Un articolo del Corriere della Sera sul caso della sigaretta elettronica, un caso dibattuto e su cui mancano contorni legali chiari. Ogni paese, dice infatti l’articolo, ha atteggiamenti diversi. Proprio negli ultimi giorni la Francia ha disposto una indagine del ministero della sanità per capire se il prodotto è dannoso o no alla salute. E’ questo infatti il problema principale della sigaretta che dovrebbe combattere quella classica a base di tabacco: secondo alcuni procurerebbe addirittura il tumore (oltre a danni collaterali come quello di un italiano a cui la sigaretta elettronica è esplosa in faccia). In Italia al momento la vendita è garantita, con il divieto ai minori di 16 anni, anche se il ministro della sanità ha chiesto un intervento legislativo dell’Unione europea. E’ questo infatti il punto: la UE al momento sta lavorando a un dispositivo legale ma la fine die lavori è prevista fra qualche mese. In Brasile, Israele e Singapore la vendita della e-cig è del tutto vietata, mentre in Finlandia se ne vieta la pubblicità. E’ illegale anche in Estonia mentre l’Austria e la Damimarca la considerano addirittura un prodotto medico. Di fatto la sigaretta elettronica è già un bel business visto che ad esempio in Germania si contano ben due milioni di persone che ne fanno utilizzo. Il giro di affari in Italia invece interessa ben 350 milioni di euro. Secondo alcuni dietro all’ostracismo di alcuni paesi verso la sigaretta elettronica ci sono proprio loro, le multinazionali del tabacco, che ovviamente la vedono come un pericolo. Le prime sigarette elettroniche hanno cominciato a fare capolino all’incirca nel 2005, prodotte naturalmente in Cina. L’idea alla base, pur contenendo anch’esse nicotina, è quella di combattere il cosiddetto tabagismo, la dipendenza dalle sigarette classiche. La sigaretta elettronica grazie a una batteria ricaricabile permette di inalare vapore da una soluzione che contiene acqua, glicole propileni, glicerolo e naturalmente nicotina. Il vapore che viene inalato permette di gustare un sapore similare a quello delle sigarette normali grazie alla nicotina presente.
A oggi generalmente il rischio cancerogeno che producono le sigarette normali è considerato notevolmente più basso perché non avviene la combustione che avviene invece con le normali sigarette e che produce residui nocivi composti da catrame, idrocarburi e altro.