infusione. La bambina, prescelta tra altri 4700 che soffrono dei medesimi problemi, ha subito la prima infusione e i miglioramenti dopo un mese si vedono già: se prima a difficoltà pronunciava solo qualche parola, adesso dice frasi intere ed è in grado di muoversi anche se con l’aiuto di un apparecchio speciale. Va detto, come si spiega nell’articolo, che cellule staminali e cellule cordonali non sono la stessa cosa.



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