Quello che venne scoperto lo scorso 4 luglio nello storico esperimento effettuato era davvero il mitico bosone di Higgs. Dopo molti mesi arriva infatti la conferma ufficiale da parte dello stesso Cern che ha passato questi mesi a verificare l’esperimento incrociando dati e verificandoli attentamente. Ecco allora che i responsabili del centro di studi hanno potuto presentare ufficialmente il primo identikit del bosone stesso: lo hanno fatto nel corso di un convegno che si è tenuto a La Thuile. In realtà non si tratta dell’identikit definitivo però sarebbe sufficiente per dire che siamo davanti al famoso tassello mancante previsto nel lontano 1964 dallo scienziato Peter Higgs, compreso nella cosiddetta teoria del modello standard. A luglio invece sarà possibile presentare un identikit molto più approfondito di quello attuale. Secondo gli studi il borsone di Higgs sarebbe stato in grado non solo di determinare la massa delle particelle ma anche essere proprio quella particella che ha ha dato il primo impulso all’espansione dell’universo. I dati che il Cern ha presentato si occupano di una proprietà definita spin: essa può essere visualizzata come il senso di rotazione di una particella e indicano che lo spin del bosone di Higgs sarebbe uguale a zero, proprio come prevede la teoria di riferimento della fisica, chiamata Modello Standard.